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Ma cos’è questa crisi?

[PER QUEL CHE VALE]

Si è discusso al Mei. Si è suonato, cantato, parlato e discusso. Talvolta, le solite cose, ma che purtroppo è spesso utile ripetere e ripetersi. I problemi della mancanza di una legge sulla musica, per la quale, con tanta lena sta lavorando il coordinamento “Diritto alla musica”, la differenza tra major ed etichette indipendenti, la vecchia e celeberrima “crisi discografica”, quella che l’amico Simone Cristicchi chiama “Ernia del disco”.
Beh, le parole degli artisti, quando questi sono grandi, sono in grado di guardare avanti. A volte molto, molto, molto avanti. È il caso di Rodolfo De Angelis, al secolo Rodolfo Tonino (1893-1965), intellettuale futurista a tutto tondo: cantante, autore, musicista, pittore, giornalista e scrittore che nel 1933 scrisse un brano assolutamente comico e tristemente sempreverde, dato che di crisi non si finisce mai di parlare. C’è una morale un po’ facilona forse, dietro le parole di Ma cos’è questa crisi?, ma in fondo è quello che a volte tutti noi vorremmo dire a quelli delle stanze dei bottoni musicali. Inizia così:

Ma cos’è questa crisi?Ma cos’è questa crisi?
Si lamenta l’impresario che il teatro più non va, ma non sa rendere vario lo spettacolo che dà “ah la crisi…e capirai la crisi…”
Ma cos’è questa crisi? Ma cos’è questa crisi?
Metta in scena un buon autore faccia agire un grande attore e vedrà…che la crisi passerà!

Ecco, forse, in questo senso, le etichette indipendenti possono fare molto e moltissimo. Probabilmente esse non lavorano secondo logiche filiali (ieri vedevo il video di un giovane cantautore, un certo Rapetti, mah….) e magari sono quelle che badano di più alla qualità. A volte verrebbe voglia di essere cinici e semplicemente facili come De Angelis e dire all’impresario “x” di mettere in scena dei bravi artisti anche se non parenti e/o amici di qualcuno, ma soprattutto e, ancora di più, di farsi un giro per i locali della nazione dove è davvero troppo difficile scorgere gli impresari “x”. Noi che i locali li viviamo dal di dentro abbiamo una visione molto più chiara di chi è bravo e di chi no, di chi ha una gavetta alle spalle e si vede e di chi non ce l’ha, di chi sa scrivere, di chi sa cantare, di chi sa stare su un palco. Noi lo sappiamo già prima chi ha la stoffa e di chi no. Chi si brucerà presto e chi continuerà a lungo. Spesso azzecchiamo i pronostici. Ma mica perché siamo più intelligenti. Semplicemente perché passiamo lì molte delle nostre sere carenti di sonno. E gli impresari “x” dormono. Dormono troppo.
E parlo da semi-giornalista, ovviamente, più che da semi-cantautore. Ed ecco che il Mei, ovvero le etichette indipendenti, si spera che facciano, almeno loro, quelle veglie interessate che gli impresari “x “ temono di fare. In fondo basta un po’ di caffè la mattina dopo.
Per il resto mi faccio completamente da parte perché so bene che il problema è molto più complesso di queste mie righe. Ma mi permetto di consigliare a tutti (non solo agli “x”) ancora il buon Rodolfo De Angelis e non soltanto nel seguito della canzone citata.

Un riccone avaro e vecchio dice: “ahimè così non và! Vedo nero nello specchio chissà come finirà…ah la crisi…mmh la crisi mmmm”

Ma cos’è questa crisi? Ma cos’è questa crisi?
Cali fuori il portafogli metta in giro i grossi fogli e vedrà…che la crisi finirà!!
Si lamenta Nicodemo della crisi lui che và al casino di Sanremo a giocare al Baccarà:
“Signori c’è la crisi in giro…la crisi”
Ma cos’è questa crisi? Ma cos’è questa crisi?
Lasci stare il bevazzare cerchi un po’ di lavorare e vedrà…che la crisi passerà!!

Tutte quante le nazioni si lamentano così, conferenze riunioni ma si resta sempre lì:
“Signori c’è la crisi…ohhhh…eh la crisi”
Ma cos’è questa crisi? Ma cos’è questa crisi?
Rinunziate all’opinione della parte del leone e chissà…che la crisi passerà!!

L’esercente poveretto non sa più che cosa far e contempla quel cassetto…
“eh bah ma la crisi boh bah la crisi ehhh”
Ma cos’è questa crisi? ma cos’è questa crisi?
Si contenti guadagnare quel che è giusto e non grattare e vedrà…che la crisi passerà!!
E persin la donna bella alla crisi s’intonò e per far la linea snella digiunando sospirò:
“ah la crisi..maledizione la crisi”
Ma cos’è questa crisi? Ma cos’è questa crisi?
Mangi un sacco di patate non disprechi le nottate e vedrà che la curva tornerà!!

La passione indipendente

Come ogni anno il mondo della musica si da appuntamento a Faenza per il Meeting delle etichette indipendenti. Dal 24 al 25 novembre, la cittadina romagnola diventa il crogiuolo di idee, confronti ed esibizioni. Centinaia di concerti, artisti, giornalisti, case discografiche, festival e tanto pubblico per confermare l’importanza del movimento indie, il quale si conferma come la corrente culturale più importante dell’ultimo decennio. Abbiamo intervistato il direttore artistico del meeting, nonché presidente di audiocoop. Cari lettori siamo lieti di presentarvi Giordano Sangiorgi.

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Il Tavolo della Musica

[MUSICA]

Al MEI 2007 forse una delle iniziative più importanti è stata proprio l’incontro con l’Onorevole Folena ed i rappresentanti di tutte quelle associazioni che da mesi cercano di promuovere fattivamente la genesi di una Legge fatta ad hoc per il settore musicale. Infatti, l’ultima e forse unica legge per il settore è datata nientemeno che 1967.

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Ardecore: un anno da ricordare

Poco tempo fa vi abbiamo raccontato il Premio Tenco e questa settimana, reduci da un week end romagnolo di musica e piadine, ci soffermiamo giustamente sull’edizione 2007 MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza. Degni rappresentanti di entrambe le esperienze artistiche sono gli Ardecore, gruppo che in quest’ultimo anno, con il secondo album “Chimera”, è riuscito ad ottenere grande riscontro all’interno del panorama musicale italiano.
Abbiamo intervistato brevemente il cantautore blues Giampaolo Felici, direttore artistico del progetto Ardecore, nonché voce e chitarra del gruppo, per approfondire che significato può avere oggi partecipare a manifestazioni importanti come il Tenco e il MEI.

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Quelli tra arte e realta’

[MUSICA]

L’artista è colui il quale rende il genere umano un qualcosa di ascetico: crea il senso della vita trasformando la semplicità in significato. Un tempo l’arte era fine a se stessa, il motto era: “l’arte per l’arte” e la vita prendeva spunto da essa per ottenere il senso dell’esistenza. La teatralità è ciò che trasforma una normale persona in divo, ponendo al di sopra della massa l’interprete di un’allucinazione. Alcuni diranno ispirazione. Ma visto che viviamo in un mondo immaginario e immaginifico, il ruolo che ricopre l’arte diventa sempre più importante.

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Divagazioni di un animo romanziero

[L’ILLETTERATA]

evakentVia Prenestina 45, Roma: Vernicerie delle Officine Storiche.
Ore 18.00: premiazione di Parole in Corsa 2007, V edizione del concorso letterario per scrittori inediti di atac, metro e trambus, aziende pubbliche di trasporto del Comune di Roma, in collaborazione con la casa editrice romana Full Color Sound.
Primo problema: dove la metto la macchina? In questa zona della città è impossibile parcheggiare!

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Teatro Canzone ma con attenzione…

[PER QUEL CHE VALE]

«Suicidio a freddo, di controinformazione, PUM, e tutto cambia. E il mondo, fino a un attimo prima tremendo e ostile contro di te, viene subito a rotolarsi ai tuoi piedi come una palla docile, sorniona, scodinzolante, affettuosa… un cocker. Peccato che poi non c’hai la soddisfazione di vederlo… il cocker».

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Presi per Caso, artisti per vocazione

Una compagnia di detenuti, ex- detenuti e non- detenuti che fanno teatro e rock raccontando storie che parlano di carcere. Ne parlano col sorriso, perché secondo loro “ridendo si riflette meglio”. Hanno creato un modo diverso di fare musica partecipando al MArteLive 2007 sia nel settore Musica che nel settore Teatro, portando proprio la teatralità sulla scena musicale e la musicalità sulla scena teatrale. Sono i Presi per Caso, sentiamo cosa hanno da dirci loro…

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Una voce sul palco

[MUSICA]

Il musicista non è mai un semplice esecutore di segni scritti, ma è anche un attore di se stesso e di conseguenza la partitura diventa nelle sue mani una sorta di copione, che oltre alle note da suonare ne determina in modo eccellente, i movimenti. Teatralità vista come interpretazione di vita vissuta, dove le violente esplosioni del suono si accostano a cori parlati, a parole sussurrate unite a momenti musicali.

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