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Peligro e le sue “Miglia Celesti”, un viaggio attraverso il sentire interiore del cantautore romano

Dall’America all’India per ripercorrere le fasi di una relazione sentimentale trasformandole in musica.

Il cantautorato è un genere radicato nella cultura musicale italiana ma che riesce sempre a rinnovarsi attraverso le penne di autori emergenti.

Abbiamo infatti deciso di parlarvi di Peligro cantautore romano, nome d’arte di Andrea Pellegrino, la cui musica è influenzata dai viaggi e dalle esperienze di vita.

Nel 2020 ha pubblicato il suo primo album “DE-SIDERO“, a cui due anni dopo segue l’EP “Psyche”, con il produttore Golden Years, che include sei tracce con collaborazioni di artisti come Stab, Lailana, Jimmy da Ghost e THE BOY FROM THE SOUTH

Nel 2023 decide invece di intraprendere un nuovo progetto raccontando in musica un lungo viaggio intrapreso tra l’America e l’India. 

Nasce così “Miglia Celesti”, il nuovo EP di Peligro, disponibile da venerdì 10 maggio su tutte le piattaforme digitali. 

Su questa nuova uscita Peligro racconta: “Ogni canzone di questo progetto racchiude in sé un momento, un incontro, un viaggio, una notte che mi ha aiutato ad uscire dal buio. Ho viaggiato per anni e percorso tantissimi chilometri volgendo sempre lo sguardo sopra di me. Miglia Celesti.”

Composto da 6 tracce, “Miglia Celesti” vede la collaborazione con il producer Simone Guzzino, che vanta alle sue spalle la realizzazione di progetti musicali con artisti come Luigi Strangis, Alex Wyse e Il Solito Dandy.

Le parole di Peligro sono accompagnate da synth malinconici in cui chitarre distorte si fondono al beat incalzante del producer Simone Guzzino.

Il percorso dell’EP è iniziato con il primo singolo “Tavolo per due”per poi continuare con i brani “Come fosse neve”, “Deserto”, “Esisto ancora”e “Dove non si tocca”. 

 L’EP si chiude poi con l’ultimo inedito “Un giorno qualunque” che rappresenta la fine del viaggio alla scoperta delle sue debolezze e delusioni d’amore.

Miglia Celesti” è un EP da ascoltare tutto d’un fiato percorrendo così un viaggio emotivo a stretto contatto con il vissuto e il sentire di Peligro.

Articolo di Francesco Caroselli

I Sanlevigo ci raccontano la loro urgenza espressiva

“Il processo artistico si sviluppa attraverso l’ascolto di differenti generi musicali al fine di contaminarci e rendere il risultato più personale possibile.”

Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con i Sanlevigo, band romana formatasi nel 2017.

L’anno seguente firmano la colonna sonora del cortometraggio “Agnes” diretto da Raffaele Grasso arrivato alle semifinali del concorso di Rai Cinema Channel 2018. 

Nel 2019 la band pubblicano l’EP “Doppelganger”, l’anno successivo rinnovano la collaborazione con Grasso firmando la colonna sonora del cortometraggio “Corona”, vincitore del premio RestArt di MostramiArt

Nel 2021 pubblicano il loro primo disco “Un giorno all’alba”, presentato in giro per l’Italia con un tour di circa 30 date.

Incidono poi i singoli “L’evasione, il ritorno”, “Effimere conquiste”, in featuring con Le Cose Importanti, e “Annegare nel tempo”, in featuring con gli Atlante

I brani anticipano l’uscita dell’EP “Eterociclico Vol. I”, pubblicato nel 2023 per Artist First a cui segue l’ultimo mini EP “L.T.L.N.B. / Via dagli scontri”.

Sanlevigo, benvenuti sulla nostra pagina, innanzitutto come state?

Buonasera a tutti e grazie per l’invito! 

Molto bene, siamo molto impegnati e questo ci fa essere contenti.

Formati a Roma nel 2017, l’anno seguente firmate la colonna sonora del cortometraggio “Agnes” diretto da Raffaele Grasso arrivato alle semifinali del concorso di Rai Cinema Channel 2018. Che ricordi avete dei vostri primi passi nella musica?

Sicuramente l’entusiasmo di salire sul palco le prime volte, quell’ adrenalina non si dimentica mai!

A metà fra new wave e post rock, restituite all’ascoltatore quella urgenza espressiva che ha caratterizzato gli ultimi anni della band. Com’è avvenuta questa evoluzione artistica?

Più che evoluzione forse è un processo che si crea attraverso l’ascolto di musica diversa e interesse a rendere personale il modo di esprimersi.

Dopo un tour con numerose date in giro per l’Italia, sabato 18 maggio vi esibirete live a Largo Venue qui a Roma per un’occasione speciale. Potete raccontarci di più?

Sarà una data speciale, veniamo da due anni in cui abbiamo suonato molto e pubblicato molta musica inedita. Per noi questo concerto sarà una sorta di spartiacque con quello che saranno i prossimi lavori.

Prima di salire sul palco i Sanlevigo fanno qualche rito particolare?

Se ve lo diciamo poi non porta più fortuna ahahaha!

Grazie per aver condiviso con noi la vostra musica, prima di salutarci, qual’è la top 3 nella vostra playlist?

Grazie a voi per il tempo dedicato! La nostra top 3 di adesso potrebbe essere tipo:

1) Let It Happen Tame Impala

2) Taq ou-Dub Dudu Tassa feat Jonny Greenwood

3) Spark Up Ball Park Music  

Un saluto a tutti i lettori di MArte Megazine!

A cura di Francesco Caroselli

Abbastanza x me è il nuovo singolo di Brida

Brida, classe ’95, è una cantante e cantautrice Toscana che si definisce un artista urban pop, partendo sempre dal R&B ma finendo con il miscelare vari stili musicali. Abbastanza x me è il suo nuovo singolo pubblicato su tutte le principali piattaforme streaming per MAKEATHOUSAND, distribuito da The Orchard. Il brano affronta il senso di inadeguatezza e inappropriatezza che a volte prende il sopravvento, fino ad arrivare al punto di odiare completamente ogni parte del proprio corpo.

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Fabiola presenta il suo EP d’esordio “Overture”

Overture è l’EP d’esordio di Fabiola, all’anagrafe Fabiola Poretti, disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming e distribuito da Artist First. I sei brani contenuti nell’EP ripercorrono alcuni momenti importanti per l’artista, scavando nella sfera musicale e personale. “Overture” è stato interamente scritto da Fabiola Poretti e Giorgia Sudati. L’EP è stato prodotto da Fabio De Marco, che ne ha curato anche mix ed i master.

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Se non amate il basket guardate The Last Dance

Il documentario è il genere “minore” per antonomasia. Lo sport è il fratello scemo della cultura pop. Per questo molti cinefili, nerd e chi divora una serie dopo l’altra su Netflix, all’inizio avrà forse un po’ snobbato The Last Dance, la serie documentario che racconta l’ultimo anno dei Bulls di Michael Jordan, la squadra di basket più forte, più influente e più vincente della storia dell’NBA.

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Giro del mondo… passando per musei

Tra i tanti consigli su cosa fare e vedere in questi giorni di isolamento, abbiamo fatto la nostra personale selezione di musei virtuali e archivi digitali da visitare da casa dal proprio computer. Di quelli italiani e quelli più conosciuti che stanno mettendo a disposizione i loro archivi e banche dati ne stiamo avendo notizia quotidianamente, per fortuna, direi. Questi sono musei che raccolgono collezioni speciali, quelli che si scoprono grazie alle dritte di amici che ci sono stati o dopo aver letto un piccolo articolo di consigli su una rivista di arte o di costume.

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Giusto la fine del mondo, quando comunicare è impossibile

“Giusto la fine del mondo” è la storia autobiografica di Jean-Luc Lagarce, uno dei drammaturghi francesi più rappresentati di sempre nonostante la morte prematura. È proprio sulla malattia che lo strappò alla vita neanche quarantenne che ruota lo spettacolo di Francesco Frangipane che ha debuttato al teatro Piccolo Eliseo giovedì 13 febbraio. Il regista calabrese porta avanti il suo teatro fatto di interni soffusi, di tavole apparecchiate e di conflitti familiari, ma lo trasla su un livello diverso affidandosi a un autore unico nel suo genere, molto più concentrato sullo stile che sulla mera drammaturgia.

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Cosa ho imparato dalle prime due giornate di Sanremo

Per settimane si è parlato di Boycott Sanremo e, diciamo la verità, tutti avremmo voluto boicottarlo. Ma poi quando il martedì della prima settimana di febbraio, ogni anno, arriva il fatidico giorno, siamo in pochi a resistere alla tentazione di accendere la televisione e assistere al carrozzone carnevalesco che si svolge sul palco dell’Ariston da ormai settant’anni. L’ironia sta nel fatto che non lo abbiamo mai visto neanche quando i nostri genitori lo guardavano pedissequamente e ora ci siamo trasformati in loro e ci piace dirci che no, non è per la musica,

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Jojo Rabbit, un film che danza sull’assurdità del razzismo

Che è possibile raccontare tematiche delicate con ironia e leggerezza ma senza sminuire la drammaticità degli eventi lo hanno dimostrato in passato film come La vita è bella e Train de vie. Ma il pluricandidato agli Oscar 2020 Jojo Rabbit di Taika Waititi decide di fare uno step successivo, sfruttando al meglio una delle armi più pericolose ma potenti che possiede un narratore: il punto di vista di un bambino. Jojo è un ragazzino decenne appartenente alla gioventù hitleriana sul finire della seconda guerra mondiale.

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Essere Craxi: la fragilità del potere e dell’uomo in Hammamet di Gianni Amelio

Bettino Craxi, padrone dell’Italia negli anni Ottanta, leader del PSI, colui che ha sfidato la super potenza americana di Reagan con l’episodio di Sigonella, in Hammamet è un uomo anziano, malato non solo fisicamente, ma anche e soprattutto di amore e rabbia verso il suo paese, contro chi gli ha voltato le spalle. Ci si aspetta di vedere un film che racconti i fatti politici, il contesto storico di un’Italia ormai lontana, ma il film altro non è che un’analisi profonda, a tratti angosciante, di una personalità tra le più complesse del quadro politico di quegli anni.

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