Si conclude Street Art for Rights | Un museo a cielo aperto

A Roma 17 murales dedicati all’Agenda 2030 ONU diffondono la cultura della sostenibilità attraverso la street art

Con l’ultimo muro del noto street artist Fabio Petani da poco realizzato, si conclude ufficialmente la III edizione di Street Art For Rights a Roma, il festival che racconta e diffonde la cultura della sostenibilità attraverso la street art, nel segno dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda ONU. 

Street Art for Rights si è affermato come un punto di riferimento per la street art in Italia con oltre 30 opere realizzate a Roma nei quartieri periferici di Corviale e Settecamini e nel Lazio tra Cassino, Fiumicino e Latina. Un vero e proprio museo a cielo aperto che offre a tutti gli appassionati e non, soprattutto durante le festività natalizie, di conoscere una “Nuova Roma”, inedita e poco conosciuta. L’arte dona nuova vita allo spazio della periferia in un trionfo di colori che ha ridato vivacità al volto dei quartieri. Grazie a Street Art for Rights, lo spazio urbano diventa un luogo dove potersi esprimere liberamente, una galleria d’arte in cui le opere non restano confinate ad un pubblico d’elite ma raggiungono sempre più cittadini.

Il progetto Street art for Rights nasce infatti con l’intento di portare l’arte nei quartieri con contesti difficili della periferia di Roma, adottando i 17 Goals dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU e filtrandoli con l’occhio dell’arte contemporanea. L’obiettivo è quello di dare concretezza artistica al piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità promosso dall’ONU, avvicinando la comunità ai vari temi e sollecitando la discussione circa i problemi impellenti dell’era contemporanea.

In questa III edizione gli artisti, selezionati per il loro impegno civile oltre che per il loro segno e impatto artistico, Natalia Rak (Polonia), Etnik (Svezia-Italia), Fabio Petani (Italia), Attorep (Italia), Barbara Oizmud (Italia), Davide Toffolo e Marqus (Italia), NSN997 (Spagna), Manuela Merlo in arte HUMAN (Italia), hanno realizzato 8 muri nei quartieri Settecamini, Ponte Mammolo e San Paolo, dedicati ai Global Goals dal 10 al 17 dell’Agenda 2030: OBIETTIVO 10 Ridurre le disuguaglianze; OBIETTIVO 11 Città e comunità sostenibili; OBIETTIVO 12 Consumo sostenibile; OBIETTIVO 13 Lotta al cambiamento climatico; OBIETTIVO 14 Vita sott’acquaOBIETTIVO 15 Vita sulla terraOBIETTIVO 16 Pace, giustizia e istituzioni solideOBIETTIVO 17 Partnership per gli obiettivi. Tutti gli artisti hanno restituito, ognuno dal proprio personale punto di vista, un’immagine potente sul concetto-chiave di sviluppo sostenibile. Inoltre, tutti i muri sono stati realizzati usando anche le vernici speciali del brevetto AirLite, prodotti che riescono a trasformare gli agenti inquinanti in molecole di sale e ad avviare il processo di fotosintesi.

Street Art For Rights è ideato e diretto da Giuseppe Casa, curato da Oriana Rizzuto, e organizzato dall’associazione culturale Taste & Travel in collaborazione con MArteSocial MArteGallery. Molto più di un semplice festival, Street Art for Rights rappresenta una vera e propria azione artistica e sociale, che attraverso la street art vuole ampliare lo spazio dedicato alla testimonianza di buone pratiche sui temi della sostenibilità – ambientale, sociale e di governance sostenibile – con il desiderio che queste si moltiplichino creando una reazione a catena di effetti positivi “contagiati e contagianti”.

HYBRIS al Teatro Vascello

Come di consueto nel periodo natalizio tornano Flavia Mastrella Antonio Rezza con uno dei loro fantastici spettacoli.

Dal 20 dicembre 2022 al 22 gennaio 2023 al Teatro Vascello di Roma va in scena HYBRIS

Dal martedì al venerdì h 21.00
Sabato h 19.00
Domenica h 17.00

Come si possono riempire le cose vuote? È possibile che il vuoto sia solo un punto di vista? La porta…perché solo così ci si allontana. Ognuno perde l’orientamento, la certezza di essere in un luogo, perde il suo regno così in terra e non in cielo. L’uomo fa il verso alla belva. Che lui stesso rappresenta. Senza rancore. La porta ha perso la stanza e il suo significato, apre sul nulla e chiude sul nulla.Divide quello che non c’è… intorno un ambiente asettico fatto di bagliori. L’essere è prigioniero del corpo, fascinato dall’onnipotenza della sua immagine trasforma il suo aspetto per raggiungere la bellezza immobile e silente che tanto gli è cara. 

Le gabbie naturali imposte dal mondo legiferano della nascita, della crescita e della cultura, ma la morte è come al solito insabbiata; ai bambolotti queste cose sembrano inutili sofferenze, antiche volgarità. La porta attraversata dal corpo, che è di cervello e profondamente pigro, si trasforma in un portale nel vuoto; al bordo del precipizio si può immaginare un mondo alternativo ma il bambolotto si lascia abitare da chiunque, di ognuno prende un pezzo, uno spunto, sicuro e consapevole di dare una direzione sua alle cose. La spina dorsale si allunga e si anima: finalmente si divide. Aprire la porta sulle altrui incertezze, sull’ambiguità, sull’insicurezza dell’essere e la meschinità dello stare. Chiunque sta in un punto, detta legge in quel punto. Ci si conosce sotto i piedi, nulla può durare a lungo quando due persone si incontrano esattamente dove sono: e dove stanno non  si vede bene perché ci sono i piedi sopra. I rapporti finiscono perché nascono sotto i calcagni, senza rispetto. Piccoli dittatori che fanno della posizione la loro roccaforte. Ma poi barcollano con una porta davanti gestita da un carnefice inesatto che stabilisce dove gli altri vivono. Non cambia molto essere un metro oltre o un metro prima, ma muta lo stato d’animo di chi sapeva dove era e adesso ignora dove andrà perché non sa da dove parte. Chi bussa sta dentro, chi bussa cerca disperatamente che qualcuno da fuori chieda “chi è?”. Bussiamo troppo spesso da fuori per tutelare le poche persone che vivono all’interno, si tratta di famiglie di due o tre elementi, piccoli centri di potere chiusi a chiave. Dovremmo imparare a bussare ogni volta che usciamo, perché fuori ci sono tutti, l’esterno è proprietà riservata, condominio esistenziale, casa aperta. L’educazione va sfoggiata in mezzo agli altri e non pretesa quando ci si spranga insieme al parentato. La famiglia la sera chiude fuori tutta l’umanità, che senso ha accogliere il diverso quando ogni notte ci barrichiamo dichiarando l’invalicabilità della nostra dimora? Infimi governanti delle pareti domestiche, come le bestie. L’uomo diventa circense, domatore della proprietà privata.

Info e biglietti
Gruppi di minimo 10 persone 15 euro a biglietto (il trascinatore deve acquistare i biglietti per tutti in un’unica soluzione tramite bonifico o recandosi in biglietteria il giorno prima della replica. Per prenotare i biglietti inviare una mail a promozioneteatrovascello@gmail.com o telefonare a 06 5881021)
intero 25 euro
ridotto 18 euro
studenti 15 euro
31 dicembre SPECIALE CAPODANNO 50 euro
Il biglietto comprende lo spettacolo Hybris, cotechino, lenticchie, spumante, dolci, e l’Asta al buio

Il senso di smarrimento della generazione Y racchiuso in un EP

Painties in a Bunch – Mutandine [Esclusiva Streaming]

Comunicazione moderna, critica sociale e freschezza musicale.
L’EP di debutto del quartetto indie bresciano Panties in a Bunch, in uscita il XX Settembre in collaborazione con Betaproduzioni e distribuito da Artist First, porta con sé molto più di un titolo curioso!

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Il Tempo delle Donne – con “L’arte libera i muri” protagonista anche Street art for Rights

Dal 9 all’11 settembre: in Triennale Milano, live e in streaming

Torna a Milano l’appuntamento del Corriere della Sera “Il Tempo delle Donne”, quest’anno alla nona edizione, dedicata all’IMPATTO – declinato in vari ambiti: parità di genere, politica, ambiente, imprese, identità – in Triennale Milano dal 9 all’11 settembre con incontri fisici e virtuali.

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Fabiola presenta il suo EP d’esordio “Overture”

Overture è l’EP d’esordio di Fabiola, all’anagrafe Fabiola Poretti, disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming e distribuito da Artist First. I sei brani contenuti nell’EP ripercorrono alcuni momenti importanti per l’artista, scavando nella sfera musicale e personale. “Overture” è stato interamente scritto da Fabiola Poretti e Giorgia Sudati. L’EP è stato prodotto da Fabio De Marco, che ne ha curato anche mix ed i master.

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Anomalie, il festival del Nuovo Circo torna a Roma

 

Torna per il 16° anno Anomalie, un evento che illumina le periferie con equilibrismi, danze aeree, clownerie, giocoleria, ma anche teatro sperimentale, opere multimediali ed improvvisazioni musicali. Oltre sessanta artisti, tre spettacoli al giorno per undici giorni renderanno il parco delle Canapiglie un’anomala piazza dedicata allo spettacolo, alla cultura ed alla formazione. Lo scopo è quello di reinterpretare la periferia metropolitana attraverso l’innovazione e lo scambio intergenerazionale a dimostrazione di come il messaggio delle arti possa migliorarne la qualità della vita dei territori ed aumentare il benessere individuale, in una commistione fra un grande evento ed una festa di quartiere.

Il pomeriggio è dedicato ai workshop di nuovo circo per i più piccoli (4 – 14 anni) a cura di Hangar delle Arti e il laboratorio dedicato alla canzone popolare romanesca di Alessandra Magrini, che permetterà l’esibizione di tutto il pubblico. Entrambi porteranno alla creazione di un’opera corale e originale creata e adattata per il luogo ospite. Lezioni spettacolo e performance al tramonto anticipano gli spettacoli serali delle ore 21, tutto destinato ad un pubblico eterogeneo, da 0 a 99 anni.  Ideato e promosso dal Kollatino Underground in collaborazione con 238 Hangar delle Arti, Artinconnessione Nuova e la Scuola Popolare di Musica del Testaccio, per la direzione artistica di Alberto Longo (nuovo circo), Chiara Crupi (teatro) e Mauro Verrone (musica).  

Alberto Longo, direttore dell’Hangar delle arti, ha affidato l’apertura del festival a Nicola Danesi De Luca in Cocò Clown e Grazia Palermo in Cerchi in testa con uno spettacolo tecnico di circo, giocoleria e danza.

In programma due spettacoli al giorno, fra i quali spiccano la presenza di  Costanza Bernotti e Shay Wapniaz in One eye jack che ci condurranno in una dimensione metafisica, un mix esaltante di trapezio, acrobatica  ed equilibrismo. A strabiliare il pubblico la performance di giocoleria di Daniela Cardellini, lo spettacolo di nuovo circo di Humberto Jimenez Rios. In programma anche  clownerie, giocolerie e equilibrismi: Donatella Morabito in Bon Bon Rouge, Maurizio Bellardini in Fantasticherie cose copiate, Sofia Massari in Messinpentola, Lorenzo Ritondale in Peace & Juggling, Andrea Scarimbolo in Giallo Celeste Fuxia Show, Lucignolo Paolo Mele in Spyral 2.0 – Herakleitos, Cesar Julio Ortega in Relatos Fantasticos, Luisanna Vespa in Corda Molle, la Compagnia Typestac in Belle et Poubelle, oltre agli spettacoli organizzati dalla Scuola Romana di Circo e il concerto dei ragazzi del centro diurno Argolab Il Mosaico. Anche quest’anno il teatro è protagonista nella sua espressione più popolare e nella piena integrazione con il pubblico. ScenikAttiva, composta da Alessandra Magrini e Antonio Carboni, proporrà il workshop di Teatro e Canzone Romanesca che si concluderà con lo spettacolo finale Scanzonata per la Pace. La kermesse si conclude con Goldrake, il Gran Galà di Circo, a cura del collettivo Hangar delle Arti composto da 16 artisti provenienti da tutto il mondo, per la regia di Alberto Longo. Dopo il successo ricevuto, anche quest’anno tornano le opere multimediali del format Visioni a cura del collettivo artistico Margine Operativo coordinato da Alessandra Ferraro e Pako Graziani.

Con “furore” torna il Tendance Festival 2022

Dal 23 maggio al 5 giugno 2022 torna con “furore” il Tendance Festival con un ricco programma di spettacoli di danza contemporanea tra Latina, Sezze e Priverno con Virgilio Sieni a Giuseppe Muscarello, da Roberto Castello a Giselda Ranieri, da Michele DI Stefano a Sara Sguotti, da Daniele Albanese a Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi

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Francesco Zizola e Antonio Biasiucci alla Galleria del Cembalo con due mostre fotografiche

Dal 27 aprile 2022, nell’affascinante cornice della Galleria del Cembalo due mostre fotografiche accolgono i visitatori: Mare Omnis di Francesco Zizola e Epifanie/03 – LAB/per un laboratorio irregolare a cura di Antonio Biasiucci.

Sembrano costellazioni celesti lontane anni luce e invece sono tonnare sarde quelle di Mare Omnis. Punti bianchi che sembrano stelle sono le boe e i fili argentati delle cime galleggianti sembrano unirle.  Sono lì’ quelle reti da pesca inserite nel grande mare Mediterraneo fotografate dall’alto dall’occhio di un drone.

Mare Omnis di Francesco Zizola, visitabile fino al 30 giugno 2022, presenta una raccolta di 22 fotografie di grande formato in cui sono rappresentate le tonnare, reti che i tonnarotti – coloro che si occupano della mattanza – installano per catturare i tonni nella loro migrazione verso la costa.

La mostra Mare Omnis documenta in maniera antropologica la vita vissuta in mare attraverso forme di pesca ancora manuali, locali, sostenibili, secondo tradizioni centenarie, indagando il rapporto dell’uomo con la natura e della sua influenza sul mare declinato attraverso un linguaggio visivo articolato e complesso. Costruire i propri strumenti di lavoro, gettare le reti in mare, trascorrere giorni e mesi in attesa della pesca, essere soggetti alle leggi della natura, compongono quel patrimonio di sapere legato alla prossimità con il mare e ad una vita in rapporto con esso che oggi è sostituito da metodi di pesca intensivi e industriali. Le immagini presentate ci restituiscono – attraverso un quadro visivo potentissimo – il sentimento di una relazione simbiotica che ricuce quella separazione tra uomo e natura adottata dalla società contemporanee: acqua che diventa paesaggio astratto, pesci colti nelle fitte reti immerse nel mare.

Le immagini sono state tutte realizzate nel mare del Sulcis, nella Sardegna sud occidentale, presso la Tonnara di Portoscuso, che in quelle acque opera da secoli. La scelta della stampa in bianco e nero è fatta per stimolare l’immaginazione di chi guarda verso uno spaesamento percettivo; il fotografo mette in atto un deliberato inganno semantico per deviare i sensi utilizzando la memoria istintiva. Così, le grandi reti della tonnara finiscono ad assomigliare a cose diverse; alcuni ci leggono dei dream catcher etnici, altri dei graffiti arcaici, altri ancora delle costellazioni nella notte.

La serie si chiama Constellation perché alcune di queste fotografie sono espressamente organizzate per rimandare ad una visione notturna delle costellazioni, mentre in altre immagini già dalla prima inquadratura Zizola ha intravisto nelle forme di luce un quadro di Paul Klee, l’Angelus Novus. “Trovo oggi più interessante usare la fotografia per invitare la nostra percezione e la nostra mente su un piano immaginifico e simbolico, capace di procedere per metafore narrative. E la narrazione per me è quella che riguarda il senso del nostro essere e del nostro agire” dice Francesco Zizola.
Come ricorda Barthes: “Qualunque cosa essa dia a vedere e quale che sia la sua maniera, una foto è sempre invisibile: ciò che noi vediamo non è lei.” Cosa guardiamo veramente quando vediamo un’immagine? Cosa riconoscono i nostri occhi davanti ad esse? Sono le domande che ci poniamo osservando le fotografie di Mare Omnis. L’ambiguità è totale e Zizola sceglie di ragionare sul paradigma del fotografico sapendo che le immagini hanno il meraviglioso compito di creare percorsi di significato dando origine a processi di consapevolezza nello spettatore. “C’è una verità estatica, poetica. È misteriosa e inafferrabile, e può essere raggiunta solo attraverso l’immaginazione e la stilizzazione. La fotografia ha il compito di aprire nuove possibili comprensioni della complessità della realtà” commenta Francesco Zizola.

Ad affiancare Mare Omnis, dopo il successo dell’edizione 2017, il LAB/per un laboratorio irregolare a cura di Antonio Biasiucci torna negli affascinanti spazi della Galleria del Cembalo con la mostra Epifanie/03, la terza edizione del progetto, visitabile fino al 14 maggio 2022. LAB/per un laboratorio irregolare nasce nel 2012 per rispondere all’esigenza di creare un percorso, di circa due anni completamente gratuito, rivolto a giovani artisti a cui trasmettere un metodo costante di approfondimento e critica del proprio lavoro. Anche nel difficile periodo della pandemia, il fotografo Antonio Biasiucci ha seguito gli allievi, in un costante confronto, guidando ognuno di loro nella produzione di un progetto di ricerca personale per assimilare un processo, un criterio, per arrivare a conquistare un proprio sentire, una propria autentica visione delle cose della vita. La mostra Epifanie/03 proporrà circa 80 opere fotografiche realizzate da Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello. Gli autori della terza edizione del LAB hanno raccontato la propria “epifania” (dal greco επιφάνεια, manifestazione, apparizione), realizzando portfolio fortemente diversi tra loro sia per forme che per contenuti. Otto narrazioni, sguardi autonomi, progetti eterogenei guidati da un unico metodo.
“Oggi restituisco quello che mi è stato dato, perché non ha senso che sia io solo a salvarmi. – spiega Antonio Biasiucci – Metto a disposizione le mie conoscenze, affinché sia dato spazio, tempo e possibilità ad altri di fare fotografia attraverso un laboratorio ispirato ad Antonio Neiwiller, regista napoletano scomparso venticinque anni fa, che io considero mio maestro. Il Laboratorio produce immagini essenziali, nelle quali l’autore può trovare una parte di sé:  sono immagini che si aprono all’altro. Dura circa due anni ed è composto ogni volta da un gruppo eterogeneo di 8 giovani autori dove il confronto, lo scambio, l’empatia verso l’altro sono una premessa fondamentale affinché ognuno possa trovare un proprio linguaggio. Hanno condiviso, mostrando fotografie di volta in volta, le loro esperienze di vita. Ognuno è stato reso partecipe, assistendo al processo artistico dell’altro.”

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