Skip to main content

Una voce sul palco

[MUSICA]

Il musicista non è mai un semplice esecutore di segni scritti, ma è anche un attore di se stesso e di conseguenza la partitura diventa nelle sue mani una sorta di copione, che oltre alle note da suonare ne determina in modo eccellente, i movimenti. Teatralità vista come interpretazione di vita vissuta, dove le violente esplosioni del suono si accostano a cori parlati, a parole sussurrate unite a momenti musicali.

Componenti di movimento, gestualità, modo di mettersi in vista nel ballare, nel suonare, che ritroviamo anche sul piano acustico, sonoro e vocale. E’ evidente che c’è un reale virtuosismo molto particolare nel modo di utilizzare la musica, che può definirsi spettacolare. La teatralità in musica è il mezzo più adatto ad esprimere il rapporto multilaterale della musica con la parola, la poesia, le immagini. Il formidabile connubio che si crea tra musica e teatralità si configura come un continuo cercare risposte per l’uomo nel mondo, dentro un ragionamento teatrale a voce alta. E’ l’arte del dialogare con il pubblico, lanciare in modo ironico, a tratti violento e dolce le proprie opinioni.
La teatralità in musica trova il suo più naturale sbocco nel Teatro musicale, che vive tra gli anni 60’ e 70’ la sua ennesima e radicale trasformazione, dopo che per molto tempo si era accantonata l’arte della rappresentazione, preferendovi l’astrattezza del linguaggio sonoro.
La definizione più compiuta di questo nuovo modo di fare musica è il “Teatro Canzone”, forma artistica inedita e meglio rappresentata da Giorgio Gaber. L’originalità dell’opera di Gaber risiede nell’invenzione di un genere espressivo legato alla parola e alla musica. Ma la teatralità in musica ha il fascino delle sfumature, la facoltà di indossare volti diversi, come quello di Ascanio Celestini ad esempio, artista polivalente, il quale nella sua musica esprime la teatralità attraverso il racconto. Il raccontare drammaturgicamente l’uomo comune.
Il miracolo della teatralità in musica, e Gaber era un maestro in questo, è di scuotere l’anima fra crescendi emozionali, in momenti giocati e melodici non di rado commoventi.

Lascia un commento