scusate per il ritardo, ma è stato un periodo difficile un anno pessimo avrebbe dovuto chiudersi per invitare un anno migliore e invece, chiudiamo con l’immondizia di napoli e apriamo con il candore clientelare di mastella, sorpreso della sorpresa degli scopritori dell’acqua calda;
Il caso meglio riuscito di nuovo senso donato ad uno spazio è senza dubbio quello della Casa del jazz. La meravigliosa villa confiscata alla banda della Magliana dal Comune di Roma e rimessa a nuovo come luogo di cultura, in questo caso jazzistica. E così sta capitando in altre ottime occasioni. Ridisegnare un significato a uno spazio, da industriale a culturale ad esempio. In musica è precisamente ciò che si fa con le cover: si prende un brano e si prova a trovare al suo interno dei nuovi respiri, dei nuovi segreti, una linea di lettura ancora inusitata.
Quando a Roma qualche tempo fa fu annunciato il recupero ed il ripristino degli ex capannoni della Mira Lanza, come base per un agglomerato di palcoscenici ad hoc per giovani artisti emergenti in campo teatrale (Riva dei Teatri), mi è subito balzata in mente, l’esperienza torinese.
Se anche voi riflettete in un biscotto i vostri pensieri, se vi sentite di camminare in bilico su un filo interdentale e vi perdete fra riviste di gossip , siete capitati nel posto giusto dove i sogni non si trasformano in realtà, perchè qui ancora nessuno ha smesso di dormire..benvenuti nel mio pigiama party
Innanzitutto Buon Anno a tutti, cari lettori! Poi, l’argomento della settimana: il thriller. In primo luogo vi devo confessare che il mio primo amore letterario è stata la produzione giallofila di Aghata Christie, sia nella versione Miss Marple che in quella Monsieur Poirot, con la successiva rivisitazione di grandi classici del giallo come Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle (in ogni sua forma e manifestazione!) e, un po’ meno a dir la verità, dei polizieschi di Simenon con Maigret.
Scrittore, drammaturgo e storico russo, Aleksandr Isaevič Solženicyn, attraverso i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo i gulag, i campi di lavoro sovietici, e, per questo merito, ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1970. Il suo lavoro come scrittore iniziò, idealmente, proprio nel periodo del suo confino ai lavori forzati.
“Attraverso l’arteterapia si ha la possibilità di attivare risorse che tutti possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e di trasmetterlo creativamente agli altri. Per poterla praticare, non sono necessarie precedenti esperienze o competenze di tipo artistico; non è il contesto in cui possono emergere giudizi di tipo estetico, poiché ogni espressione dell’anima e della propria umanità, fosse anche solo un semplice segno o un insieme caotico di linee e colori, è manifestazione autentica di un sentire profondo e come tale, di valore inestimabile.
Un giorno in una stradina vicino piazza Venezia, a Roma, incontrai un mio amico che non vedevo da tempo. Per festeggiare l’evento andammo in un bar, a Sant’Apostoli, a prendere un caffè. Sapendo della mia formazione e dei miei interessi, nel bel mezzo del più e del meno, di cui si parlava, e dei bei tempi vissuti, mi domandò: “Cosa pensi dell’arteterapia? Dimmi qualcosa, che mi ci sto appassionando”. Io risposi: “Ne so poco, o meglio non ne so nulla, ma ritengo che sia sicuramente una cosa buona, anzi diciamo una cosa bella. Usare l’arte come… come… Non riuscii a dire: è bello usare l’arte come terapia della patologia mentale.
“Abbiamo chiesto il favore ai ragazzi che il 19 gennaio verranno al Circolo degli Artisti di Roma di riprendere il nostro concerto di chiusura del tour con ogni mezzo a disposizione, senza il bisogno di nessun tipo di autorizzazione e limitazione, e poi di spedirci tutto! Abbiamo intenzione di utilizzare le immagini migliori che ci saranno pervenute dai fan, assieme a quelle che realizzeremo noi durante la serata, per vedere di produrre uno speciale supporto video, magari un Dvd live che è in cantiere da molti anni e che non è mai stato ancora pubblicato..”.
E’ facile lasciarsi travolgere e trasportare nell’affascinante viaggio proposto dal Progetto 41mo parallelo…basta chiudere per un solo momento gli occhi, per ritrovarsi catapultati in mondi e tradizioni diverse tra loro. Con la curiosità e l’intraprendenza di un esploratore si parte dal centro dell’Italia, dirigendosi verso Sud, si attraverseranno paesi, popoli, culture a volte sconosciute a noi occidentali. E’ proprio in tal senso che un paese come la Cina è stato inserito nella mappatura del progetto.
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