Nella notte delle streghe e dei morti viventi, il 31 ottobre, invece di gridacchiare “dolcetto o scherzetto”, ci trovavamo nella sala dei congressi della Scuola Omero, la scuola di scrittura creativa ormai al suo ventesimo anno d’età, a sentire storie di trasformazioni mostruose e non.
Un concorso internazionale che mette insieme le realtà artistiche emergenti di centro e periferia, questo il focus di Centro/Periferia. Nuove Creatività, un’iniziativa di Federculture ormai giunta alla sua terza edizione. La logica che guida questo evento è quella dello scambio e del confronto, questo per offrire un’occasione di visibilità e affermazione a giovani talenti.
Le orecchie più famose del mondo stanno per far capolino in Italia. In tour dal 2006, l’evento DISNEY LIVE! IL MAGICO SHOW DI TOPOLINO viaggia con una media di 320 spettacoli l’anno e ha avuto già oltre milioni e mezzo di spettatori. La magia Disney porta in scena una nuova produzione itinerante dal vivo, prodotta da Feld Entertainment e presentata da Applauso Spettacoli a Napoli, Milano, Torino e Roma. I più celebri personaggi Disney insieme a brillanti illusionisti si presentano in scena con uno spettacolo originale dal vivo che entusiasma bambini di tutte le età.
Parafrasando le parole dell’antropologo Lévi-Strauss introduciamo questo viaggio nel buon gusto anche nel pensare. Per il secondo anno le edizioni Aida hanno organizzato una staffetta del piacere culinario incorniciato dalla parola scritta, questo è accaduto dal 23 al 26 ottobre 2008 presso la Sala delle Nazioni alla Fortezza Da Basso, Firenze. Le Edizioni Aida sono uno dei partner fondamentali del Festival della Creatività, in un contesto di inventiva e di estro hanno incastonato De GustiBooks, un progetto legato al cibo e alla lettura.
Second Life sbarca per il secondo anno al Festival della Creatività di Firenze e lo fa in grande stile con una sezione dedicata, un’invasione di cyberpunk e una mostra, Rinascimento Virtuale, curata da un giornalista e architetto pioniere della realtà virtuale in Italia, Mario Gerosa. Architettura e mondi virtuali: molti si chiederanno come sia possibile conciliare l’arte a servizio dell’uomo e la Rete per la creatività e l’innovazione, come un mezzo meccanico diventi la proiezione dei nostri sogni e desideri.
“Lapel chair” è una sedia che si ispira alle tecniche di piegatura Origami, nata dalle bizzarre intuizioni e di un famoso designer australiano, Stuart Mcfarlane. Fin qui tutto normale, la creatività non ha confini, lo sappiamo benissimo. Il punto è che questo oggetto d’arredamento è stato realizzato piegando, proprio come avviene nell’arte millenaria degli Origami, un candido materiale plastico, solido e resistente, riciclato e riciclabile al 100%.
Un’opera d’arte somiglia ad uno specchio su cui vengono riflessi i tratti e le espressioni di un volto, i suoi colori ed il suo stato d’animo e ancora più ci appare straordinario il modo in cui l’artista decide di sottoporsi allo sguardo severo e lucido dello specchio. Un artista che gioca con colori e forme non è solo un artigiano che crea, ma è anche un servo a disposizione dell’anima e della forza dell’immaginazione che spinge ad inebriare l’atmosfera con il profumo dell’arte e a segnare la contingenza con il gesto della creazione.
Tre donne, tre generazioni, tre modi differenti di affrontare la vita, intrecciati insieme per tessere le trame dello spettacolo Và dove ti porta il cuore, al Teatro Quirino di Roma dal 7 al 26 ottobre. La storia, tratta dall’omonimo libro della Tamaro, approda per la prima volta a teatro dopo quattordici anni dalla pubblicazione del fortunato testo, già utilizzato in passato per la trasposizione cinematografica della regista Cristina Comencini.
È in un piccolo pezzo di paradiso, un pò nascosto tra gli alberi ad alto fusto e folta chioma nella grande capitale, il Teatro Arvalia. Certo, la differenza la fanno in modo particolare gli attori ma, anche il teatro, “mette la sua faccia “ mostrando il suo palco già “ in scena” che si adegua -pur senza maschere- alle varie rappresentazioni, facendo da sfondo e da supporto. Ed è stato proprio qui, che il palco nudo e semplice, senza artificiosità di alcun genere, ha accolto dal 14 al 19 ottobre scorso, Macbeth: uno dei drammi più dibattuti e conosciuti di William Shakespeare, interpretato dalla Compagnia “L’officina del teatro”.
Il suo nome è hip hop. Ha radici nella cultura black americana ed è un movimento giovanile che abbraccia diverse arti ed è nato negli anni ’80 tra i ghetti neri delle grandi città della East e West Coast. Una curiosità: un sondaggio del Simmons Lathan Media Group, rivela che 45,3 milioni di persone, in tutto il mondo, spendono in media 12,6 miliardi di dollari l’anno per mercanzia hip hop, tra abbigliamento da rapper, dischi e gadget vari.
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