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Va’ dove ti porta il cuore…anche a teatro!

[TEATRO]

Tre donne, tre generazioni, tre modi differenti di affrontare la vita, intrecciati insieme per tessere le trame dello spettacolo Và dove ti porta il cuore, al Teatro Quirino di Roma dal 7 al 26 ottobre.
La storia, tratta dall’omonimo libro della Tamaro, approda per la prima volta a teatro dopo quattordici anni dalla pubblicazione del fortunato testo, già utilizzato in passato per la trasposizione cinematografica della regista Cristina Comencini.

L’adattamento teatrale è stato curato dalla stessa scrittrice Susanna Tamaro insieme a Roberta Mazzoni, mentre la regia è stata affidata a Emanuela Giordano. Sul palco Marina Malfatti, Agnese Nano e Carolina Levi.
Un cast tutto al femminile. D’altronde non poteva essere altrimenti per una storia che parla di donne e lo fa tra donne.

Filo conduttore è un segreto che pende sulle vite delle protagoniste e che attraverso una silenziosa bugia ha necessariamente segnato i loro destini. Ma, ad un certo punto, il passato irrompe prepotentemente sui rapporti presenti dando così alla più anziana delle tre, Olga (Marina Malfatti), l’opportunità di redimersi: se ormai è troppo tardi per poter recuperare il rapporto con la figlia Ilaria (Agnese Nano) è comunque ancora possibile farlo con la nipote Marta (Carolina Levi). Passato e presente si mescolano così tra loro in un’atmosfera rarefatta, complice una scenografia soft tutta rigorosamente bianca e beige, colori simbolo di un inconsapevole reclusione dentro la monotonia del quotidiano. Vestite di questi stessi colori le tre figure si susseguono sulla scena quasi in maniera incorporea ognuna di esse portando con sè la propria solitudine e tentando di buttar già quei muri che le parole mai dette hanno inevitabilmente innalzato. Ne deriva quindi un’acuta quanto reale analisi di quei meccanismi che governano i rapporti familiari, i cui membri trincerati dietro il perbenismo borghese, finiscono per non conoscersi per nulla, vivere di abitudine e morire sotto i colpi di una «noia gentile».
Olga, Ilaria, Marta, ognuna di loro cerca ribellarsi a questa logica perbenista, la prima rifugiandosi nel tradimento, la seconda rinnegando la propria famiglia e la terza fuggendo in America. Ma forse, solo a Marta, rappresentante dell’ultima generazione, è data la possibilità  di vincere la propria battaglia sostenuta dalle parole della saggia nonna che, dopo gli errori passati, non può che darle l’unico consiglio possibile: «quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso ma siediti e aspetta. Respira con la profondità  fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai fermo in silenzio e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e và dove lui ti porta».

Chiaramente il tono del testo è quello classico del melò che, nella riduzione teatrale, è intervallato da cambi di registro, a tratti forzati a tratti riusciti, verso un tono quasi umoristico. Un pò snervante risulta, nella parte centrale dello spettacolo, il lungo processo alla protagonista, il cui comportamento viene messo sotto accusa ora dalla figlia, ora dalla nipote. Di sicuro comunque, vista la scelta di sintetizzare al massimo il numero di attori, per le tre interpreti non dovrà essere stato semplice tenere la scena, nè tantomeno confrontarsi con un testo così famoso e apprezzato. Brave le attrici che hanno ben retto. Apprezzamento rivolto soprattutto alla più giovane delle tre, Carolina Levi che, con la sua naturalezza, ha reso lo spettacolo vivo e reale. E adesso, dopo aver aperto la stagione del Teatro Quirino, la tournèe continua. Prossima tappa Teatro Duse di Bologna.

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