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De GustiBooks al Festival della Creatività

[LETTERATURA]

Parafrasando le parole dell’antropologo Lévi-Strauss introduciamo questo viaggio nel buon gusto anche nel pensare. Per il secondo anno le edizioni Aida hanno organizzato una staffetta del piacere culinario incorniciato dalla parola scritta, questo è accaduto dal 23 al 26 ottobre 2008 presso la Sala delle Nazioni alla Fortezza Da Basso, Firenze.
Le Edizioni Aida sono uno dei partner fondamentali del Festival della Creatività, in un contesto di inventiva e di estro hanno incastonato De GustiBooks, un progetto legato al cibo e alla lettura.
Il Festival è un crocevia di musica dal vivo, ospiti internazionali e soprattutto nuove idee, un turbinio continuo che si ha nel passare da un padiglione all’altro e soprattutto perdendosi tra questi, è un contesto molto veloce dove De GustiBooks costituisce un luogo dove camminare tra i libri con in mano un bicchiere di vino: al Padiglione Nazioni ci siamo potuti fermare un attimo anche per ascoltare le presentazioni di libri che raccontano di golosità antiche e moderne, di sperimentazioni e riscoperte.
Gustare del buon cibo richiede soprattutto una buona preparazione sensoriale non solo il dovuto appetito, per questo Aida ha dato spazio alle molteplici sfaccettature del sapore, non limitandosi a dire e ad invitare al gusto, ma a spiegarne la totalità sensoriale. Al centro del padiglione abbiamo trovato un percorso olfattivo, nello Spazio Borgogna i profumi che spesso ci vengono spiegati inutilmente dai termini astrusi dei sommelier sono stati rinchiusi in ampolle e finalmente senza la conoscenza e lo studio dovuto si è riuscito a percepire quel famoso e inquietante, nella sua definizione, profumo di sottobosco che forse un domani sapremo anche riconoscere nel saggiare un buon vino rosso!
Comunque, l’idea di presentare le note dei profumi nel cibo e di poter fare “il naso” di quello che amiamo gustare è una piacevole esperienza percettiva.

Non sono mancate le dovute degustazioni con ospiti golosi come EuroChocolate, l’impegno però non era solo quello di un’esperienza del buon cibo, ma la promozione di una cultura legata a questo. Tra le presentazioni dei libri di cucina, uno che ci ha particolarmente colpito, anche se non è stato propriamente presentato, è quello di Massimiliano Ricciarini, che, presentando l’Associazione Streetfood ha accennato al suo libro Ciboviaggiando, che non è un libro finito ma si costruisce in corso d’opera grazie ad un sito, www.ciboviaggiando.it, che promuove con la collaborazione di chi usufruisce dello stesso di allargare il giro dei consigli di questo iter tra le bontà italiane.
Quest’associazione lavora in linea al concetto base di De GustiBooks: la scoperta. Streetfood ha una sua mappa che conduce al recupero delle ricette semplici e povere della tradizione italiana. Il punto è che definire questi cibi semplici e poveri è riduttivo. I pranzi che i lavoratori dei campi o delle fabbriche consumavano per interrompere le ore lavorative erano il frutto di un’accurata selezione, la semplicità stava nel rendere dei buoni alimenti con i giusti valori nutrizionali facili da consumare anche velocemente.

Tra una marea di libri c’erano le ricette che uscivano dalle pagine e venivano spiegate ai golosi curiosi che cercavano di memorizzare i consigli dei molteplici chef che si sono susseguiti dietro i fornelli. Quando poi la curiosità è molta e non ci basta la cultura gastronomica regionale si è potuto tentare un viaggio anche del palato: di fatto dovremo abituarci a nuovi sapori, come hanno fatto i nostri avi nelle loro migrazioni realizzate o subite, qui abbiamo trovato un’altra possibilità di incontro grazie ad un piatto e la dimostrazione che la cultura si attua percorrendo molteplici strade, anche quella del buon cibo: un sincretismo tra cibo e letteratura davvero facile da digerire, no?

 

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