“Sospeso sullo spazio-tempo universale, un labirinto di percorsi s’intrinseca nella ricerca d’unisono fra l’identità esteriore dell’individuo e il sé profondo” (Giorgia Fiorio)
Cento stampe fotografiche in grande formato e rigorosamente in bianco e nero fanno confluire i nostri sguardi profani nella testimonianza visiva di Giorgia Fiorio, torinese di nascita che dal 2000 si è impegnata in una ricerca personale sul rapporto dell’individuo con il sacro.
Nella Sala Grande del Teatro dell’Orologio di Roma si sono aggirate – dal 19 marzo al 10 aprile – le ombre inquiete di sei combattenti dispersi nelle maglie della storia, riuniti ne L’ultima notte di Pace per raccontare al pubblico i propri destini. Lo spettacolo – scritto e diretto da Francesca Zanni – è il risultato assolutamente straordinario della collaborazione tra la Compagnia Teatro IT e La Casa dei Racconti che si fregia del patrocinio di Amnesty International Italia per sancire l’altissimo valore culturale e civile del progetto.
Si è aperto un nuovo sipario sulla scena teatrale che ha catturato l’attenzione di numerosi spettatori presenti al Primo Festival del Teatro Visibile: una quattro giorni a “tutto teatro” , svoltosi tra il 26 e il 29 marzo scorso al Teatro della Visitazione.
Ancora una volta ci si ritrova al Circolo degli Artisti, pronti ad ascoltare musica, e questa volta a presentarla sarà un particolare e intenso uomo: Umberto Giardini, in arte Moltheni, una strana anomalia che ormai da 10 anni viaggia tra le vibrazioni della musica italiana. L’attesa prima della sua esibizione verrà colmata dai Maledia, che con una chitarra acustica, una elettrica ed una voce racconteranno con poche canzoni la loro musica accompagnati da luci blu, nella quiete apparente, luci rosse per “Favole inutili”, brano che parla di un amore tra due donne e luci verdi per il loro finale.
La Marcosbanda, l’unica band che può chiamare i pomodori con nomi illustri quali: Van Gogh, Gauguin e Matisse, mercoledì 1 aprile, sul palco del Circolo degli Artisti, ha divertito e dato prova della propria poliedricità spaziando dal blues al jazz, dalla samba agli stornelli in romanesco. Non molto tempo fa li avevo visti su un palco importante come quello dell’ Auditorium Parco della Musica e, pur notando la loro bravura, non ne ero rimasta particolarmente colpita forse perché il gruppo era teso e la platea composta.
Sergio Toppi. Il segno della Storia è il titolo della mostra principale della terza edizione di BilBOlBul, il Festival Internazionale del Fumetto che si è svolto a Bologna. L’esposizione, allestita presso il Museo Civico Archeologico dal 6 marzo al 12 aprile, presenta al pubblico oltre duecento fumetti e illustrazioni, tratti dalla vastissima produzione dell’autore che conta ormai più di quaranta anni di produzione. La mostra rifiuta la sterile divisione delle opere su basi cronologiche, coglie piuttosto i nodi centrali del tratto incisivo di Toppi, non tralasciando alcune importanti innovazioni stilistiche.
A pochi mesi dalla scomparsa del grande drammaturgo, poeta e scrittore inglese, la compagnia Mirò vuole rendergli omaggio mettendo in scena a Roma, al Teatro Tordinona dal 24 marzo al 5 aprile, L’amante di Harold Pinter. Amico e da molti considerato l’erede di Samuel Beckett, animato fino ai suoi ultimi giorni da un forte impegno civile e politico, Pinter è stato insignito nel 2005 del Premio Nobel per la Letteratura con una motivazione che riassume perfettamente il suo genio e la base del genere ormai definito ‘Pinteriano’: Nelle sue commedie scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione. E in questa descrizione si rispecchia perfettamente L’amante, una delle sue brevi ma intense tragicommedie, che sembra trattare con apparente leggerezza l’amore e i suoi inganni, ma che lascia intravedere un dramma molto più profondo ed esistenziale.
Per il secondo appuntamento di Teatro nei Locali, il 30 marzo si sono esibiti sul palcoscenico del MADS cinque nuovi gruppi, in concorso con altrettanti corti per contendersi l’opportunità di partecipare al MArteLive 2009, ormai alle porte. Ad inaugurare la scena è la Compagnia Teatroinsieme con Ki ama sutra, un testo erotico – diretto da Carlo Cianfarini – che tenta di conquistare l’interesse del pubblico facendo leva su contenuti espliciti ed intenzionalmente scabrosi. Il tentativo, decisamente meno sconvolgente del previsto, si infrange contro i limiti di una recitazione cantilenante attraverso cui gli attori – Stefano Alori ed Anna Lisa Giardina – non riescono a dar vigore agli spunti potenzialmente pruriginosi dello spettacolo.
Dal 17 al 29 marzo la Compagnia Mario Chiocchio ha fatto sosta con il magico carro di Zampanò al Teatro Valle di Roma per portare sul palco lo spettacolo La Strada, la cui versione cinematografica di Federico Fellini era valsa al regista emiliano l’Oscar come Miglior Film Straniero nel lontano 1956. In contemporanea è stata allestita una mostra espositiva per far rivivere al visitatore le magiche atmosfere felliniane attraverso scritti, foto, caricature e sogni del grande maestro del cinema italiano. La forma scelta per la trasposizione teatrale è quella del dramma musicale, scritto da Tullio Pinelli (già protagonista della sceneggiatura cinematografica) e Bernardino Zapponi. Fedelmente al film, viene riproposto il tema dell’incontro tra il rude Zampanò, e l’indifesa Gelsomina, leggendari personaggi felliniani che qui hanno i volti di Tosca e Massimo Venturiello, quest’ultimo anche regista della rappresentazione.
La sera del 1° aprile al Fantareale Slam, il concorso letterario, tenutosi presso l’aula magna di Villa Maria, nel cuore del quartiere Monteverde Vecchio di Roma, tra cani rompiscatole, amantidi religiose e farfalle che rubano la memoria ha vinto l’animale più rappresentativo del fantastico: il liocorno.
Filippo Agostini vince lo slam con il racconto Perché i liocorni si sono estinti(o non si sa dove sono e a farche).
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