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Qbeta e Marcosbanda: tradizione e ritmo?

Maarcosbanda_1
Maarcosbanda_1 [MUSICA]

La Marcosbanda, l’unica band che può chiamare i pomodori con nomi illustri quali: Van Gogh, Gauguin e Matisse, mercoledì 1 aprile, sul palco del Circolo degli Artisti, ha divertito e dato prova della propria poliedricità spaziando dal blues al jazz, dalla samba agli stornelli in romanesco.
Non molto tempo fa li avevo visti su un palco importante come quello dell’ Auditorium Parco della Musica e, pur notando la loro bravura, non ne ero rimasta particolarmente colpita forse perché il gruppo era teso e la platea composta.

In questa occasione, sarà stato per il locale pieno di persone o per il pubblico partecipe e interessato, il live mi ha coinvolta e allietata.
Sono bravi e suonano bene, possiedono ottime doti di arrangiatori e improvvisatori, in particolare Paolo Strina e le sue “facce”, che fa parlare la sei corde da vero bluesman. E infine c’è il capo banda Marco Panetta un polistrumentista ispirato alla migliore tradizione cantautorale italiana, il tutto con l’aggiunta di un tocco di ironia (che non guasta mai!).

Dopo la Marcosbanda è il turno del ritmo dei Qbeta che risvegliano il pubblico tra tarantelle e melodie funk e invitano gli spettatori a unirsi in un trenino che serpeggia tra la folla del locale.Qbeta_1
Le danze, accompagnate da melodie mediterranee, ricordano le ballate siciliane nelle piazze dei paesini di provincia, ma la band è anche altro: dolci serenate, mix divertente di musica tradizionale etnica e testi profondi e ricercati.
Canzoni in lingua siciliana e non, melodie brasiliane e popolari, i Qbeta sul palco sono frenetici ed è impossibile rimanere fermi a guardarli: in piena autonomia le gambe iniziano a muoversi e la testa a ondeggiare.
La formazione siracusana ha una storia piena di successi e collaborazioni, ha portato la propria musica fino al Social Forum di Porto Alegre in Brasile, ha suonato per Rosario Fiorello a Viva Radio2 e ha composto brani che sono stati inseriti in trasmissioni radiofoniche e televisive.
Alla fine del concerto in molti ci siamo chiesti: hanno già finito? Che peccato!

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