Lo psichedelico, teatrale e urlato impeto finale: VI serata 2009
Rumori, marionette e altri artefizi teatrali
TEATRO – Giunti al sesto appuntamento di questo multiforme e multicolore MArteLive, la sezione teatro ha presentato sul piccolo grande palco dell’Alpheus i suoi ultimi quattro campioni in gara.
Ad aprire la serata è stata la compagnia URT TEATRO (Salvatore Li Causi, Luca Di Prospero, Lorenzo Bartoli e Riccardo Festa) con L’era dei pesci, un corto dal tema impegnato, scritto e diretto da Riccardo Festa, ispirato alle riflessioni e testimonianze di Hanna Arendt e ad un capitolo del libro Gioventù senza Dio di Von Horvath, che intende mettere in luce non tanto gli orrori delle conseguenze del nazismo quanto il clima e le condizioni che ne permisero l’avvento e l’ascesa.
Lampade da interrogatorio oscillanti come lunghe pendole accompagnano le voci che fanno da eco ai pensieri di un professore di geografia, spaventato e allibito nell’osservare gli effetti della propaganda sui suoi studenti. Giovani che, abilmente condizionati, esprimono con il vuoto delle loro espressioni l’incapacità di pensare e decidere autonomamente e il desiderio di affidarsi a qualcuno che gli indichi ottusamente cosa fare, attraverso ordini e regolamenti precisi. Un monito, per ricordarci che non bisogna mai smettere di vigilare, nemmeno oggi, perché il male può prendere facilmente il sopravvento quando l’animo dell’uomo ‘normale’ ‘diventa impassibile come il muso di un pesce’.
Dal tono decisamente più leggero la performance successiva, il monologo Deconcertatemi!, scritto e interpretato dalla simpatica Francesca Rossi Brunori. Con il suo abitino giallo, le calze in tinta e le scarpette rosse ha incantato il pubblico raccontando della sua incessante e ottimistica ricerca di un fidanzato e di una vita felice, tenera come un pulcino e innocente e giocosa come un folletto.
Non bisogna mai perdere la speranza, perché il successo può giungere nei modi e momenti più inaspettati. Come per il grande criminale Renato Vallanzasca, che mentre sconta i suoi tre ergastoli è diventato una star, in grado di offrirle una parte più del suo stesso agente. Ma soprattutto come insegna l’incredibile storia del pattinatore australiano Steven Bradbury che, dato per finito dopo due gravissimi incidenti, ha vinto una medaglia d’oro alle olimpiadi del 2002, non perché fosse il più veloce ma perché tutti gli altri concorrenti sono stati in un modo o nell’altro eliminati. Quindi: ‘Abbattiamo il karma pesante, le botte di ‘fortuna’ capitano a tutti, anche a noi!‘
‘Rumori in scena’ per il terzo concorrente della serata, la compagnia Teatrificio Esse, che ha presentato R’Umorismo, diretto da Armando Sanna. Una performance originale e divertente, nella quale Pasquale Scalzi e Aldo Gentileschi, in tuta bianca da operai e benda nera sugli occhi, mimano gesti quotidiani in perfetta sincronia con gli amplificati suoni e rumori corrispondenti, preregistrati. Nella scena vuota, gli oggetti prendono forma e vita solo nell’immaginazione degli spettatori, costretti a ‘guardare con le orecchie’ e trasportati con la fantasia in un mondo surreale di comiche esagerazioni, fatto di animali feroci che spuntano dai cassetti, di centinaia di mandate per aprire una porta o di litri di pipì che diventano fiume nel quale passa un panfilo che suona la sua sirena. La danza mimata sui crescenti rumori di martelli, seghe e fresatrici non può non ricordare Charlot alle prese con la catena di montaggio, che finisce per risucchiarlo nei suoi ingranaggi. E una sorte simile tocca ai due buffi operai, che finiscono per soccombere al sovrastare della disarmonia ormai assordante dei rumori.
Il compito di concludere le esibizioni in gara per la sezione teatro, per questa edizione, è spettato all’Associazione Teatrale ‘Pontefolle’, con il suo Genesi aperta – più in principio del principio, diretto e interpretato da Francesco Picciotti, con Oja Bacak, Maura Teofili e Marco Ceccotti.
Anche questa una riuscitissima mini-commedia, paradossale e meta-teatrale, nella quale Dio, in procinto di creare il mondo, diretto dal suo tirannico autore e regista, per esser certo di non commettere errori decide di fare prima una prova, creando ‘qualcosa di grandioso e utile all’umanità’: il teatro! E come un mago dal suo cilindro, questo Dio, che ricorda tanto quello cantato da Guccini nella sua di “Genesi”, tira fuori da una busta di Ikea le sue creazioni: il prato, gli alberi, i frutti, gli animali, tutti fatti di gommapiuma, e infine una marionetta, detta Mario, che lascia sola ad interpretare il ruolo dell’uomo in prima assoluta, con l’unica raccomandazione, per provare se porre dei limiti potrà funzionare poi con quello reale, di non toccare la gommapiuma-frutto.
Ma non solo Dio approfitta di questa prova. Anche Belzebù, con il suo serpente-marionetta, testa con l’ingenuo ed ignaro Mario la sua capacità di tentatore, riuscendo anche senza Eva, in un divertente scambio di disarmanti ingenuità, a fargli mangiare il frutto proibito. L’esperimento, ahimè, è dunque fallito e la punizione per aver disobbedito ricadrà nei secoli sul teatro e tutti i teatranti, che saranno condannati a vedere Valeria Marini calcare le scene. Esilarante davvero!
(Emanuela Meschini)