L’inno alla libertà della musica futurista
[MUSICA]
I più risoluti affermano che senza la musica futurista e senza il fantasioso contributo del cosiddetto “rumorismo” non avremmo mai visto nascere generi come l’industrial, il noise, l’ambient e derivazioni complesse come la dodecafonia e la musica concreta di Cage. Forse Lou Reed non avrebbe mai sbeffeggiato il pubblico con il doppio disco “Metal Music Machine”, opera costruita su uno scheletro di rumore assordante, ronzii di amplificatore e stridore elettrico. Forse Stockhausen non avrebbe mai abbattuto i confini delle sette note, distruggendo gli ultimi resti delle regole armoniche, melodiche, ritmiche e tonali che reggono la musica.