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La sorpresa nell’uovo di Pasqua

…E se la sorpresa non fosse ciò che ti aspetti? E se la sorpresa non fosse in realtà una sorpresa ma una delusione? E se non ci fosse alcun effetto sorpresa? E se qualcuno le sorprese non le ama?
Insomma… Non è detto che tutto ciò che ti ritrovi a vedere, sentire, ascoltare sia come tu vuoi!
Che sia uno spettacolo teatrale, che sia un dipinto, una foto,un libro, un concerto o qualsivoglia evento, non è detto che riesca a suscitare un’emozione, una sensazione, un sentimento. Non è detto che riesca a farti rivivere momenti indimenticabili.

Certo, a volte dipende anche dalla sensibilità di una persona e in genere, chi ama l’arte, non dovrebbe trovare difficoltà ad apprezzarla. Ma, spesso un occhio esperto, un appassionato, un amatore si ritrova anche ad avere delle pretese, perchè ciò che legge, vede, sente siano alla sua altezza, corrispondenti alle sue aspettative, come se l’arte fosse la sua amante.
Non è difficile trasmettere pure sensazioni quando l’estro dell’artista sta realmente comunicando qualcosa o ha realmente intenzione di condividere il suo stato emotivo, ma a volte non è neanche così semplice.
Sicuramente resta importante il concetto di condivisione.
Ed è proprio sulla base di questo concetto che personalmente ho potuto apprezzare e rimanere piacevolmente sorpresa di fronte all’iniziativa di alcuni artisti, più di 50 tra pittori, scultori e designer che hanno preso parte alla VI edizione de ”L’arte nell’uovo di Pasqua” di Sergio Valente (esposizione si terrà nella Sala del Complesso monumentale dell’Ara Pacis a Roma) accomunati dall’amore per l’arte e la solidarietà.
Un momento di scoperta o riscoperta delle opere che gli artisti esporranno: opere ispirate al tema dell’uovo di Pasqua al fine di raccogliere fondi che saranno poi devoluti quest’anno all’Associazione Approdo, per il recupero dei tossicodipendenti, farmacodipendenti ed alcolisti.
Gli stessi artisti si ritroveranno a vedere le proprie opere sotto una nuova luce, una nuova prospettiva.
Il potenziale, la forza e l’espressività dell’arte, in tutte le sue forme è così forte a volte,che non può non essere notata.
Non avrebbe senso se rimanesse lì, ferma e immobile senza che nessuno facesse caso alla sua esistenza, alla sua bellezza nel caso di un dipinto, o alla sua capacità comunicativa nel caso di uno spettacolo teatrale, espressiva fin nei minimi particolari come nel caso di una fotografia che è la sola arte in grado di mettere in rilievo, immortalandolo, un preciso istante e così via…
E a tutto questo aggiungere anche un valore di utilità -come in questo caso umanitario- secondo me riempie ancora più di significato l’arte.

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