Nella settimana dedicata al M.E.I. e alle etichette indipendenti, non si poteva non dedicare qualche riga ad un paio di esempi di fumetti molto rock, per dirla in celentanese. In altre occasioni si era trattato di suggerire un accompagnamento ideale per la lettura di un albo, questa volta invece si parla proprio di storie che hanno come tema centrale artisti musicali.
L’arte visiva è uno strumento di espressione per la musica e viceversa. Le arti si mescolano, coinvolgono in un’idea e trovano i diversi linguaggi per esprimerla. Per questo motivo mi aspettavo di trovare al MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti e delle Autoproduzioni, qualche pennellata in più. Pensate che io sia antiquata? Ma no! Ho ascoltato, a Faenza, nella dodicesima edizione del MEI, musica e parole sulla musica, idee e progetti giovani. Ragazzi con voglia di fare che si rimboccano le maniche per investire tempo e passione. Ho visto look un po’ retrò, signori con il mantello e agilità nelle gambe, impegnati in danze legate alla tradizione osservati da capelloni colorati e con spille conficcate in ogni parte del corpo.
Paolo Fattorini in un’ampia offerta di cantautori e canali satellitari in cui non tarderà a comparire, dopo aver fatto il pieno sulle radio, dice: “Voglio scegliere“, e sta scegliendo se stesso pensando con affetto al suo pubblico. Accompagnata da tenui svisate di chitarra in sottofondo, “Fragile”, al di là del richiamo non voluto al notorio album degli Yes e al brano di Sting, ci offre un avanzamento piacevole attraverso riflessioni che vorrebbero essere utili, non le solite speculazioni sui tempi morti. “Stringiti a me se pensi che dissesti e disastri crescono in te, colpa non hai se credi che ti senti più fragile”: un valido appoggio contro i terremoti può dare a qualche ingenuona l’impressione di poter franare in compagnia.
Come avrete intuito dal titolo, stiamo per intraprendere un altro viaggio con interessanti risvolti gastronomici. Del resto è difficile pensare di andare a fare un giro in Romagna e non mettere in conto qualche strappo alla solita routine alimentare. E se il vessillo culinario dell’Emilia è il turtlèn, la piadina lo è della Romagna. Giusto un illustre come Giovanni Pascoli la definì testualmente “il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli”.
Appena entri al Good Caffè, via di Santa Dorotea 8/9, nel cuore di Trastevere si ha immediatamente la sensazione tipica di quei luoghi dal fascino unico, tipico di un quartiere che parla di tradizioni e di vera e propria cultura romana. Vineria storica (fonti certe dichiarano risalga al lontano ‘500), il tempo non ha certo scalfito l’immagine originaria, che la nuova gestione ha cercato di preservare. All’entrata i clienti vengono subito colpiti dalle arcate in pietra viva le quali trasudano l’identità di questo locale.
L’HIP HOP in Europa sta avendo un incremento in percentuale che supera quello dei “fratelli” Americani, formando delle vere e proprie “famiglie” senza confini. Si è evoluto il modo di fare musica (MC e dj) e di ballare grazie a eventi internazionali come Cultura Urbana (Madrid) organizzato nel mese di maggio. L’evento è dedicato alle 4 arti del hip hop – MC di livello internazionali, DJ, writers e Breakers – e, lo scorso anno, ha accolto oltre 30.000 persone in soli due giorni.
Un rapporto accidentato ma vivo con le tradizioni, secondo alcuni polverose, del passato è spes-so mantenuto in qualche modo vivo negli autori che intendono condurre la loro musica oltre le contingenze consumabili del presente più facilone, e non trascinarla al limite anche per i capelli. Nel 2007 un trio uscito, ma mai del tutto, dal Circolo degli Imballabili, come si legge nel loro myspace, sceglie di ampliarsi oltre misura, diventando un quartetto con l’ingresso del basso elettrico di Valerio Lucenti, e accaparrandosi le incursioni varie ed eventuali di Giordano Esposito al sax alto.
Che l’arte migliori le nostre esistenze, di questo ne siamo convinti da tempo. Spopolano ormai i corsi di musicoterapia, sono stati portati avanti innumerevoli studi che dimostrano quanto l’ascolto della musica durante alcune attività lavorative migliori la produttività, e altre ricerche affermano quanto l’ascolto della musica in gravidanza sia importante per lo sviluppo del feto. Ma dalla Sardegna ci arriva una notizia che ci dimostra quanto a volte la musica possa essere utile anche per risolvere urgenti problemi materiali, oltre che occuparsi delle pure questioni “dell’animo”.
Cosa avrebbe pensato Andrea Pazienza vedendo oltre 200 tra sue tavole, bozzetti e altro ospitati nelle sale dell’Alto Carcere di Castel Sant’ Elmo a Napoli? Lui che con una matita o un pennarello tra le dita varcava i confini del tempo e dello spazio, probabilmente avrebbe apprezzato d’essere lì, in quel posto magico, essenziale ed evocativo, nelle sale di un castello che domina l’intera Napoli. Un panorama a 360 gradi che di certo il fumettista marchigiano avrebbe saputo restituire e deformare al punto giusto, attraverso la lente della sua mente prolifica.
Anche il più lungo cammino inizia con un passo, recita un vecchio proverbio indù. E di passi ne hanno fatti parecchi due giovani fotografi marchigiani, Giorgia Barchi (Foto del negozio di barbiere) e Mauro Aquilanti (Foto sguardo autista risciò) attraverso l’Uttar Pradesh e il Rajastan, due regioni dell’India del nord, per portare a termine un cammino all’insegna dell’avventura, della scoperta e della spiritualità.
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