Esce in Italia, per l’etichetta Zone di Musica, con distribuzione Egea, l’album Snow Cycle dei fratelli Scatozza in collaborazione con Audun Waage, Marcus Cummins e Rich Brown. La presentazione del lavoro musicale ha fatto tappa a Firenze e a Roma, dove la band si è esibita lo scorso 28 novembre alla Casa del Jazz. Undici componimenti tutti da gustare, e non solo per gli appassionati del genere.
Un pubblico accogliente e numeroso ha accolto la famiglia allargata dei “Tubi” in tour con il nuovo album Sushi e Coca, a Roma per un concerto atteso e succulento. Sul palco del Circolo degli Artisti, location gremita lo scorso sabato 29 novembre, Giovanni, Carmelo, Ivan, Paolo e il nuovo arrivato Mattia hanno scaldato da subito il folto pubblico creando l’atmosfera giusta per proporre le sonorità accattivanti del nuovo album, con brani dall’impatto immediato come “Cinestetica”, “Non Lo Sanno” e “L’Aria Intorno”. Interessante la scaletta con pezzi ricercati da Arco e Sandali a Post fino ai classici L’Abbandono, Il Giorno del mio Compleanno e Vecchi Difetti.
È un «Liolà» molto sobrio quello che la Compagnia Linea di Confine ha realizzato sul palcoscenico del Teatro Tordinona di Roma dal 26 al 30 novembre. Uno spettacolo che non stupisce e non delude, gradevole nonostante una pedissequa coerenza testuale che penalizza inevitabilmente la carica irriverente e rivoluzionaria del dramma in apparenza meno impegnato di Luigi Pirandello. La prorompente vitalità di Liolà, contadino libero e passionale, si oppone tanto alle logiche del potere materiale di Zio Simone, ossessionato dal possesso della “roba”, quanto alla mentalità maligna ed esteriore del microcosmo femminile.
La Lezione è il secondo testo drammatico di Eugene Ionesco, quello che, assieme a La cantatrice calva, costituisce la parte più provocatoria e sperimentale del percorso drammaturgico dell’autore di origine romena. L’opera andò in scena per la prima volta il 17 febbraio 1951 al Theatre de Poche con la regia di Marcel Cuvelier e venne pubblicata nel 1954, diventando in breve uno dei testi più celebri del cosiddetto “teatro dell’assurdo”.
Mentre Michelangelo cinquecento anni fa iniziava i lavori per la realizzazione della volta più bella del mondo nella Cappella Sistina, nella città eterna sempre su ordine di papa Giulio II, uno degli uomini più importanti della storia del Vaticano, veniva costruita la famosa via Giulia che quest’anno compie 500 anni. Un luogo ricco di storia, passato e arte in cui si espande il mito della Roma rinascimentale attraverso un percorso dove è possibile respirare l’odore forte di quelle atmosfere prigioniere del silenzio che inonda i sensi di chi la percorre.
Un concentrato di arte, shakerata nella sua presentazione perchè fatta di fotografia, pittura, poesia,musica e teatro, senza aggiunta di effetti artificiali nella sua esposizione, ma con un risultato da fuochi artificiali nella sua conclusione. Viva nell’animo perché mossa dagli intenti dei loro generatori, gli artisti, che hanno trasformato le loro energie in opere d’arte, sbrinando anche il più glaciale degli icerberg per il calore e le sensazioni che sono riusciti a trasmettere.
La disquisizione/presentazione al MEI appena trascorso dei LibriMusica è stata una cosa che mi ha incuriosita molto e mi ha costretta a pensare seriamente quanto l’incredibile mondo della letteratura abbia sempre infinite possibilità di evoluzione. Poi torno in città e mi imbatto nella presentazione di un progetto davvero singolare, promosso da Aprile Editore e il cui autore non è altri che un membro stimatissimo dei RazMataz, gruppo indie folk rock italiano.
Nella settimana dedicata al M.E.I. e alle etichette indipendenti, non si poteva non dedicare qualche riga ad un paio di esempi di fumetti molto rock, per dirla in celentanese. In altre occasioni si era trattato di suggerire un accompagnamento ideale per la lettura di un albo, questa volta invece si parla proprio di storie che hanno come tema centrale artisti musicali.
L’arte visiva è uno strumento di espressione per la musica e viceversa. Le arti si mescolano, coinvolgono in un’idea e trovano i diversi linguaggi per esprimerla. Per questo motivo mi aspettavo di trovare al MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti e delle Autoproduzioni, qualche pennellata in più. Pensate che io sia antiquata? Ma no! Ho ascoltato, a Faenza, nella dodicesima edizione del MEI, musica e parole sulla musica, idee e progetti giovani. Ragazzi con voglia di fare che si rimboccano le maniche per investire tempo e passione. Ho visto look un po’ retrò, signori con il mantello e agilità nelle gambe, impegnati in danze legate alla tradizione osservati da capelloni colorati e con spille conficcate in ogni parte del corpo.
Paolo Fattorini in un’ampia offerta di cantautori e canali satellitari in cui non tarderà a comparire, dopo aver fatto il pieno sulle radio, dice: “Voglio scegliere“, e sta scegliendo se stesso pensando con affetto al suo pubblico. Accompagnata da tenui svisate di chitarra in sottofondo, “Fragile”, al di là del richiamo non voluto al notorio album degli Yes e al brano di Sting, ci offre un avanzamento piacevole attraverso riflessioni che vorrebbero essere utili, non le solite speculazioni sui tempi morti. “Stringiti a me se pensi che dissesti e disastri crescono in te, colpa non hai se credi che ti senti più fragile”: un valido appoggio contro i terremoti può dare a qualche ingenuona l’impressione di poter franare in compagnia.
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