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Garofano Verde 2011

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Il caso Braibanti

Formica azzurra, formica azzurra. Questo l’incipit del Caso Braibanti, fino al 26 giugno al Belli di Roma per la rassegna Garofano verde – scenari di teatro omosessuale.
E come un percorso tracciato da laboriosi insetti si snoda il testo di Massimiliano Palese, con la regia – puntuale quanto essenziale – di Giuseppe Marini.
,Qui si intrecciano le vicende di Aldo e Lorenzo. Poeta il primo, giovane ribelle il secondo. Entrambi legati da un sodalizio artistico che li vede in un continuo viaggio che non è mai fuga, lontano dai luoghi comuni e dalle piccolezze della società italiana degli anni Sessanta.
Sullo sfondo rimane il loro sentimento. Quel nomignolo affettuoso dato dal Braibanti al compagno. Formica azzurra, formica azzurra. Una promessa di eccezionalità che porterà entrambi a tragica fine, tra accuse di pederastia e plagio, carcere e ospedali psichiatrici.
La cultura messa sotto accusa, ebbe a dire Moravia di questo caso/scandalo che sconvolse le cronache nonché le coscienze dei baciapile di allora. Puritani peccatori contro l’arte e la libertà di espressione. Contro la più genuina affermazione di sé e contro l’amore. Forse, quest’ultimo, il vero imputato nell’assurdo processo di vivisezione del genio.

Quel Braibanti che, per bocca di Fabio Bussotti, canta fino alla fine – sulle note di un malinconico Mauro Verrone – la sua utopia di un rifugio lontano per lui ed il suo Lorenzo (Mauro Conte), dove anche gli infimi abbiano il loro pezzo di terra da edificare. Piccole formiche che non rinunciano al cielo…

Angelo Passero

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