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Garofano Verde 2011

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Altri amori

altri-amori15 corti teatrali gay per i 18 anni di Garofano Verde: le serate dal 10 al 12 Giugno al Teatro Belli di Roma sono state intitolate all’amore, chiosando che sono “altri” e specificando che provengono dalla letteratura. Bene: appunto necessario. Questo aiuta a metterti in crisi con domande di cultura generale alla Gerri Scotti, ponendoti ogni volta un punto interrogativo grande quanto la sala sulla provenienza degli sketch teatrali che si alternavano sul palco, dinanzi ad una platea che occupava tutte le seggiole a disposizione.
Rapidi, profondi, sensibili, delicati: raggiungevano (quasi) tutti la profondità dell’uomo (o donna), ripercorrendo sentimenti viziati paterni e complessi di Edipo, amori lesbo molto fisici e tormentati, amicizie che si trasformano in amori e amori che si tramutano in amicizie. E morte, fisica e mentale. Tanti bei punti toccati, tanti interessanti spunti di riflessione nel corso dei 90 minuti durante i quali i tanti attori del team hanno segnato tanti goal.
Tra un “liberamente ispirato” a Elsa Morante ed un altro “l.i.” a Lilian Lee, gli attori si avvicendano sul palco con abilità, che si alza e si abbassa nell’arco di pochi secondi. Il compito è arduo al cubo: creare per sé stessi delle emozioni in pochi minuti, rappresentarle al meglio e, soprattutto, farle rivivere allo spettatore che aspetta. E non è facile: pretenziosi, mi verrebbe da dire, i propositi della regista Francesca Staasch e del suo interessante corpo di attori e attrici, drammaturghi e commedianti. Spesso l’obiettivo si centra, creando ansia e timore per un bacio che sgorga da un terreno fertile di emozioni, o un sorriso per una situazione irreale ben architettata. Altre volte no, e rimangono parole al vento, poco sentite e anche un po’ stereotipate.

Gli stereotipi? Li ritengo giusti e necessari, utili e non sempre offensivi. Ma in una rassegna come quella di Garofano Verde, che propone scenari di teatro omosessuale e ha appena raggiunto la maggiore età, forse potevano essere messi un po’ più da parte. Omosessualità non fa rima con tragedia, né con disperazione e solitudine. Esiste un modo diverso di essere “gay” senza essere “diversi” e “infelici”. E bisognava sottolinearlo.  Altri amori poteva essere semplicemente “amori” e, inoltre, “amori” dovevano essere “amori”. In breve, un concetto che non vuole sminuire il buon risultato teatrale: qualche sorriso in più non avrebbe disturbato il pubblico. Dopotutto il concetto di “gay” ha la parola “felicità” implicita in se stesso.
Drammaturgie di Giuseppe Battiato, Anita Cherubina Bianchi, Samuele Boncompagni Andrea Ciommiento, Rosalinda Conti, Carlotta Corradi Angela Di Maso Ketty Di Porto, Michele Di Vito, Tina Guacci, Valeria Lucchetti, Stella Novari, Laura Pacelli Nadia Terranova, Franca Zucca con Dario Aita, Annalisa Cordone, Claudia Crisafio, Alessandro Epifani, Antonio Gargiulo Gabriele Linari, Gianantonio Martinoni, Alessandro Porcu, Simonetta Solder.

Francesco Salvatore Cagnazzo

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