Quattro passi a Sud e arriva anche il MArteLive Italia- V serata 2009
Piccolo teatro per grandi attori di domani
TEATRO- Una luce soffusa si ferma su un volto tenero ed impaurito, mentre il corpo immobile inizia lentamente a prendere forma e movimento quando inaspettatamente le parole fanno il loro ingresso trionfante su un palcoscenico piccolo, ma reso grande dagli artisti che ieri si sono esibiti alla V serata MArteLive.
Tre storie e situazioni diverse sono state portate in scena, tre momenti di intensa riflessione caratterizzati dalla sola comparsa di donne, giovani attrici emergenti che hanno reso viva la partecipazione del pubblico che ha assistito con coinvolgimento emotivo.
La prima attrice salita sul palco ha ricordato l’attacco terroristico alla scuola n.1 di Beslan, in Ossezia, quando nel 2004 un commando di uomini ha aperto il fuoco contro bambini ed insegnanti inermi tenendoli in ostaggio per alcuni interminabili giorni.
Non è solo il ricordo di tale atroce delitto commesso nei confronti dell’umanità e dell’infanzia negata ad aver destato un senso di orrore e rabbia quanto i raccapriccianti resoconti di quelle Madonne di Beslan, quelle donne, maestre e madri di bambini, che hanno vissuto in prima persona l’orrore dell’attacco e che compaiono nel libro incriminato di Anna Politkovskaja, che tutti ricordano per la sua tragica fine in seguito alle importanti rivelazioni di cui era custode. Tramite i ricordi di quelle donne l’attrice Chiara Tomarelli ha cercato di rappresentare il sentimento di disperazione e di sconforto che pervade l’animo della giornalista russa, rea di aver guardato troppo a fondo dentro le bugie. Così, un lungo e commosso applauso ha accompagnato l’uscita di scena dell’attrice a cui va la lode per aver trasformato egregiamente le espressioni verbali in comunicazione corporea e vocale del sentimento nascosto nell’opera della Politkovskaja.
Emozioni e fragilità umane si sono alternate nello stesso spazio dove gli spettatori hanno vissuto attimi di silenziosa contemplazione nell’ascoltare e nell’osservare un particolare gioco di scambi di battute in Intervista tra una famosa attrice, interpretata da Francesca Antonucci, e un finto giornalista che sembra rivolgergli le stesse domande a distanza di molto tempo e nello stesso luogo, il suo camerino, quasi a sottolineare l’assenza dello scorrere del tempo emotivo, quando ci si perde nei meandri dell’inconscio disturbato da reali e disagevoli presenze o assenze che rivelano una mancanza di intenzioni. Un’intensità emotiva che viene palesata dalla passione artistica dell’attrice che supera quei suoni che disturbano la finzione scenica e che distraggono lo spettatore dalla realtà ridotta in simboli.
La magia dei gesti e dei movimenti quasi circensi della compagnia Hamlet Circus ha raccontato con Lafabbrica l’estrema esasperazione degli attimi in cui l’essere umano si trova di fronte ad una scelta ineluttabile, una scelta che può plasmare per sempre il corso degli eventi senza possibilità di ripensamenti, quel continuo ed incessante domandare amletico dell’essere o non essere, che ci conduce nelle viscere della coscienza umana ed evolvendo nel corso dei secoli va a caccia di risposte moderne ad un quesito che è nato con l’uomo. Una ricerca interiore resa gradevole dal comporsi e decomporsi di attimi struggenti ben delineati dai gesti corporei delle attrici esibitesi.
Tre sorprendenti performance da incorniciare nella storia del MArteLive, tra l’altro supportate dall’ospite non in gara Eduardo Ricciardelli che con Faticà ha regalato un pezzo della Napoli scanzonata e drammatica agli ultimi spettatori rimasti incollati alle poltrone del piccolo teatro dell’Alpheus.
(Eva Di Tullio)