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Quattro passi a Sud e arriva anche il MArteLive Italia- V serata 2009

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Fotografie che sfogliano la città a passo di danza

Claudio_Oliva2FOTOGRAFIA- La sala dedicata alla fotografia del MArteLive si è trasformata il 26 maggio 2009 in un caleidoscopio di visoni. Pur usando la stessa lente, l’occhio e la sensibilità, i tre artisti in concorso hanno espresso con tecniche e linguaggi differenti, un loro modo unico di svelare o di descrivere la realtà. L’accostamento tra i tre, infatti, ci è parso arduo.

La descrizione della città contemporanea di Alessia Cercua è un “frammento di esposizioni multiple”, come spiega la fotografa. Le sue foto sono sovrapposizioni di immagini. Queste non servono a raccontare una semplice realtà, ma più visioni che si coprono l’una con l’altra, senza che nessuna acquisisca una preponderanza o una maggiore visibilità. Si tratta di semplici forme che combaciano  nella corsa dei pensieri, per l’incapacità, tipica dei tempi moderni, di concentrarsi su un unico punto fisso. Il luogo e lo spazio non finiscono nella sola immagine in bianco e nero, ad essa ne è sovrapposta un’altra che non spiega, non aggiunge, è solo altro che necessita di essere raccontato. La città scelta da Alessia Cercua è Berlino “perché non è una città stantia”. Alessia cerca di indicare nelle sue foto lo stesso movimento della città, collegando le immagini evita il parallelismo, cerca una giuntura per aiutare o invogliare ad un collegamento.

Se Alessia copre l’immagine con un’altra immagine, Patrizio Taormina usa un procedimento opposto: cerca di svelare usando un particolare che è sotto gli occhi di tutti. Sceglie i cartelloni pubblicitari attaccati alle pareti della città come metafora del nostro quotidiano stratificato. Patrizio non strappa i cartelloni per comporre un’opera d’arte come faceva il catanzarese Mimmo Rotella, ma fotografa lo scrostamento di una realtà. Un’arte casuale dove l’artista è tale perché riesce a fermarsi e a trovare quel quid che sfugge ai più. “Questi scatti nascono per caso, inizialmente” ci racconta “ma poi sono diventati una ricerca”. Una ricerca di quella stessa velocità di cui dicevamo prima per Alessia Cercua. Patrizio e Alessia raccontano di immagini coperte e accumulate, Patrizio cerca un varco nelle contaminazioni mentre Alessia ne crea di nuove. Due modi differenti per leggere la realtà e metterla in contatto con il proprio pensiero.

“La fotografia è un prodotto mediato. Il fotografo non ha la possibilità dell’intervento, deve essere recettivo, aperto e pronto a captare“. Sono le parole di Claudio Oliva, il terzo fotografo presente con i suoi lavori che, spiegano meglio, come si possa fotografare in modo così differente. Regista, oltre che fotografo, Claudio Oliva rappresenta, nei suoi lavori sul mondo teatrale, la lettura e l’interpretazione altrui. Usa lo spettacolo come una metafora e il suo è un percorso visivo non di un’arte che si compone e ricompone, ma di un momento che è già simbolo. Transeunte, il titolo dello spettacolo che fotografa è anche il titolo del suo lavoro fotografico ed è la ricerca di un’immagine priva di tensione. I movimenti della ballerina, Michela Minguzzi, tendono al lieve e lo sforzo è quello di riportare questa leggerezza nell’immagine ferma, come se questa fosse un monito rispetto agli scatti dell’indifferenza quotidiani.

I tre fotografi della penultima serata di presentazione delle opere in concorso hanno scelto modi differenti per raccontare la loro realtà: aggiungendo  più elementi ad un’immagine, cercandone una  sottostante, svelata per caso e altrettanto per caso dimenticata, immobilizzando un movimento che ha l’unico scopo di  raccontare una ricerca del bello. La dimostrazione in lavori così differenti è che il mondo è una pagina che viene percepita e letta sempre diversamente anche usando la stessa lente d’ingrandimento.

(Rossana Calbi)

 

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