CIAMPINO- Non si può parlare di musica in queste occasioni. Non si può parlare di musica quando le orecchie sono impegnate a sentire cori inneggianti il duce, quando gli occhi non guardano il palco ma dietro, davanti, di lato per stare in guardia ed evitare che quattro vigliacchi se la prendano con una persona sola.
CIAMPINO- Avrebbe potuto esserci tranquillamente un cartello con scritto “Vietato l’ingresso agli under 30”. E’ chiaro che chi conosce i Kyuss non solo per Josh Homme viene direttamente dall’epoca del “prestami il cd che lo copio su cassetta”, dagli anni in cui Billy Corgan era con certezza il bambino di Super Vicky, dai giorni in cui Courtney Love aveva ancora un carciofo morto al posto del naso.
Noi del MArteMagazine sappiamo tutto di loro e continuiamo a sostenerli e a seguire la loro escalation verso il successo. Dopo la vittoria agli Hyundai Music Awards del 2011 e l’uscita del cd Spazi targato Universal reincontriamo i Violapolvere in una intervista tra il serio e il faceto.
Dola J Chaplin ha da poco dato alle stampe il suo disco d’esordio, To The Tremendous Road, scritto in un anno e mezzo di viaggio tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra, dove ha vissuto anche facendo busking. Di cose da raccontare ne ha tante, troppe per essere contenute in un solo disco, come dimostra questa lunga chiacchierata durante un incontro nel quartiere di San Lorenzo a Roma.
Loro si chiamano i Bandajorona e il 19 aprile scorso hanno pubblicato Mettece Sopra, un viaggio a tinte forti attraverso le mille sfaccettature della Capitale. A farci da guida Ludovica Valori, fisarmonica, trombone e cori del gruppo, nonché autrice di diversi brani del disco.
ROMA- Dal vivo c’è energia da vendere e da riutilizzare alla bisogna magari in momenti meno frenetici. Certo è rock, ma il metallo e la progressione di accordi sono rimasti a casa, o nel cassetto di altri progetti.
ROMA – All’interno di quel bellissimo spazio testaccino che è la Città dell’Altra Economia, è ritornato anche quest’anno il DinamoFest che, forte della sua esperienza dell’anno scorso, ha duplicato le serate e ha presentato un programma di più alto livello.
[IL_7 SU…] Christian Muela, zitto-zitto, con la sua aria esotica, di chi soffiando nel suo strumento esplora i segreti che la Madre Terra gli trasmette con le sue roots, sa farsi gli affari suoi.
Possono non esserci molte cose più difficili che essere una bandonesta. In che senso, dite? Pensateci: avere un’immagine ( e – che non è la stessa cosa! – un immaginario) senza diventare degli sparapose da competizione; prendersi tutta la fatica di scrivere per creare un contatto con l’esterno senza mai tradire il principio di urgenza, verità e qui-e-ora, epperò ambire a vivere di questo come di un lavoro senza mai porsi come messia calati dal cielo per svolgere missioni per conto di Dio; avere uno stile, ma non essersi mai potuti (né voluti, né vivaddio dovuti) agganciare a questo o quell’estemporaneo fiumiciattolo modaiolo per avere altre orecchie all’ascolto.
Ci sono dischi che nascono nell’intimità di una stanza, mentre qualcuno giocherella con una chitarra, altri che nascono per strada mentre si osserva il mondo, in entrambi i casi se le note vengono dal cuore sono un viaggio nell’anima di chi l’ha scritto. Sicuramente To The Tremendous Road rientra in quest’ultimo caso.