MArteLive 2008: III appuntamento
Il blues nell’anima: Eugenio Finardi al MArteLive
Il nostro Finardi ha sempre considerato la dimensione live e il rito del concerto come elementi imprescindibili per la sua attività di artista, strumenti immediati adatti a comunicare al pubblico il suo sempre forte impegno sociale e politico. Sempre in tour, costantemente alla ricerca di nuovi stimoli e sonorità originali… ma io non l’avevo mai sentito dal vivo, sono sincera. L’impatto è stato decisamente più che positivo: due ore o poco più di rock combattivo, canzoni semplici e dirette, appassionate e vivaci, all’interno delle quali testo e melodia si incastrano con la straordinaria e immediatamente percepibile sensibilità interpretativa.
Il pubblico è sempre al centro dei suoi interessi: ogni pezzo, anche il più celebre, viene introdotto da parole e spunti di riflessione, input immediati e comprensibili anche per gli ascoltatori novelli.
Le mani si muovono in continuazione, quasi a dare forza alle parole e la postura è sempre protesa verso il pubblico, per un evidente e spasmodico desiderio di confronto e di feedback.
I pezzi, datati o più recenti, testimoniano la voglia di Finardi di misurarsi con i temi più variegati ed emozionali: l’atmosfera diventa subito molto intima e familiare soprattutto sulle note di brani come “Uno di noi”, “La forza dell’amore”, “Extratterestre”, “Laura degli specchi”, “La radio”, “Un uomo”, “Patrizia”. Queste ultime due composizioni suscitano particolare apprezzamento, forse perché legate tra di loro da un legame simbolico (il rapporto tra un uomo e una donna) che va oltre il significato letterale dei testi.
La performance abbandona la concezione tradizionale di rock per allargarsi a elementi come il jazz e la fusion, il funky e la musica nera. In chiusura un omaggio ai Led Zeppelin e un assolo di armonica a bocca improvvisato da Peppe Casa, ideatore, direttore artistico, e vera anima del MArteLive.
(Federica Cardia)
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