MArteLive 2008: III appuntamento
Fissare la luce sul reale e scoprire nuove ombre
Il rosso della sala fotografia dell’Alpheus svela particolari e realtà senza cadere nella ripetizione: nuove ottiche per specifiche dimensioni. In “Intravedo” sono i particolari che diventano lo stesso oggetto e mutuano la realtà che rappresentano. Due stampe per intravedere un concetto. Il senso estetico è forte in Fabrizio Tartaglia e le sue foto risultano patinate. Su una rivista di moda sarebbero ben collocate perché appaiono costruite per un lancio pubblicitario. Il particolare dà infatti le coordinate del tutto, ma in un’ottica artistica e non puramente estetica questi sofisticati lavori di rielaborazione non si innalzano da una base solida.
Mentre Federico Faeta sa fare fondamento nella quotidianità sapendo raccontare la semplicità di un problema esistenziale. La casa diventa materia inconsueta perché non è focolare ma è occupazione. Federico è occhio mirabile nel descrivere quello che è il risultato della vita di tutti i giorni, l’abitudine e la regolarità, anche la banalità, in quelle che sono i Mondi Paralleli delle Case occupate a Roma.
Volti e azioni che spiegano come ciò che è diritto può diventare violenza e usurpazione. Si conosce la violenza perché la si subisce in contratti di lavoro precari o in permessi di soggiorno che non diventano mai stanziamento regolare. L’angoscia spinge all’occupazione come manifestazione di bisogno essenziale. Ma le vite spiegate sono impegnate in quello che dovrebbe risultare banalmente inutile, invece diventa straordinario perché è frutto di un’occupazione, di un atto di forza, Action dal 2002 ha fatto sì che uno spazio vuoto fosse occupato da chi ha subito e subisce violenza spicciola ma crudelmente acuta.
Il maggior talento della terza serata del MArteLive sono gli occhi di Alessia Capasso, giurista campana dedita all’arte fotografica che con attenzione, tipicamente femminile, al particolare intravede e ci mostra la realtà che dovremmo scoprire. La visione assente dipende dagli strati che poniamo di fronte alla nostra sensibilità. Questa è la chiave di volta della fotografia della Capasso, che sa fissare un attimo e approfondirlo fino a svelarne l’essenza, fino a trovare un principio che avremmo perso senza la sua capillare attenzione. As caras do purtugal è un momento o magari più momenti senza soluzione di continuità, balenio di un movimento e di un cenno che spiegano un contesto. Lo sguardo intimo e la quadratura insolita rendono queste foto una scoperta, del resto è diventata una costanza farsi stupire nelle serate dei martedì primaverili dedicati all’arte.
(Rossana Calbi)
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