Dalla vittoria del premio Speciale Teatro Stabile “M. Fiorani” di Canale Monterano per la Sezione Teatro del MArteLive 2007, Celeste Brancato era entrata nell’orizzonte di molti di noi. Pensando a lei, la prima cosa che mi è sempre venuta in mente sono i suoi capelli nerissimi, come le sopracciglia che le incorniciavano i due occhi languidi.
Il soggetto femminile rimane il più intrigante enigma che la storia generale e il sensibile mondo dell’arte abbiano affrontato. La donna da secoli è oggetto e soggetto dell’arte nelle sue molteplici sfaccettature: donna come madre, donna come santa, donna come diavolo, donna come amante. Se andiamo a ritroso nel tempo vediamo come la femminilità sia un tratto marcato dell’umanità più volte affrontato, con violenza o con poesia, con erotismo o malinconia, con amore e con diffidenza.
Che rapporto può avere il Festival della Canzone Italiana con il Futurismo? Ad una prima occhiata, nessuno. Potrebbe essere un semplice accostamento di manifestazioni avvenute nella stessa settimana, una a Roma (Futuroma appunto) e l’altra a Sanremo. Invece no, ci siamo divertiti ad immaginare un Sanremo Futurista e un futurismo in cui comparissero nani e ballerine, travolte dal mito della velocità, magari la stessa velocità delle audizioni tra le lenzuola di un bell’albergo, anche se ormai decadente.
Non vogliamo essere autoreferenziali. Non stiamo promuovendo gli spettacoli dell’editore che ci dà i natali e lo spazio. La nostra è oggettività. E tutti gli spettatori che erano presenti lo scorso 12 febbraio al Teatro Palladium (piazza Bartolomeo Romano) di Roma per la serata finale del TeatroTour MArteLive Speciale Frammenti, lo potranno confermare. Il teatro era pieno, non come un uovo e non in ogni momento, ma colmo di persone interessate al nuovo modo di fruire l’arte e gli spettacoli, promosso da Procult con MArteLive e con tutti gli spin-off ad esso correlati.
Fine gennaio freddo ed inizio febbraio bagnato, ma non distaccato dagli eventi della storia, della società, della vita. Il Giorno della Memoria è entrato ormai a far parte della memoria storica collettiva e, nonostante le cadute di tono, spiegabili solo con la follia e l’insoddisfazione sociale, che hanno permesso a dei giovani ragazzi di bruciare vivo un essere umano proprio negli ultimi giorni, solo per provare delle emozioni “forti”, quello che resta forte in tutti noi, in tutti coloro dotati di raziocinio, di umana pietà, di memoria, appunto, è il desiderio feroce che il dolore straziante, che gli eccidi di massa, che la crudeltà pura e semplice non possano più avere spazio in questo mondo.
E’ un dato di fatto: la magia in sé e per sé è solo una particolare manifestazione della realtà. Quasi una forma di creatività latente che si presenta in tutte le sue potenzialità. In barba agli oroscopi (che comunque un loro fondamento storico- scientifico ce l’avranno pure), agli indovini, e a tutti coloro che vorrebbero toglierci la capacità di sognare a colpi di emergenze e panico, quel che resta è il desiderio latente (ma neanche troppo) di spaziare con la fantasia e con le esperienze.
Si è conclusa venerdì 31 ottobre l’edizione 2008 del Festival Internazionale del Film di Roma, che, con un nuovo nome e una nuova gestione, ha riproposto a pubblico e addetti ai lavori lo spettacolo del cinema, un fil rouge tra la kermesse (per cinefili e appassionati di gossip) e il mercato (per chi lavora nell’industria dell’audiovisivo). Sono state 580.000 le presenze nelle diverse sedi e realtà del Festival romano, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, a fronte di un maggior numero di spettatori presenti in sala. Anche nel 2008 è stato l’Auditorium Parco della Musica a dominare la scena, per le passerelle, le proiezioni, la pioggia, i problemi, le potenzialità inespresse e i premi consegnati.
Dal 23 al 26 ottobre 2008, quattro giorni di creatività a Firenze alla Fortezza da Basso: ma si può chiudere la creatività in un luogo progettato per le operazioni di difesa militare? In effetti è necessario difenderla con i denti e con le unghie, ma vanno cercati nuovi alleati e abbandonati i vecchi pesi inutili, bisogna prepararsi alla battaglia, fare la guerra con i mezzi con cui i creativi concepiscono le idee. La Regione Toscana ha trovato appoggi nella Fondazione Toscana e in un partner nuovo come il Banco do Brasil per dare spazio ad una creatività multiforme di Visioni, Viaggi e Scoperte.
Addio sgraziate e anonime pagine in bianco e nero. I magazine con grafica approssimativa e atroce sovrabbondanza di testo sono ormai out. La nuova frontiera della carta stampata ha un nome affascinante, che riscuote tra l’altro un apprezzabile successo, soprattutto tra i più giovani: visual magazine. Sono tre gli elementi strutturali che descrivono appieno questo nuovo format: poco o pochissimo testo, molte immagini, estrema attenzione per i particolari grafici.
Lo stile è libero, devi semplicemente trovare il tuo. Uniche regole: fianchi fermi e braccia che si muovono all’impazzata. Tutto il resto è pura creatività. Di cosa stiamo parlando? Di un nuovo fenomeno giovanile chiamato Tecktonik, nome che richiama alla mente i movimenti delle placche terrestri e che quindi, per estensione, si presta bene a rappresentare l’incontro e lo scontro di diverse culture musicali. Si tratta di un mix esplosivo di danza, musica, arte e moda, partito dalla periferia di Parigi e rimbalzato, grazie ad Internet e al passaparola virtuale, nel resto del mondo.
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