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Tag: editoriale

Tele- Visione

Marshall McLuhan, luminare delle comunicazioni di massa, l’ha definita un mezzo ma anche “il” messaggio; Karl R. Popper, ne ha parlato come di una “cattiva maestra”; ed Enrico Ghezzi ha alluso al fatto che i “mezzi” come questo avvicinano sempre più, ma che gli individui comunicano sempre meno. Tutti concordano nel dire che è stata una delle più innovative invenzioni del secolo scorso, che ci ha addirittura dato l’illusione di creare quel famoso villaggio globale che il luminare di cui sopra aveva così lungamente anticipato.

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Il Grande Boh!

La cosa che ci meraviglia di più quando ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte è l’estrema consapevolezza con cui l’artista parla di se stesso, del suo modo di pensare e vivere la vita, di come tutto possa essere fonte di ispirazione e di come ogni cosa possa essere importante e non trascurabile.
La sensazione di stupore che ci accompagna quando vediamo qualcosa che travalica i confini della nostra mente, qualcosa che sentivamo girare in tondo nella nostra anima, ma che mai avremmo pensato potesse arrivare dalla voce sommessa, dalle note forsennate, o dal corpo sinuoso di un’altra persona, ci ammalia, ci stordisce, ci conquista. Irrimediabilmente.

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Il Grande Boh!

La cosa che ci meraviglia di più quando ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte è l’estrema consapevolezza con cui l’artista parla di se stesso, del suo modo di pensare e vivere la vita, di come tutto possa essere fonte di ispirazione e di come ogni cosa possa essere importante e non trascurabile.
La sensazione di stupore che ci accompagna quando vediamo qualcosa che travalica i confini della nostra mente, qualcosa che sentivamo girare in tondo nella nostra anima,

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L’arte che vorrei…

Vorrei che l’arte in tutte le sue forme, i suoi volti, le sue multiple sfaccettature, con le sue note, i suoi alti e i suoi bassi, con i suoi colori o il solo contrasto bianco e nero, comunque essa sia e decida di essere, vorrei che non fosse, nè diventasse mai scontata. Vorrei che le sue linee, che siano curve, diritte, incrociate o parallele, continue o disgiunte seguissero una direzione, e qualunque essa sia, qualunque sia il suo percorso e il mezzo che decide di utilizzare, vorrei che lasciasse la sua impronta indelebile.

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L’arte che vorrei…

Vorrei che l’arte in tutte le sue forme, i suoi volti, le sue multiple sfaccettature, con le sue note, i suoi alti e i suoi bassi, con i suoi colori o il solo contrasto bianco e nero, comunque essa sia e decida di essere, vorrei che non fosse, nè diventasse mai scontata. Vorrei che le sue linee, che siano curve, diritte, incrociate o parallele, continue o disgiunte seguissero una direzione, e qualunque essa sia, qualunque sia il suo percorso e il mezzo che decide di utilizzare, vorrei che lasciasse la sua impronta indelebile.

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Roma Estate 2008

Ed ora viene il bello! In tutti i sensi. Con la bella stagione, l’arte e la cultura escono fuori dalle stanze chiuse dei teatri o dei club, o dei più semplici locali o cantine per affacciarsi e mostrare il proprio fianco alle stelle e alla luna.
E anche le amministrazioni pubbliche si accorgono dell’esistenza degli artisti e capiscono in questo periodo dell’anno che anche l’arte ha un costo, seppur sempre in ribasso. E la curiosità nasce in particolare per le amministrazioni che hanno cambiato la guida come quella di Roma.

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Roma Estate 2008

Ed ora viene il bello! In tutti i sensi. Con la bella stagione, l’arte e la cultura escono fuori dalle stanze chiuse dei teatri o dei club, o dei più semplici locali o cantine per affacciarsi e mostrare il proprio fianco alle stelle e alla luna.
E anche le amministrazioni pubbliche si accorgono dell’esistenza degli artisti e capiscono in questo periodo dell’anno che anche l’arte ha un costo, seppur sempre in ribasso.E la curiosità nasce in particolare per le amministrazioni che hanno cambiato la guida come quella di Roma.

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Speciale Torino World Design Capital 2008

Ce n’è sempre una, in questi giorni di delirio post elettorale! L’ultima nella Capitale, in cui l’opera artistica promossa da qualcuno, finisce per essere un obbrobrio per qualcun altro.
Al di là del giudizio estetico oggettivo, la prima cosa che ci viene da domandarci è se, veramente, buttare giù o no quattro muri, costatici cari proprio a noi elettori qualche anno fa, sia una priorità “seria”.

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Torino World Design Capital 2008

Ce n’è sempre una, in questi giorni di delirio post elettorale! L’ultima nella Capitale, in cui l’opera artistica promossa da qualcuno, finisce per essere un obbrobrio per qualcun altro.
Al di là del giudizio estetico oggettivo, la prima cosa che ci viene da domandarci è se, veramente, buttare giù o no quattro muri, costatici cari proprio a noi elettori qualche anno fa, sia una priorità “seria”.

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L’arte di saper ridere è l’intelligenza di cambiare

Siamo nati così, almeno noi: sorridendo, senza prenderci troppo sul serio e sperando che il nostro sogno potesse crescere e diventare realtà. Sarà per questo che poi ci siamo sentiti più forti, ogni giorno più caparbi e determinati. Ridere è fonte di vita, di miglioramente e tanto bello sarebbe se lo imparassero anche tutti i politici del globo terrestre, o tutti coloro che della loro aura di serietà hanno fatto un vestito cucito addosso.

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