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Jamie Lidell Live

[MUSICA]

Quando sul palco c’è solo un pianoforte, un banchettino con un laptop e un grosso mixer le aspettative non sono poi molte.
In fondo, Jamie Lidell promuove dell’ottimo soul con tanto di coretti gospel, una bella batteria lineare e qualche hammond ben sistemato, niente di più. C’è da dire però, che gli riesce davvero bene.
Ma lì sul palco non c’è spazio per un coro, non c’è spazio per la batteria e per altro, solo due elementi mentre la folla grida e incita l’artista inglese a presentarsi sul palco.

 

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Greenwhich: musica e parole

[MUSICA]

Eccomi finalmente in uno dei luoghi “caldi” della musica dal vivo, emergente e non: il Contestaccio di Roma.
Ci si trova a chiacchierare tra risate, volti folli e musica, ad estraniarsi per un attimo dalla realtà. Così il tempo vola ed è già l’una: è il momento dei Greenwhich. I cinque sorridenti, timidamente salgono sul palco, e senza rendersene conto si sentono le prime note e i primi ritmi a riscaldare l’ambiente.
Si inizia con un bel pezzo strumentale che svanirà all’improvviso bloccato dalle parole della cantante, Francesca Xefteris: ”Il check è finito, possiamo iniziare”.

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Gli occhi di Piero

[TEATRO]

«Piero Bruno è un ragazzo che ha sempre 17 anni».
Queste parole taglienti come la lama di un coltello in una ferita che non si è ancora rimarginata fanno da filo conduttore a tutta la rappresentazione teatrale Gli occhi di Piero – storia di Piero Bruno, un ragazzo degli anni ’70, di Massimiliano Coccia e Fabrizio Giannini, per la regia di Marco Simeoli. A raccontare la vicenda è un poliedrico Fabrizio Giannini che si sdoppia per interpretare un padre e un figlio, entrambi portieri di un palazzo in via Ludovico Muratori, zona tristemente legata all’omocidio.

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Stravagante stravaganza

[TEATRO]

Per cinque serate, dal 21 al 25 gennaio, il palcoscenico del Rialto Sant’Ambrogio è stato il regno de La Stravaganza, spettacolo con cui la Compagnia Psicopompo ha segnato il debutto nazionale dell’autore argentino Rafael Spregelburd.
L’opera rappresenta il secondo capitolo dell’Heptalogya de Hieronymus Bosch – ispirato alla tavola dei sette vizi capitali del pittore fiammingo – in cui il drammaturgo propone una rivisitazione della cartografia morale cattolica, sostituendo ai peccati della tradizione quelli ritenuti più rappresentativi della società contemporanea: L’Inappetenza, la Stravaganza, la Modestia, la Stupidità, il Panico, la Cocciutaggine e la Paranoia.

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Border-Love: tra fetish e surreale

[ARTI VISIVE]

Voglio un amore doloroso, lento, che lento sia come una lenta morte, e senza fine, voglio che più forte sia della morte e senza mutamento”.
I versi di Gabriele D’annunzio si schiudono ad un’arte immaginativa, che travalica i confini temporali scanditi dal limite umano, per mettersi in mostra quando all’arrivo della primavera i sensi cercano con ogni impulso di uscire dalle tenebre, per celebrare il giubileo del colore e di un amore nutrito e protetto nel ventre come una creatura in un grembo materno.

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Fabrizio De Andre’: “Il pescatore” di sogni

[MUSICA]

Su De Andrè si è scritto, detto e ragionato tanto. I suoi testi e le sue musiche sono diventati parte di quel prezioso patrimonio culturale che l’Italia mostra con fierezza al resto del mondo. Le sue riflessioni poetiche, dedicate in gran parte ai “vinti” e a quelle figure marginali che abitano gli angoli più bui e remoti delle città, sono state citate e utilizzate nei contesti più disparati. Il suo modo di fare pacato ed equilibrato, la sua spiccata tendenza al perdono e al pacifismo sono diventati bandiera e consolazione per briganti, prostitute, ribelli e sconfitti.

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Dalla Svizzera con onore

[MUSICA]

“Certo, adesso, dopo le abbuffate delle feste, è difficile passare al minestrone…”, dirà qualcuno. “E al menestrello?”, risponderebbe lo spettatore medio del concerto di Pippo Pollina alla Locanda Atlantide, programmato lo scorso 9 gennaio. Ma certo, si può fare, anzi è quello che ci vuole, se la sua azione è raddoppiata da un… bardo, pardon, un Bardill di lunga militanza come lo svizzero Leonard Bardill, appunto.

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Questa e’ Roma mica…*****!

[MUSICA]

Sono tanti, grossi, neri e cattivi! Questa è la prima sensazione che avrebbe potuto pervadere chiunque fosse entrato al Circolo degli Artisti domenica 11 Gennaio, sensazione che avrebbe abbandonato ben presto, al massimo al terzo metro percorso in direzione del bancone bar esterno del locale, dove sarebbe stato pervaso subito da un’atmosfera festaiola e per nulla ostile.
È tornato infatti anche quest’anno come di consueto ormai alla VI edizione il festival punk hardcore più atteso della capitale Questa è Roma mica… organizzato dalla Kick Agency e dallo storico negozio di dischi Hellnation Store, noto a tutti gli appassionati di introvabili titoli della scena punk.

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