L’operazione normalmente compiuta dalle giovani formazioni rispetto alla drammaturgia antica consiste nel rielaborarne il linguaggio per renderlo moderno ed attuale. Il percorso effettuato dalla Compagnia Ambrogi-Viti procede, invece, nella direzione opposta proponendo un testo che, pur essendo inedito, presenta una matrice estremamente classica.
Ha avuto inizio il 14 febbraio scorso e si concluderà il 26 marzo, al Teatro Puccini di Firenze la quarta edizione del Festival Nazionale di Corti Teatrali: serata che vedrà come protagonisti i vincitori come miglior attore e, miglior autore di testi inediti, selezionati durante questo percorso, dai voti della giuria e dal loro pubblico. Tra le diverse tappe -Firenze, Bologna e Milano- anche la città capitolina ha avuto il piacere di accogliere e presentare, al Teatro-Biblioteca Quarticciolo, gli attori partecipanti a questa manifestazione.
Il progetto Teatro Tour MArteLive 2009 si tinge ancora di più dei colori della cultura e lo fa con delle “Libere Lezioni Teatrali” tenute da Riccardo Vannuccini Della Pietra, il direttore artistico di Arte Studio. ArteStudio è una Associazione culturale riconosciuta, che lavora professionalmente nel campo della cultura e del sociale da quasi trent’anni collaborando continuativamente con diversi Enti e Amministrazioni, accompagnando l’attività di spettacolo con una di studio e ricerca, grazie anche alla realizzazione di seminari, mostre, pubblicazioni, e progetti speciali tra cui numerosi spettacoli messi in scena col carcere del Rebibbia Femminile, il Rebibbia Reclusione, Velletri, Regina Coeli e Civitavecchia.
Il 18 febbraio presso la facoltà di scienze umanistiche dell’Università La Sapienza di Roma ha avuto luogo la sesta edizione della manifestazione sul Romanzo Noir. Nata nel 2004, Roma Noir, analizza il successo del noir a ridosso del XXI secolo, dove aspetti del genere si sono andati modificando, fino ad assumere connotati interessanti e degni di lode.
Non può il silenzio ottundere lo spirito, non può non essere disciplinato. Il silenzio discrezionale che evita clamori inopportuni su vicende private dall’alto coefficiente emotivo (vedi il caso Englaro) è un’opzione valida come forma di rispetto, mentre non può essere assecondato il silenzio indifferente, aggravato da imbarazzi borghesi nel senso più deteriore del termine, nei confronti di storie di resistenza o di opposizione al disagio che si pongono come straordinarie nella loro quotidiana ordinarietà e permettono a tutti di guardare con occhio più cosciente al senso della vita e ai valori a cui essa dovrebbe essere improntata.
“Siamo il fuoco siamo il carnevale…saremo il rullo sopra lo stivale… ritmo sangue sangue ritmo e veleno che rokkerolla sopra le città”, cosi recita il testo di “Ehi Negrita” (un pezzo del primo album omonimo Negrita), ed era il 1994. Oggi dopo 7 album, un “The best” e circa 700 concerti in 18 anni di carriera, i Negrita dimostrano ancora una volta di essere una vera ROCK BAND, di avere il rock ‘n roll nel sangue, nonostante alcuni sostengano che le nuove sonorità che contaminano gli ultimi album gli stiano facendo perdere questa veste.
L’anniversario del movimento futurista si apre con l’opera musicale di Brian Eno dal titolo Presentism, Time and Space In The Long Now, esposta presso la Fondazione Memmo in Palazzo Ruspoli di Roma, dal 20 febbraio fino al 15 marzo 2009 (ingresso gratuito). Se il futurismo è l’arte che mescola i generi Brian Eno è colui che ha rappresentato tutto ciò in un’opera che racconta, nella sua plasticità, il movimento e la musica.
Avete fatto le vostre scommesse cari cinefili? Sono certa che in tanti vi siete sintonizzati alle 23:45 della Domenica del 22 Febbraio sulla rete dell’ABC, pronti a spulciare i vari forum, i Live-Blog e le ultime foto giunte dalla diretta della manifestazione più importante del cinema Americano. Tante le supposizioni e i pronostici sui vincitori delle agognate statuette dorate: il wrestler Rourke l’avrà spuntata? Slumdog Millionaire di Boyle avrà fatto incetta di premi? David Fincher avrà avuto il suo giusto riconoscimento?
Musica d’autore, lieve e impegnata che fosse, negli anni ’60 era sempre una ricerca. I protagonisti di quell’epoca hanno bisogno ancora di raccontare la loro diversità. Usano, per farlo, un nuovo linguaggio o vengono usati come temi per nuovi racconti. Il progetto Facce d’autore è un racconto multiplo e sfaccettato che coinvolge diverse arti e diversi personaggi, l’idea è quella di spiegare un’epoca musicale, anche con toni melanconici, perché forse è necessario pensare a certe musicalità e certi personaggi con un lieve sospiro.
Una luce improvvisa buca l’oscurità notturna, quella di un’automobile che velocemente percorre la strada su cui camminiamo mentre intorno si innesta il nostro sgomento di fronte ad un movimento così repentino che ci lascia senza fiato. Improvvisamente si accendono tutte le altre luci lasciate sopite e la città si illumina di risate e colori agghiaccianti, penetranti.
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