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Autore: Edyth Cristofaro

Stefano Scarfone ed “Estrella”

Ciao Stefano! Iniziamo subito facendoti una domanda che sorge spontanea: perché musica “Mediterranea”?
Sai questo tipo di musica è una mia passione sin da quando ero bambino. Io ho iniziato a suonare la chitarra che avevo 5 anni, cioè quando i miei genitori hanno mandato a forza me e mio fratello a prendere lezioni…
Già dopo circa un anno e mezzo ho cominciato in modo istintivo il tipo di fraseggio tipico della musica andalusa, mediterranea. Andando avanti ho ascoltato moltissimo questo tipo di melodie, come per esempio il flamenco tradizionale e tutte le sue varie contaminazioni.

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Indiana Jones e il regno del teschio di Cristallo

CINEMA- Gli avevamo lasciati così nel lontano 1989: Indy, Henry Jones, Marcus e Sallah, che cavalcavano uniti verso un desolato sfondo sabbioso, reso caldo dai colori avvolgenti del tramonto.

Pensavamo quasi che non li avremmo più rivisti, ma con due padri fondatori come Steven Spielberg e George Lucas, non potevamo non aspettarci un ritorno in grande stile. Così vent’anni dopo, l’archeologo più famoso del mondo del Cinema, riprende frusta e cappello per l’ultima delle sue avventure.

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Musica e tv secondo Morgan

Marco Castoldi, meglio conosciuto con il nome d’arte di Morgan, racconta al nostro giornale la sua esperienza come giurato-conduttore della trasmissione televisiva X-Factor, dalla quale è uscito vincitore il gruppo da lui supportato, gli Aram Quartet. Il dandy del nuovo millennio, reduce dalla burrascosa relazione con Asia Argento, appare rinato grazie all’amore per la musica, i suoi Bluvertigo e la figlia Anne Lou.

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Una folla non è compagnia, ma solo una galleria di quadri

[ARTI VISIVE]

Chissà cosa ne pensava il Francis Bacon pittore di questo celebre aforisma pronunciato dal suo omonimo filosofo- scrittore, vissuto a cavallo del 1600… sarebbe stato impressionato…
Visto il suo carattere difficile, propenso tanto a perdersi nel clamore della vita mondana quanto a rinchiudersi nella solitudine dei suoi demoni interiori, probabilmente Bacon sa dalla folla di spettatori che in questo periodo si concentra presso il Palazzo Reale a Milano, ma soprattutto dall’esposizione delle sue opere in una mostra antologica che mira ad essere il più completa possibile nell’affrontare l’intera esperienza artistica del pittore irlandese.

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Il_7 sui Jethro Tull

[MUSICA]

A pochi giorni dal concerto dei reclamizzatissimi, giovani e freschi Tokio Hotel, il voluminoso mito dei Jethro Tull dirà la sua il 30 giugno 2008 allo Stadio della Pallacorda, dispiegando tutte le sue

sonorità vecchio stile, ma anche i suoi arrangiamenti più aggiornati in una serata che si annuncia rigorosamente Old British.

I loro esordi nell’ultimo scorcio degli anni ‘60 erano sicuramente blues, ma in linea con lo spirito di quel periodo il loro profilo si ispessì in una serie di contaminazioni successive, da quella con il jazz al recupero di certe tradizioni folk, al tuffo non sempre convincente nel progressive. Forse non potranno essere considerati pienamente progressive, dunque, ma i Tull si distingueranno sempre per un certo accento bizzarro con cui interpretano il folk- rock.

La simpatia tardo-romantica con cui, nel mitico Aqualung, Jan Anderson, il carismatico leader cantante e flautista, che ancora oggi non rinuncia ad abbozzare nei live le sue caratteristiche pose da folletto, presta la sua voce ad un vagabondo facendogli pronunciare ruvide considerazioni sui guasti della religione organizzata, impone soprattutto quel disco come un pezzo di storia che resta memorabile per i fans di vecchia data, ma la loro carriera ormai quarantennale è gravida di meda-glie e di gemme discografiche dai toni epici, elegiaci e misteriosi.

Citiamo per brevità Stand Up, Benefit, Thick as a Brick, Songs from The Wood, Living in the Past, tra gli album dei favolosi seventies, e Stormwatch, Rock Island, Crest of a Knave, Roots to Branches, Dot Com tra i capitoli più recenti di una saga musicale che a differenza di altre storie di lunga militanza rock, non ha dovuto registrare lunghi e gravi appannamenti, forti di una formula creativa particolarmente compatta ed efficace, che garantisce sofisticazione e sicuro impatto, effervescenze solistiche e orecchiabilità. Abituati ai vecchi fantasmi e a eremitaggi nella brughiera e scorribande nella City, ingobbiti attraverso le pieghe di ere oscure del passato e insorgenze apocalittiche del presente (North Sea Oil), e alla “fredda Madre dei Ghiacci le cui lunghe dita si stendono cercando di agguantare i fagotti sulle calde soglie degli usci d’una Londra imbiancata”.

In caso di afa africana, sarebbe divertente se il tenente metereologo RAI Guido Caroselli si presentasse a loro sul palco ubriaco di birra, con la barba lunga il triplo e intrisa di nevischio e vestito con un lungo pastrano scozzese, cantando: “O luce del sole, portami via di qui, sono un ago nel solco di una spirale, ed il piatto del giradischi gira, l’ultimo Valzer inizia e l’uomo delle previsioni del tempo dice che lassù qualcosa si sta muovendo…” (Something’s on the move). Una pioggia rinfrescante chissà che non cada giù in tal caso, riportandoci alle atmosfere delle terre lontane in cui le luci del Nord esplodono improvvise in cieli lividi per raccogliere momenti regali sui sentieri ghiacciati. Sarebbe meglio di un gavettone alla romana!?

Questi i Jethro Tull 2008: Ian Anderson al flauto, voce e chitarra acustica, il fido Martin Barre alle chitarre (che negli anni ’70 non di rado erano scientemente “grasse”), il solido Doane Perry alla batteria, il nuovo John O’Hara alle tastiere e David Goodier al basso. “Too old to Rock’n’Roll, Too Young to Die”.

Il vento che muove il Riddim-A Sud

18-maggio-2008 – Serata calda di inizio estate, l’atmosfera quella tipica che si respira ogni volta al ConteStaccio. Via vai di gente seduta sui divanetti di vimini che costeggiano la scalinata del locale più trendy di questo momento sulla scena artistica romana.C’erano proprio tutti, giornalisti, tv web, critici musicali e tanti, tanti amici artisti o semplicemente appassionati di musica, giunti per assistere all’uscita del Cd RIDDIM-A SUD, ultima fatica artistica di Teresa De Sio.

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Il Ventaglio nel segno di Ronconi

Milano – La prima stesura de Il Ventaglio fu realizzata da Carlo Goldoni a Parigi, la città dove risiedeva dal 1762 dopo la precipitosa fuga da Venezia a seguito delle polemiche e delle persecuzioni scatenate contro di lui dal rivale Gozzi. La versione in italiano risale invece al 1765. «Il motore della vicenda – spiega il regista dello spettacolo, Luca Ronconi – è un oggetto da nulla, un ventaglio da pochi soldi: eppure questo inerte accessorio riesce ad incrinare legami, a produrre scontri, a scatenare crisi».

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Da Roma a Milano i Marcosbanda

[MUSICA]

La Marcosbanda il 31 maggio a Segrate ha vinto il primo premio del concorso L’Artista Che Non C’era. La rassegna, organizzata dal webzine L’Isola Che Non C’era, è quest’anno alla sua quinta edizione e, in concordanza con le linee editoriali della testata promotrice, è rivolto ai nuovi cantautori della musica italiana. I Marcosbanda hanno avuto la meglio su Enrico Pezza, Francesco Forni, Kimel, Marco Stella e Patrizia Cirulli, che hanno partecipato con loro alla serata finale del concorso.

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Sonar 2008

[MUSICA]

Sarà difficile stabilire se anche il desiderio di catapultarsi a Barcellona sfruttando magari qualche volo low-cost sia un desiderio indotto dalla tecnologia o se è l’articolazione della nostra mente desiderante a trovare modi tecnologici per soddisfare certi “bisogni”. Di fatto, l’incapsulamento, di cui siamo vittime spesso deliziate, potrebbe portarci, il 19, 20 e 21 Giugno, in Catalogna per immergerci nelle esperienze multisensoriali che verranno proposte nel corso dell’edizione 2008 di Sonar

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