Vinyl Factory
Non mondo cane, ma Mondo Pop!
La manifestazione ha una doppia sede, giusto due lati per il medesimo 33 giri: il Lato A dell’esposizione continuerà fino a venerdì 24 aprile 2009 alla MondoPOP International Gallery/Art Shop of Rome di via dei Greci 30, zona Piazza di Spagna, e il Lato B fino al 19 di aprile al Rising Love di via delle Conce 14 (Testaccio), roccaforte della club culture della capitale.
Sicuramente il Lato A dall’inaugurazione ha “suonato” più pop con una spruzzata di classica, visto il carattere di galleria d’arte dello spazio, coloratissimo ma pur sempre esclusivo, mentre il Lato B, inaugurato al Rising Love domenica 22 marzo, ha avuto un sound elettronico-sperimentale, considerando che l’opening party si è protratto dalle 19 fino a tarda notte, con un contorno di performance, musica live, e quattro dj d’eccezione.
Figurarsi che al termine di una performance di pittura appunto su vinile (utilizzando tecniche di esecuzione le più veloci possibile), le opere così ottenute sono state donate al pubblico (!!!) ed alcuni dei presenti riferiscono che i dischi sono stati lanciati con cannoni spara-neve artificiale e fatti così roteare sopra le teste del pubblico come frisbee dotati di jingles e carillon da far suonare con telecomandi Wii da parte dei dj, ed alcuni dei presenti li afferravano al volo allungando gli arti prensili bionici, come emuli acritici del Mr.Fantastic di Marvelliana memoria!
Si badi bene, però: oltre a Diavù aka David Vecchiato, Omino71, Satoboy, Mr.Klevra, Sone, AliCè, Bol, Teddybear, Fidia e .bR1 e tanti altri artisti urban che hanno dipinto live i pezzi poi offerti al pubblico, stiamo parlando di una mostra monstre, una collettiva legata a un bando internazionale che la MondoPOP International Gallery di Roma ha lanciato sul web due mesi fa e che ha portato sotto gli occhi estasiati di un pubblico vivace ed informato, più di 500 vinili dipinti da artisti famosi, famosissimi e anche meno noti di tutto il mondo, che con entusiasmo hanno risposto al bando aderendo all’iniziativa e gettandosi con entusiasmo nella sfida creativa. Accanto ai vinili realizzati da importanti artisti internazionali e italiani tra cui Jeremyville, Jon Burgerman, Jim Avignon, Christian Lindemann, Ciou, Andras Bartos, Diavù, Ozmo, Dem, Sten & Lex, AlePOP, Massimo Giacon, Scarful, Serpeinseno, Cesko, Zelda Bomba e tantissimi altri, possono essere ammirate in esposizione le opere di tutta la nuova scena della Urban Art internazionale, sempre e comunque alla ricerca di un modo personale di espandere il limite fisico di un oggetto di plastica nera da 12 pollici che invece concettualmente e ludicamente si presta alle più variegate espansioni, comprese ovviamente quelle legate all’opera musicale che originariamente conservavano tra i solchi.
E’ questo il caso, ad esempio, di “Animals” dei Pink Floyd, rivisitato con incomparabile perizia da Fidia Falaschetti, che seziona la celebre mucca della copertina originale in due metà, di cui una ridotta a scheletro, la posiziona in mezzo a sacchi verdi di rifiuti radioattivi tra i quali spuntano telecamere di sorveglianza della Facebook (e ci siamo capiti!), il tutto all’interno di mezzo nucleo d’uranio simulato con un semplice intervento grafico sul taglio del 33 giri. Da notare che l’elaborato poggia, leggermente sollevato, sulla copertina originale coinvolgendo dunque anch’essa nella rivisitazione. Analogo discorso vale per l’esemplare ricavato dal disco d’esordio dei Velvet Underground.
Splendide le prove, tra le opere di stile più pittorico, di Marco About: “Esiste un confine tra uomo e animale?” è la domanda riportata in uno stendardo rinascimentale dipinto sull’LP, ed un coniglio stilizzato soft-cubista, risponde: “Non mi pare“. “La mente è un universo variegato” è la didascalia presente in un’altro pezzo, ed un gelatino in coppetta aggiunge: “…all’amarena“. “Cosa c’è oltre la vita?” si chiede il vinile numero tre. Una testa di bambina azzarda: “I fianchi“. “Brava“. “Grazie“. Lo stile è favolistico da illustrazione d’autore, tra fumetto contemporaneo e artigianato Old En-gland.
Mr. Klevra, già partecipante con onore al MArteLive 2008, ha voluto spiazzare i critici tutti d’un pezzo presentando due opere diversissime: una è un’icona bizantineggiante, con tanto di fondo dorato eseguito con una autentica velatura aurea; l’altra mostra, in rilievo tridimensionale, una bestiaccia simile ad un incrocio tra un Alien di Ridley Scott sfrangiato formato bonsai ed una scolopendra potenziata da un energy drink, in ogni caso la creatura sembra mezza spiaccicata sul vinile ed immobile, ma non basta per farci pena.
Zoka ha realizzato delle rilevazioni geografiche di qualche nuovo planetoide vergine su cui trasferirci per ricominciare da capo, ma questa interpretazione si infrange contro i tubicini infilati nel vinile-planimetrico con degli jack: si allude a trasfusioni di olio lubrificante per gli androidi di domani o a tecniche futuribili di irrigazione del suolo in profondità a base di petrolio e burro caldo? Sulla stessa parete, abbiamo trovato anche l’astratto trittico pop-cyborg di Ziod, anch’es-so con inserti di materia tridimensionale, il cui cromatismo acceso arancio-nero-bianco cerca di rendere attraente l’evoluzione robotica degli affetti più cari (??)
Un gruppo di giovanissimi iraniani (intorno ai quindici anni d’età) hanno proposto dei pezzi dal contenuto socio-politicamente molto critico, com’era prevedibile, come nel caso della Statua della Libertà sormontata da un’aureola luminosa formata da filo spinato.
Il giapponese The Young con una tecnica a stencil basata su bianco e nero e solo un tono di grigio ha ottenuto delle immagini che restituiscono ugualmente una forte sensazione di tridi-mensionalità, lavorando su dettagli infinitesimali e su uno sfondo composto da una parete scalare di cubi su ciascuna delle cui facce visibili c’è il volto dell’artista ed il suo marchio. L’oggetto che campeggia in mezzo ad una di queste composizioni sono un paio di stivali di gomma con stampigiato lo slogan: “Have a nice grey”, e nell’altra opera in mezzo c’è un ombrello: l’artista vuole esortarci a non essere metereopatici?
E’ nostro dovere avvertire i cortesi lettori che troveranno in Galleria non uno spazio austero, ma un ambiente raccolto sì, ma anche coloratissimo ed abitato da presenze simpatiche e giocose: i tanti curiosi e divertenti puppets, che insieme ad un’oggettistica ammiccante e a gadgets senza timori reverenziali, connotano la MondoPOP International Gallery come una riserva di ironico ottimismo anche per chi esclama “Mondo Cane!” ogni volta che scende dal letto.
Insomma, da più di un decennio la maggior parte della gente ha smesso di posarli sul piatto e ascoltarli, gli LP o 33 giri, eppure, grazie al mercato vintage e a questo restyling voluto da Mondo Pop, godono ancora di ottima salute. Dopo questa operazione culturale, i Picture Disc della seconda metà degli ’80 verranno tanto deprezzati che li troveremo accanto alle casse dei supermercati, usati come resto dalle cassiere a corto di spicci!
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