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Tag: martemagazine

I Tudors- Scandali a Corte, di Michael Hirst

CINEMA- Se poteste puntare il dito sullo schermo e scegliere la storia che più vi aggrada, in che epoca vorreste precipitare?
Ci sarebbe l’imbarazzo della scelta tra rivisitazioni storiche, medici alle prime armi e ravvicinati squarci di vita quotidiana. Potreste perfino ritrovarvi al cospetto di un grande Re, il cui nome sarebbe ben impresso nelle memorie del tempo.

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AMNESIA_ Reverse

CD MUSICA- “Reverse” che vuol dire “capovolto” racchiude nel nome proprio la tecnica musicale utilizzata: “l’inversione, basata sull’esecuzione a ritroso di una data frase musicale”, come testimoniato dalla Ultramondo Promotion.
Questo album si presenta come fosse un “continuum” musicale, come se i brani fossero tanti aspetti, sfaccettature di un unico iter, confermando pienamente il suo genere “elektro-noise”.
Effetti elettronici infatti -e non solo- caratterizzano la base musicale che funge da accompagnamento alla singolare voce di Valentina Ciampalini.

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Tele- Visione

Marshall McLuhan, luminare delle comunicazioni di massa, l’ha definita un mezzo ma anche “il” messaggio; Karl R. Popper, ne ha parlato come di una “cattiva maestra”; ed Enrico Ghezzi ha alluso al fatto che i “mezzi” come questo avvicinano sempre più, ma che gli individui comunicano sempre meno. Tutti concordano nel dire che è stata una delle più innovative invenzioni del secolo scorso, che ci ha addirittura dato l’illusione di creare quel famoso villaggio globale che il luminare di cui sopra aveva così lungamente anticipato.

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Francesco De Gregori: artista, uomo e cittadino

E’ un lunedì di giugno, prologo di un’estate calda e strana; giorno successivo alla sbornia calcistica degli europei 2008 che ha decretato la sconfitta della squadra azzurra a favore dei diavoli di Spagna. Squilla il telefono: “Salve sono Francesco De Gregori come va?” “Bè non tanto bene, stavo riflettendo sulla deriva sportiva di questo paese. Sa una volta i calciatori si giudicavano dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia…”, “E si lo so, siamo tutti un po’ più tristi, ma che ci vuole fare…”.

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Germano Serafini: un fotografo in mille pezzi

Germano Serafini, trentaduenne fotografo romano, ha poco a che fare con l’idea dell’uomo “inquadra e scatta”, ma è piuttosto un connubio di visioni dell’arte tra moderno e passato, facendo quello che pochi artisti riescono: incuriosire. E’ anche un buon comunicatore: si mette in gioco sempre con performance che coinvolgono direttamente la sua persona e si presta a qualsiasi provocazione e contrasto. Molto sicuro di sé, non pecca mai di vanagloria, ma nonostante sia avvezzo al confronto con il pubblico ci è parso insolitamente teso. Magari perché gli facevo domande da uno sgabello e lo guardavo dall’alto in basso?

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