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Francesco Di Pietro: fumetti ad arte

diegociorra
[STREAP- TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraSignore e signori… il vincitore della sezione fumetti del MArteLive 2008! Quello che catalizzava l’attenzione del pubblico dell’Alpheus grazie alle illustrazioni che realizzava con la sua tavoletta grafica;

quello che approfittava del sottile fascino dell’artista per conquistare le splendide ragazze del locale; quello che, dimostrando tutto il suo talento, ha meritatamente conquistato il primo premio del concorso, ottenendo una borsa di studio a copertura totale per il corso di Graphic Novel & Graphic Journalism; quello che…ohh insomma… ecco a voi Francesco Di Pietro!

Siamo curiosi. Visto che durante le serate non osavamo disturbarti mentre creavi, perchè non ci racconti adesso qualcosina di te?
Ho vissuto a Reggio Calabria fino a 19 anni, ho studiato in un Liceo Scientifico e passato le mie serate tra il Pub Art e la Via Marina.
Finito il Liceo mi sono trasferito a Roma. Ho studiato design alla Sapienza, conosciuto un infinità di turiste, toccato capelli ricci, donato alle mie orecchie l’intera discografia dei Beatles (e dei Neutral Milk Hotel)
e inteso il sapore dell’impegno. Finito il triennio romano ho continuato gli studi alla specialistica in moda al Politecnico di Milano, dato che a Comunicazione non ne hanno voluto sapere di prendermi.
A Milano ho conosciuto la solitudine (toccavo raramente capelli lisci) e l’esibizionismo, l’idiozia che sta nell’ambizione cieca e l’importanza assoluta dello stimolo.

Fingendo di non voler approfondire l’argomento “capelli”, sembra che per la tua arte conti molto il luogo in cui vivi. E’ così?
Non mi piace pensare a quello che produco come arte, mi piace pensare di creare.
Penso all’artista come ad uno che si sacrifica, che da via qualsiasi cosa per esprimersi.
Qualche volta ho fatto “arte” (come ad esempio perdere dieci chili per raccontare una storia a fumetti su Cristo, ed avere il 25 dicembre come scadenza), ma sono piu un esibizionista che un artista.
E per rispondere alla tua domanda, il posto conta, perchè creare, da artista o esibizionista che sia, è come un grande palco, dentro cui vivere ed esprimersi.
E vivere in un posto che ti fa vibrare fa si che tu produca “cose vibranti”. E finora il posto in cui ho vibrato di più è questa città, Roma, insomma.

Per ispirarti catturi queste vibrazioni anche in altri campi artistici, come la musica o il cinema ad esempio?
Prendo ispirazione dalle persone, dai loro aspetti piu bassi, dalle contraddizioni, dai punti di domanda, anche da quelli che mi fanno da corona.
Tutto il resto funge come un imbuto. Ascoltare una canzone, ad esempio, è solo uno scivolo sul quale poggiare le mie idee fino a farle arrivare ad un foglio (o ad un monitor ).

Quali sono stati i tuoi primi lavori professionistici, dopo la laurea a Milano?
Un piccolo lavoro come (semi) fumettista alla regia/tavole preliminari di un fumetto in cantiere per lo studio KU di Roma.

E hai qualche personaggio originale nel cassetto, o una storia presonale a cui lavori e che prima o poi potrebbe vedere la luce?
Ho scritto e disegnato due storie a fumetti, ma hanno il loro tempo e i loro duemila difetti.
Una è una storia d’amore onirica in salsa anni ’50, “Dream a little dream of you!”, e l’altra è una storia sull’arte
e sulla sofferenza che presenta la figura di Cristo come quella di un artista (A.R.T.E. acronimo di A Restless Theologic Experiment).
Per quanto riguarda la scrittura, l’anno scorso ho concluso una raccolta di piccoli racconti, “Memorie Scontate”. Sono racconti sulla morte, ma che parlano con il linguaggio della vita.
Non ci sono fatti drammatici, sono solo racconti su cose che trovano un senso solo quando vengono viste “per intero”.
I personaggi che sento Veramente miei sono quelli di “out of this world” (Il titolo è una citazione di un vecchio gioco anni 90).
E’ la storia (mai finita) immaginaria (ispirata alla narrazione/stile di Moebius) di uno dei due fratelli Wright (I pionieri dell’aviazione).
Il protagonista, che durante un volo finisce in un altro mondo si imbatterà in cammelli a due teste, saggi con tre occhi e una mosca in bocca, meccanici dislessici, un re delle fate goloso di polpette, le sue fatine ciccione e un dio eccessivamente egocentrico…quella roba li, insomma…
Potete trovare i miei disegni su http://fdp82.deviantart.com , e i miei racconti su http://fdp82.splinder.com.

Hai citato Moebius, e da ciò che abbiamo potuto ammirare dal vivo, era riconoscibile un certo studio del lavoro di autori come Bilal o Toffolo. Sono questi i grandi a cui ispirarti?
Moebius, Enki Bilal, Bengal, sono autori che consiglierei a tutti i lettori di MArteMagazine in qualsiasi loro manifestazione…
E poi i nostrani Toffolo, Kamenstudio e Ku. L’animazione jappo dello Studio 4°c o di Satoshi Kon. I nuovi americani Bachalo e Madureira, ma anche i piu classici Ditko e Kirby.
Direi che tutti loro mi hanno ispirato, anche se in fondo non ho mai avuto un vero maestro, se non il buon Gabriele Brombin che mi ha insegnato a pensare ad “immagini” piuttosto che a “disegni”.

Concludiamo con il concorso. Eri dato favorito in partenza, anche dagli altri finalisti. Tu che aspettative avevi riguardato la serata finale?
Sinceramente ero molto emozionato, con conati di terrore, e ansie da prestazione.
Poi mi son seduto e ho iniziato a raccontare di cosa provo per la mia ex. E le emozioni che stavano da una parte si sono trasferite. E m’è venuto da sorridere.
Il contest l’ho conosciuto cosi, per caso, Joseph mi ha detto che questo MArteLive era un bel posto e io sono venuto a provarci con qualche donnina, poi è successo che ho notato la sezione fumetto.
E dopo un po, non so raccontarvi il modo preciso, ci sono finito dentro!

Ed è stato un successone! Il prossimo passo?
Entro Agosto avrò finito il lavoro per KU, poi mi trasferirò qui a Roma per seguire il corso appena “vinto” e nel frattempo spero di trovare lavori che facciano al caso mio!
A proposito, non è che da qualche parte serve un illustratore?

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