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I Tudors- Scandali a Corte, di Michael Hirst

CINEMA- Se poteste puntare il dito sullo schermo e scegliere la storia che più vi aggrada, in che epoca vorreste precipitare?
Ci sarebbe l’imbarazzo della scelta tra rivisitazioni storiche, medici alle prime armi e ravvicinati squarci di vita quotidiana. Potreste perfino ritrovarvi al cospetto di un grande Re, il cui nome sarebbe ben impresso nelle memorie del tempo.
Perché se il Leone è a conoscenza della propria forza, nessun uomo è in grado di controllarlo”..queste sono le parole di una voce profonda come quella di Jeremy Northam, alias Tommaso Moro nella serie più discussa dell’anno: I Tudors.
Il telefilm creato e scritto da Michael Hirst, in passato sceneggiatore di Elizabeth e del suo seguito The Golden Age, è stato prodotto per il canale della Showtime, già famosa per altre serie di grande successo come Dexter e The L Word.
Dopo il suo debutto, nell’aprile del 2006, il fenomeno The Tudors ha iniziato a diramarsi in poco tempo mettendo facilmente d’accordo sia critica che pubblico.
I temi affrontati hanno appassionato i tanti spettatori della Showtime, reclutati ormai come fedeli fan e, il ricco cast, ha contribuito a rendere più che affascinante il prodotto di Hirst.
In America è già in fase di lavorazione la terza stagione mentre in Italia, oltre al debutto su Canale 5, la serie è stata fedelmente ospitata, come speciale Première, nella settimana del Roma Fiction Fest presentando i primi due episodi della seconda stagione.

Il re d’Inghilterra Enrico VIII (Jonathan Rhys Meyers) è da tempo in crisi con la sua regina, Caterina d’Aragona (Maria Doyle Kennedy), che malgrado ogni suo sforzo si ritrova incapace di donare al sovrano un degno erede maschio.
Tra complotti, inganni e amori passionali Enrico s’imbatterà nei gelidi occhi di Anna Bolena (Natalie Dormer), figlia del diplomatico Tommaso Bolena (Nick Dunning), che riuscirà a condurlo alla scoperta del suo reale potere assoluto.
Come detto in precedenza, la serie televisiva della Showtime riesce a schierare una serie di attori talentuosi, teatrali e cinematografici, che si apprestano a donare interpretazioni sublimi quanto carismatiche: oltre all’ipnotico Jonathan Rhys Meyers e al veterano dei film in costume, Jeremy Northam, riusciamo a ritrovare un volto noto come quello di Sam Neill nei panni del Cardinale Wolsey e, quello un po’ più fresco di Henry Cavill nel ruolo di Charles Brandon.
Ma i nomi non finiscono qui: nella seconda stagione dei Tudors ci viene perfino dato l’onore di assistere ai piccoli camei di Peter O’Toole, nel volto di un severo ed affabile Papa Paolo III.

Ci ritroviamo, così, di fronte ad un’opera di tutto rispetto che si porta dietro il compito di romanzare la vita del famoso Re d’Inghilterra, senza emulare le tante rivisitazioni storiche del passato.
Il tocco di Hirst si riesce ad intravedere ad occhi chiusi, tra colori, pompose vesti e scene ad effetto, creando un dramma storico fuori dalla nostra immaginazione.
Restano tuttavia ancora un mistero i molti errori storici commessi nella serie, che lasciano una totale e libera interpretazione del regno di Enrico VIII, dei suoi alleati e dei suoi nemici, fino alle svariate uscite di scena di certi personaggi.
Delude perfino il doppiaggio italiano che non riesce assolutamente a rendere giustizia alle regali voci originali dei protagonisti e, d’altro canto, si dona appieno una lode nei confronti della colonna sonora del compositore Trevor Morris, vincitore dell’Emmy 2007.
Affidiamoci, con un po’ di banalità e fantasia, a questa serie carica di passionalità, attendendo eventuali risvolti futuri: magari non si fermerà solo ad Enrico VIII, no?

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