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Donne slovene, uomini italiani

[LE PROUDERIE] 


Non entro nel merito delle conseguenze politiche e sociali delle scelte gestionali della res publica Jugoslava durante la dittatura di Tito. Non sono un politico, né uno statista, tal che i giudizi in questo ambito non spettano a me. Una cosa, però, è certa.

Aver fatto spostare per quarant’anni intere popolazioni da una regione all’altra ha inevitabilmente determinato un incrocio di cromosomi tale che in Slovenia le donne sono di una bellezza senza paragoni.

Non esistono altre spiegazioni del fatto che a Pirano le donne siano statuarie, altissime, biondissime, affascinanti, mentre a Trieste, ovvero ad una manciata di chilometri di distanza, non lo siano altrettanto, quantomeno come dato medio. A Portorose, al Bamboo, locale sulla spiaggia molto fashion, esiste una categoria antropologica che in Italia si è completamente estinta o, forse, non è mai esistita. Parlo dei gruppi di ragazze a passeggio sul lungomare: cinque o sei, di cui almeno il quaranta percento simili in tutto e per tutto a Nina Moric. Da noi, le donne se sono belle sono con il fidanzato. Se sono in gruppo sono brutte. Certo, non va dimenticato che se le donne sono bellissime, gli uomini della ex Jugoslavia sono generalmente alti, muscolosi, con due spalle enormi. Questo potrebbe rappresentare uno svantaggio per chi, invece, ha un fisico minuto. Mai, però come il frequente, ma evitabilissimo con un po’ di buon senso, timore reverenziale nei confronti delle gnocche; lo stesso che ci fa sempre dirottare sulle carine, evitando le bellone. Pensiamoci.

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