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Citofonare Interno 7

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il7In via Filippo Scolari 39, lo scorso 5 luglio, una congrega di manigoldi che preferiscono i readings alle partite a calcetto coi barattoli si sono riuniti sfidando tutte le incertezze delle relazioni umane per poter assistere alla pubblica lettura di brani di romanzi italiani dimenticati,

in un’atmosfera stranamente tranquilla e rilassata che non aveva nulla in comune con le risse da saloon.

Il primo di questo ciclo di incontri è stato praticamente casuale, ha avuto luogo in Via della Marranella il 24 maggio ed è stato riservato a scrittori emergenti tra cui gli stessi lungimiranti organizzatori; il secondo in Piazza dei Condottieri, ed è stato dedicato alla poesia. Per il terzo appuntamento la compagna di cordata Anna Laura Longo ha messo a disposizione un suo spazio ad uso artistico, determinando una certa variazione nella ritualità di una manifestazione che finora si era svolta nelle case private di volontari sprezzanti del pericolo di vedere il proprio appartamento invaso da gente ossessionata dalla cultura. Ho detto manifestazione? Uhmmmm! Non va mica troppo bene; no, perché gli organizzatori, che sono peraltro in qualche modo legati all’Associazione Percezione Sociopatica – e questo la dice lunga – hanno fatto capire a chiare lettere (moderne) che il termine-concetto di “evento” gli sta sulle biglie e che quello di manifestazione va solo un pelino meglio. Per non incorrere nelle loro ire, dunque, sarà meglio parlare di incontri, in modo che sia chiaro che si tratta di meetings in cui gente non autoritaria, ironica e simpatica, è disposta anche a sedersi sul pavimento pur di stare insieme a creare un’atmosfera da bivacco intellettuale, con tanto di distribuzione di generi di conforto come torte, aranciate e roast-beef alla thailandese, se qualcuno è disposto a portarlo. Si tratta di un tentativo di portare la letteratura in contesti inusuali, d’accordo, ma è veramente terribile (?!) che la convivialità a volte sembri prendere il sopravvento?

L’aspetto sonoro poi è stato curato dagli Areamag, la creatura musicale fondata dal brillante Gabriele Ortenzi, che ha subito folgorato i presenti con la proposizione di tre dei suoi classici: “Cara”, “Cattivo” e “Tombino” eseguiti con la consueta energia e accolti con sentita partecipazione dai presenti. Si sono poi succedute le letture di Rossano Astremo (deus ex machina dell’ini-ziativa, http://vertigine.word press.com/), Federica De Paolis, Giuseppe Carlotti, Alessandro Militi, Luca Moretti, Francesco Randazzo, Girolamo Grammatico (altra colonna portante del progetto, http://percezionesociopatica.blogspot.com/ nonché http://www.myspace.com/poesie-senzadsl), che hanno letto brani da La strada per Roma, Io e lui di Moravia, ed altri.
A seguire, dopo il reading propriamente detto, Gabriele è stato spremuto, contando sul suo succoso repertorio e sulla sua generosità di interprete; gli sono state anche chieste, come bis, sigle dei cartoni animati, dato che lui scelleratamente di sua iniziativa ne aveva proposta una, quella di Jeeg Robot, in coda ad un suo brano, e questo certo non depone bene circa la serietà ministeriale dei presenti.
Frattanto Cristiano Peluso (terzo fondamentale referente di tutta questa macchinazione) dipingeva live il ritratto stilizzato di qualcuno, facendolo sicuramente felice.

A quanto pare, per rendere la serata più effervescente, è stato usato l’amplificatore della chitarra al posto dell’impianto, mentre l’asta del microfono è stata ricavata da un manico di scopa legato ad una sedia bianca, e meno male che detto manico era stato ricoperto di nastro isolante bianco per garantire una certa eleganza all’insieme, altrimenti i numerosi dandy presenti si sarebbero alquanto agitati. E comunque un po’ d’agitazione positiva c’è stata quando un basso ossessivo nevrotizzante accompagnava Girolamo Grammatico mentre procedeva nella lettura di un passo di Matti slegati, di Claudio Morici. Ma finchè non viene il 118, va tutto bene!
Alcuni dei presenti sono momentaneamente usciti per evitare di schiattare grossolanamente dal caldo, ma altri prendevano il loro posto mentre un capannello di personcine fini si accalcava all’ingresso sbirciando dentro con gli occhi allungati fino al parossismo. Qualcuno si proponeva di sbronzarsi forse per fare il trasgressore fanatico; non si sa se ci sia riuscito, però uno dei lettori, dopo essersi lanciato in una digressione politica da vero oratore, si è autoaccusato in effetti di essere ubriaco, ma forse era solo un trucco per trovare delle attenuanti e non esporsi ai rigori della censura. Una cosa è certa: sono state raggiunte le 50 unità, quanto a numero di “presenze”, ed ebbene, contando quelle sceniche, più gli ectoplasmi degli antidivi della beat generation, numi tutelari dell’iniziativa, forse mi sono tenuto basso con la stima statistica. Adesso vedrete cosa mi toccherà: o l’ISTAT mi toglierà la patente o Allen Ginzberg mi farà russare a singhiozzo durante la notte!

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