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Il presepe alternativo

[DIMODA&DEMODE’]

ileniapolsinelliGiorni di pieno fermento, giorni di shopping impazzito, soprattutto per voi mie Fashion Victims!
Dall’8 Dicembre come ogni tradizione che si rispetti, le case degli italiani si addobbano a festa: il classico albero di Natale e il presepe non possono certo mancare, diventano un vero e proprio arredamento da studiare e curare nei minimi dettagli.
Ma un pizzico di originalità diciamo così “alternativa” non guasta mai, quindi perché quest’anno non decidete di personalizzare il vostro presepe? In che modo? Semplice ed economico, la moda trendy consiglia il “Presepe laico”.

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Diario tragicomico di una crisi

[L’ILLETTERATA]

evakentLa disquisizione/presentazione al MEI appena trascorso dei LibriMusica è stata una cosa che mi ha incuriosita molto e mi ha costretta a pensare seriamente quanto l’incredibile mondo della letteratura abbia sempre infinite possibilità di evoluzione. Poi torno in città e mi imbatto nella presentazione di un progetto davvero singolare, promosso da Aprile Editore e il cui autore non è altri che un membro stimatissimo dei RazMataz, gruppo indie folk rock italiano.

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Personalita’ rock!

[STREAP- TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraNella settimana dedicata al M.E.I. e alle etichette indipendenti, non si poteva non dedicare qualche riga ad un paio di esempi di fumetti molto rock, per dirla in celentanese. In altre occasioni si era trattato di suggerire un accompagnamento ideale per la lettura di un albo, questa volta invece si parla proprio di storie che hanno come tema centrale artisti musicali.

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MEI: e il colore?

[GRAFFI(A)TI AD ARTE]

shibaL’arte visiva è uno strumento di espressione per la musica e viceversa. Le arti si mescolano, coinvolgono in un’idea e trovano i diversi linguaggi per esprimerla. Per questo motivo mi aspettavo di trovare al MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti e delle Autoproduzioni, qualche pennellata in più.
Pensate che io sia antiquata? Ma no! Ho ascoltato, a Faenza, nella dodicesima edizione del MEI, musica e parole sulla musica, idee e progetti giovani. Ragazzi con voglia di fare che si rimboccano le maniche per investire tempo e passione. Ho visto look un po’ retrò, signori con il mantello e agilità nelle gambe, impegnati in danze legate alla tradizione osservati da capelloni colorati e con spille conficcate in ogni parte del corpo.

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Vaghezze assortite e sperimentazioni mordaci e futuribili

[IL_7 SU…]

il7Paolo Fattorini in un’ampia offerta di cantautori e canali satellitari in cui non tarderà a comparire, dopo aver fatto il pieno sulle radio, dice: “Voglio scegliere“, e sta scegliendo se stesso pensando con affetto al suo pubblico.
Accompagnata da tenui svisate di chitarra in sottofondo, “Fragile”, al di là del richiamo non voluto al notorio album degli Yes e al brano di Sting, ci offre un avanzamento piacevole attraverso riflessioni che vorrebbero essere utili, non le solite speculazioni sui tempi morti. “Stringiti a me se pensi che dissesti e disastri crescono in te, colpa non hai se credi che ti senti più fragile”: un valido appoggio contro i terremoti può dare a qualche ingenuona l’impressione di poter franare in compagnia.

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Romagna: elogio della piadina

[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]

viaggiCome avrete intuito dal titolo, stiamo per intraprendere un altro viaggio con interessanti risvolti gastronomici. Del resto è difficile pensare di andare a fare un giro in Romagna e non mettere in conto qualche strappo alla solita routine alimentare. E se il vessillo culinario dell’Emilia è il turtlèn, la piadina lo è della Romagna. Giusto un illustre come Giovanni Pascoli la definì testualmente “il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli”.

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Good Cafe’: wine bar e non solo…

[DIMODA & DEMODE’]

ileniapolsinelliAppena entri al Good Caffè, via di Santa Dorotea 8/9, nel cuore di Trastevere si ha immediatamente la sensazione tipica di quei luoghi dal fascino unico, tipico di un quartiere che parla di tradizioni e di vera e propria cultura romana. Vineria storica (fonti certe dichiarano risalga al lontano ‘500), il tempo non ha certo scalfito l’immagine originaria, che la nuova gestione ha cercato di preservare. All’entrata i clienti vengono subito colpiti dalle arcate in pietra viva le quali trasudano l’identità di questo locale.

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La fortuna è cieca, la sfortuna invece insegue David Murphy

[STREAP- TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraSono intorno a noi, ben camuffati in abiti distinti, non tradiscono le loro opinioni se non costretti, ma quando volgiamo loro le spalle ne approfittano per compiere gesti che si vergognerebbero a spiegare.
Per metterli con le spalle al muro non resta che attendere che i pianeti si incrocino in una determinata data del calendario, quando il 17 del mese capita di Venerdì, la vera prova del 9 per rivelare la presenza degli scaramantici al nostro fianco! In questa occasione saltano appuntamenti, partite di calcetto ma anche meeting di lavoro, durante le cene si versano chili di sale alle spalle di sbalorditi commensali, e per strada un innocuo gattino dal pelo nero diventa inconsapevolmente la causa di tamponamenti a catena.

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Bronx (New York): il mondo in un quartiere

[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]

viaggiOk, è tempo di crisi e la borsa di New York è nell’occhio del ciclone. Però, siamo sotto Natale (argh!) e una delle mete prenatalizie preferite, da visitare approfittando di qualche ponte di inizio dicembre e del dollaro ancora piuttosto sotto tono, è proprio New York.Nel bene e nel male, la Grande Mela è uno degli ombelichi del mondo. Una fonte di tendenze, un luogo di intrecci e scambi. E’ un posto dove si può vagare senza meta, semplicemente per guardarsi intorno e vedere il mondo girare, per scoprire cosa succederà domani in altri posti lontani, per trovare la fonte di un’eco che tra qualche mese riecheggerà in Europa o in Asia.

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Una storia minima tutta blu

[GRAFFI(A)TI AD ARTE]

shibaC’era una volta, tanto tempo fa, quando ancora il secolo si indicava con il numero 1, un signore molto fantasioso che non sapendo come impiegare il tempo, un giorno decise di fare le performances (in questo caso, miei cari, il termine straniero non esprime la puzza sotto il naso di chi si occupa di arte e ama citare qua e là qualche parolina d’oltralpe per impreziosire la frase). Il signore di cui vi sto raccontando è francese di Francia, ma forse anche un po’ italiano, visto che in fondo era nato a Nizza (mi perdonerete se fingo di dimenticare i Trattati dell’Ottocento sanciti dai Savoia che la donarono alla Francia, però un tocco di vanità e di poco buon senso ci vuole nelle piccole storie).

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