J. Cortázar, Diario di Andrés Fava
Spin-off del più noto El examen, di cui in origine doveva far parte, Diario di Andrès Fava è l’intenso e raffinato memoir di Julio Cortázar generato da un’asimmetrica sovrapposizione tra il personaggio immaginario e lo stesso Cortázar.
Letteratura e vita, oltre che arte, sentimenti e musica, si compongono in ragionamenti raffinati e anticonformisti, attraverso l’excursus dei gusti letterari di un Fava/Cortázar che espone le sue preferenze senza pregiudizi e con una critica acuta e sincera, capace di mettere fondatamentalmente in discussione le opere non riuscite dei veri guru della letteratura come Hermann Hesse, ma anche di lodare autori di ogni epoca e nazione come Edipo, Elliot, Paul Valere, Rimbaud e Mallarmè.
L’amore dell’autore argentino per la letteratura trasuda in ogni pagina del diario, la considera infatti come rassicurante rifugio dalla noia del vivere e come strada alternativa, strumento per la sublimazione delle emozioni dello scrittore. Anche dal punto di vista stilistico Diario di Andrès Fava, è un mezzo per comprendere lo stile dell’autore che non nasconde di prediligere il mot, l’aneddoto illuminante in grado di cristallizzare un concetto, e di ammirare un sapiente uso della punteggiatura, oltre che un’esposizione scritta libera da “blocchi” di maniera e svincolata da forme rigide.
In pensieri sparsi, ma coerentemente legati, anche cronologicamente, Cortázar si sofferma su taluni concetti propri della sua natura e della sua indole libera che lo porta a rifuggire dall’abitudine e dall’inedia per ambire all’alienazione del poeta che lo protegge da un tendenziale, umano ilozoismo. Tra di essi l’avversione per le liste, per la tristezza dell’uomo che fa inventari, per l’uomo inserito negli elenchi telefonici, per la lista delle idee inculcate che circolano nella sua famiglia di origine, frutto di un’educazione perbenista che si contrappone all’amore per la libertà come opportunità per chi è inesperto, come Kilometro 0 di innumerevoli strade da percorrere. Amore per la libertà che si estrinseca anche nell’esprimere la realtà e gli esseri viventi, che Andrés Fava ribattezza continuamente con criteri logici per sfuggire all’abitudine e alla noia. E l’amore per il viaggio perché viaggiare è inventare il futuro spaziale mentre restare è annullare il futuro temporale rimpiazzandolo con oggetti già noti e azioni già compiute. E l’amore per un certo tipo di musica, la musica jazz, la musica di Bing Crosby, e per il caffè, il cui odore travalica i confini delle pagine per salire alle narici del lettore.
Diario di Andrés Fava è un puzzle compiuto in cui questioni filosofiche si alternano a vicende apparentemente comuni della storia del personaggio, alle mostruose o insignificanti fisionomie delle persone che incontra, ad uno stile di vita ispirato da una considerazione pregna della vita, dall’amarezza di possederne una sola o, meglio, che la vita abbia una sola maniera di esserci.
J. Cortázar, Diario di Andrés Fava, Voland, pag. 98, € 12
Milena Mariano
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