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Voci dal Primo Maggio…

Foto di Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini

Tema attuale quest’anno al Primo Maggio di Piazza San Giovanni: La Storia, la Patria, il Lavoro. E tutti si sono sentiti chiamati in causa, in questo 150° anniversario dell’Unità di un’Italia sempre più divisa, soprattutto sul fronte del precariato e della disponibilità verso i giovani.

Abbiamo cercato di parlarne con alcuni degli artisti che si sono esibiti sul palco dello storico concerto organizzato dai sindacati CGIL, CISL, UIL, tutti sono stati d’accordo su una cosa fondamentale: la crisi c’è, è palpabile, ma siamo noi che dobbiamo lottare per uscirne, senza affidarci a chi ci governa…

GIULIANO PALMA:
Quando penso che un precario deve guardare me in questo contesto, che sono stato fortunato mi 20110501-DSC_7883_copyviene da esprimergli tutta la mia forza e la mia solidarietà. Io sono figlio di operai, capisco la situazione però. La disperazione in qualche modo attira più facilmente l’attenzione, ma i precari hanno molta più forza d’animo di noi, anche di noi artisti che in qualche modo viviamo una vita da “precari” dello spettacolo. Le cose che si dicono anche qui in Piazza al Primo Maggio sono sempre le stesse: il Paese sta andando a rotoli, la cultura non viene promossa, ci sono figure che non stanno facendo il bene dell’Italia. Tutto questo dovrebbe però entrare nell’anima di ancora più persone che dovrebbero ricordarlo in sede di voto. Io stesso ho trascurato in alcuni momenti della mia vita l’impegno del voto. La piazza qui dietro pulsa, è sempre presente, ma siamo sempre noi, qui al Primo Maggio che spingiamo in determinate direzioni. Bisogna uscire fuori e andare in giro anche il 2 maggio, il 3 maggio e via dicendo, tutti i giorni.

EUGENIO FINARDI:
La musica è la migliore espressione della Patria, nella nostra Nazione il cibo e la musica è ciò che ci rende italiani. Il Lavoro è tutto quello che vedi: l’apparente facilità sul palco è il tanto lavoro (fino a stanotte nella camera d’albergo) che c’è dietro, tra tecnici, musicisti, e tutti coloro che contribuiscono con la loro conoscenza. Il Lavoro è anche quello che manca ai giovani di oggi e purtroppo non abbiamo, in Italia, la forza dei numeri per fare quello che stanno facendo i ragazzi nel Maghreb, altrimenti bisognerebbe proprio fare quello…

20110501-DSC_9403_copyEDOARDO BENNATO:
Probabilmente le nostre nonne se gli chiedessimo qualcosa sulla situazione del nostro Paese oggi, risponderebbero che siamo fortunati perché loro non votavano neanche, vivevano da vicino la Guerra, quindi bisogna guardare le cose sempre in un’ottica positivista. E’ vero che è un momento difficile, tremendo, dove ci sono centinaia di migliaia di ragazzi che hanno capacità ed aspettative, ma non hanno un lavoro, i problemi ci sono e sono gravi, però bisogna unire le forze e le energie, non disperderle.
La musica è importante, ma nel momento in cui è un accumulatore di energie, spesso i testi delle canzoni c’entrano poco con la vita reale, forse la cosa più importante di un evento importante come questo è che i giovani parlino tra di loro, in treno, in piazza, che si confrontino. Energia, energia, energia per lottare e cambiare le cose in meglio.

ASCANIO CELESTINI:
Tra i fogli che abbiamo dovuto firmare oggi prima dell’esibizione sul palco, c’era una liberatoria 20110501-DSC_7866_copyche diceva (cito l’ultima frase): “mi asterrò dal formulare qualsiasi riferimento alle menzionate elezioni”. Di questo mi ha messo paura non tanto la “censura” subita, quanto l’autolimitazione imposta che mi sembra ancora più pericolosa. Occorre immaginare il futuro e lavorare concretamente per cambiare le cose. Magari bisogna anche attraversare un periodo in cui bisogna mettere da parte i sogni utopici, ma bisogna imparare a far funzionare ciò che occorre che funzioni. Non esistono gli eroi, bisogna essere delle persone civili, noi dobbiamo lavorare per noi e, se vuoi, prenderci anche delle responsabilità personali.

PEPPE QBETA:

Noi QBeta abbiamo vissuto altre 3 esperienze del calibro del Primo Maggio: nel 2005 siamo stati a Porto Alegre (Brasile) al Social Forum Mundial, l’ottobre scorso siamo stati ad uno dei Festival più importanti degli Stati Uniti d’America in Texas, però vedere tutta questa gente qua in Italia, da questo palco è sbalorditivo. Io faccio musica da 20 anni, è vero che è difficile fare msica, è vero che stiamo vivendo in generale un momento difficile, ma ogni cosa che è difficile va perseguita con costanza perché non abbiamo tutta l’eternità davanti e vale la pena fare le cose che ci piacciono davvero. L’Unità (in tutti i sensi) bisogna perseguirla, non solo in una data. Io 20110501-DSC_7876_copycredo che nel mondo del lavoro, nel mondo dell’arte questo succede ogni volta che un artista sale su un palcoscenico, in certe date ha un valore assoluto (come oggi), ma è importante farlo tutti i giorni: abbiamo bisogno ormai di creare un’identità mondiale e non più un’identità nazionale.

PAOLO BELLI:
Questo è il palcoscenico più bello del mondo, io avuto la possibilità di fare concerti ovunque 20110501-DSC_7886_copye 11 qui sopra: è come far l’amore con un milione di persone in un colpo solo! Quest’anno poi ho voluto portare con me dei ragazzi che non avevano mai vissuto questa esperienza (Paolo Belli ha appena pubblicato un nuovo progetto discografico con Cinico Disincanto dal titolo Giovani e Belli in cui collabora con molte realtà emergenti italiane, tra cui QBeta, Purautopia, Marcosbanda N.d.R.) e i loro occhi, i loro sguardi per me sono impagabili. Il mio messaggio è proprio questo: la condivisione è importante, per questo è nato il mio nuovo disco, per condividere la nostra ricchezza di esperienza, di cultura musicale, di conoscenza. Sono stanchissimo, ma felicissimo e mi auguro di poter vivere il resto dei miei giorni così, lavorando così tanto con queste grandi soddisfazioni.

Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini

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