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ROCK IN ROMA: ECONOMIA MUSICALE ANTI-CRISI

Cos’è che rende un sogno d’imprenditoria musicale una florida realtà del rilancio economico-culturale di una città? L’idea di un format diverso dagli standard europei, l’eterogeneità nei contenuti e la “democraticità”. 

Quanti di voi hanno sgranato gli occhi di fronte al programma del Primavera Sound, esclamando Sti cazzi dei cancelli di Ostia. Quest’anno compro tenda e spray anti zanzare da Decathlon, e me ne vado a Barcellona”. Tutti? Immaginavo. 

In tempi di crisi, non solo i cervelli si rifugiano all’estero, ma anche le orecchie. Si sa, i festival europei suscitano da sempre commozione cerebrale, a differenza di quelli italiani, meno internazionali o finiti nel tritacarne della burocrazia. 

La settima edizione del Postepay Rock in Roma, all’Ippodromo di Capannelle dal 14 giugno al 6 settembre, si contraddistingue da questo panorama nero, riuscendo ad affermarsi in soli sei anni tra le prime dieci rassegne al mondo.

Per capirne la portata basti pensare ai 10 milioni di euro di spesa (coperta per il 40% da fondi europei), o ai 15 milioni di euro totali di cachet degli artisti. Iniziato in sordina con un programma ed un pubblico straniero meno vasti (solo il 2% nel 2009), il Rock in Roma col tempo ha raggiunto 1 milione di presenze, di cui il 38% di provenienza estera, ed un cast stellare (Radiohead, Bruce Springsteen, Neil Young… ). 

Come? Ponendo al centro del format proprio la “diversità”: in durata (tre mesi al posto del classico weekend), per incentivare il turismo nella capitale e creare un circuito imprenditoriale; tra i generi musicali proposti, per abbracciare una fetta più ampia di mercato; nei prezzi, rendendo più democratico ed accessibile al target il costo del biglietto. Diverse anche le star di quest’anno: dagli Alt-J (14 giugno), ai Linkin Park (6 settembre), passando per Damian Marley, Muse e Mumford and Sons, e tra gli italiani i Verdena, Litfiba e Caparezza. Nomi, insomma, che a leggerli ti vien voglia di urlare “viva le zanzare italiane”, se in grado di aiutare il rilancio di una città. 

www.rockinroma.com

Isabella Di Bartolomeo

capannelle, musica, PostePay Rock in Roma, Rock in Roma

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