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The Zen Circus “Andiamo in pausa! Non riflettiamo!”

Ospiti della serata inaugurale del MArtemagazine, svoltasi il 6 marzo scorso al Planet di Roma, abbiamo intervistato  Massimiliano “Ufo” Schiavelli, bassista della band pisana; il quale ci mette in guardia  – “I talent show? Darwinismo di destra”.

La formazione capitanata da Andrea Appino ha da poco terminato un mini-tour nel corso del quale si sono esibiti in compagnia dei ragazzi di “Lercio”, per promuovere il loro ultimo singolo, “Il Nulla”, pubblicato il 3 febbraio scorso. L’appuntamento è stato anche un arrivederci, una pausa “Zen” dal palco, almeno per quello che riguarda l’esibizione del gruppo al completo “Per oltre un anno non ci rivedremo…”

Siete considerati una delle band di punta del panorama indipendente italiano, ma parliamoci chiaro, non vi siete un pò rotti il cazzo di questa definizione? La musica indie finisce dove inizia la banalità siete d’accordo?

Ci fa piacere essere considerata una buona band. Per quel che riguarda i panorami, stanno bene nelle cartoline.

La questione “indipendente” è spesso mal posta o travisata, in effetti è più comodo e sensato distinguere fra musica fatta in serie e musica diciamo più originale, indipendentemente da chi la produce e in che contesto.

Aggiungerei che il 90 per cento dei bellissimi dischi che sono usciti ad esempio negli anni ’60 erano editi da major, ma non mi sembra che nessuno abbia avuto da ridire al riguardo. Perché? Perché appunto erano intriganti e originali. Certo che se Jimi Hendrix o Iggy Pop cominciassero ora, nessuno offrirebbe loro un contratto, ma questo è un altro discorso.

Come mai avete scelto quelli di Lercio come special guest di questo mini-tour?

Seguivamo la loro pagina, e intanto loro seguivano noi. Poi ci siamo incontrati a Bologna. A un certo punto nacque l’idea di inserire un Tg Lercio all’interno dello spettacolo, e loro ci spedirono una traccia audio da mandare nell’impianto. Nelle ultime date abbiamo pensato di farli comparire di persona, e ne è valsa la pena!

Da dove è nata la collaborazione alla colonna sonora di “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson in uscita il 19 marzo? I brani li avete scelti voi o il regista? 

Conosciamo il Johnson da molto tempo, infatti frequentavamo gli stessi giri a Pisa quando lui ancora abitava là. E’ un fan della prima ora, quindi immagino gli sia venuto naturale usare le nostre musiche -e quelle dei nostri compaesani Gatti Mèzzi-per fare un film ambientato appunto nella nostra città natale.

Ha fatto tutto lui, e non vediamo l’ora di vedere il film per vedere come e dove le ha usate!

“Il nulla” sembra molto più serio di come lo descrivete, in realtà potrebbe essere l’antologia del tempo in cui viviamo. Come descrivete l’attuale situazione politica e culturale dell’Italia?  

Beh, vorrei evitare il turpiloquio. Non so nemmeno se si può più parlare di una situazione politica, è più una competizione derisoria/spettacolare con delle pseudo contrapposizioni. Già il fatto che i principali competitor della scena politica vengano chiamati per nome (Silvio, Matteo, Beppe) la dice lunga secondo me. Per quel che riguarda l’aspetto culturale, alterno momenti di orrore puro ad altri, flebili, di speranza.

Ma è più probabile, per dirla con Baudrillard, la fine della storia e degli eventi […] si sono tutti riempiti la bocca di “fine delle ideologie” dall’89 a oggi, quasi fosse una benedizione, hanno fatto una testa così a tutti con la zolfa che “eeeh ormai sinistra e destra non vuol dire nulla” e altre simpatiche trovate del genere finché la deriva politico/culturale è diventata come una seconda atmosfera che avvolge il pianeta, e mò si lamentano. Tragedia.

Altro che Italia, è avvelenata tutta la discussione, qui si nota di più perché siamo un paese particolare, uno strano esperimento, dal 1922 almeno.

Questa pausa di riflessione deriva da una crisi di identità o dalla volontà di dedicarvi ai vostri progetti solisti? Potete darci qualche anticipazione al riguardo? Quando uscirà il nuovo album di Appino? E La notte dei lunghi coltelli (il progetto del batterista  Karim Qqru ndr) quando ci regalerà qualcosa di nuovo? Tu parteciperai ad X-factor?

Non è una pausa di riflessione, noi quando siamo in pausa non riflettiamo, perchè siamo in pausa!
Appino sta lavorando, Karim pure e saprete tutto a tempo debito.
Io parteciperò ad X-Factor come giudice, ma prima devo diventare brizzolato e fumare tanto crack.
Per questo mi serve l’anno di pausa.

La musica italiana è democratica? 

Più di altri settori, credo. Meno di altri. Certo che se prevale l’ideuzza “meritocratica” dei talent show (che detto fra noi puzza di Darwinismo di destra) le cose vanno in altra direzione. Peccato, ci stavamo divertendo.

Livorno in mano ai 5 stelle, la sinistra è morta per davvero?

Beh, a Livorno c’è sempre molto entusiasmo per le cose che “vanno”. E’ stata la prima città a riempirsi di scooter, poi di cani Husky, poi di centri estetici, eccetera. Si vedrà alla prossima tornata elettorale.

Se dovessimo immaginare un mondo ideale governato dagli artisti a chi mettereste al posto del Papa? Del Presidente della Repubblica, a capo dell’Europa? Ditemi un artista anche del passato motivando la scelta. 

Al posto del Papa (anche se nel mondo ideale governato dagli artisti ovviamente il Papa non ci sarebbe) ovviamente ci vedrei Luis Bunuel, per ovvie ragioni che mi sembra superfluo specificare.
Presidente della Repubblica: Freak Antoni. Spessore culturale, dialettica, fine humor, conosceva anche le lingue.
Presidente dell’Europa: Bela Lugosi. Aveva grande presenza, charme, autorevolezza, e poi appunto era di origine europea e qui da noi si sarebbe sentito a suo agio.

Come considerate il modello spotify? Un pericolo o una nuova opportunità per la musica? 

Cos’é? Io i dischi li compro, ma difatti sono un vecchio arnese e non ti so rispondere.

Saverio Caruso

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