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Le professioni della cultura: La guida turistica

Che l’Italia sia culla dell’arte e della cultura è un dato di fatto ed è palese che questa sua peculiarità dovrebbe essere il motore trainante per la ripresa del Paese. Questo se solo ci fosse una reale volontà da parte del governo che ancora una volta non si dimostra all’altezza di tutelare e valorizzare il Bel Paese ed i professionisti di settore.

“Per le guide turistiche italiane è un momento caldo che rivela un problema di qualità di presentazione del nostro patrimonio artistico culturale”, spiega Tommaso di Fazio, presidente CIU – Confederazione Italiana di Unione delle professioni intellettuali che, assieme ad UGLI – Iniziative culturali, ha presentato lo scorso 11 marzo al CNEL di Roma il 1° Forum Nazionale “Il sistema Italia tra Arte e Cultura. La guida turistica”.

Ma cosa sta cambiando nel sistema italiano? Le 20.000 guide turistiche italiane vedono svenduto il nostro patrimonio e minacciata la propria professionalità dall’articolo 3 della legge 97/2013 che le vuole guide nazionali e non più locali in nome della liberalizzazione della professione, e dal DM di gennaio emanato da Dario Franceschini che obbliga le guide italiane già abilitate a rifare nuovi esami per esercitare nei siti cosiddetti “riservati”, mentre alle guide turistiche di altri stati membri in regime di “libera prestazione di servizi temporanea e occasionale”, sarà permesso di esercitare liberamente in Italia senza alcun controllo e senza aver sostenuto alcun tipo di accertamento della conoscenza del territorio, pagando poi le tasse nel proprio Paese d’origine.
”Bisogna evitare che la normativa europea, che media l’interesse di tutti, ci penalizzi – prosegue di Fazio – pur aprendo il mercato alle altre guide, per motivi di concorrenza, abbiamo una specificità culturale assolutamente particolare che deve essere riconosciuta e deve essere garanzia di priorità nella scelta delle guide italiane inscindibili dal proprio territorio per definizione. Sarà una battaglia dura soprattutto in Europa, se vogliamo che le cose cambino dobbiamo smettere di mandare segnali deboli”.
Questo primo incontro ha permesso alla CIU, che si fa portavoce delle varie associazioni delle guide turistiche presso il CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e il CESE – Comitato Economico e Sociale Europeo, di evidenziare le problematiche con le quali oggi si scontra questa figura.
Incerte le date per il secondo convegno: se verrà confermato giugno la CIU presenterà i risultati dell’unificazione di queste proposte in virtù del concetto di specificità italiana, se invece slitterà a dopo l’estate nell’incontro si discuterà di quello che CIU ha fatto nei confronti del legislatore a livello europeo…intanto noi continuiamo a fare il tifo!

Monica Matera

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