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Mannarino e altri Santi

[MUSICA]

DSC 7858 copyROMA- Quando il Centrale del Tennis al Foro Italico di Roma si trasforma in un palco, in un teatro per musicanti e attori, si crea quella magica e sottile ironia di generi e di personaggi. Baffi e cappello sono la maschera, mascherone diremmo, contro pagliacci e tonache imbellettate.
Tutto parte da un bar contro giudici e benpensanti. Di proverbi sbagliati, di frasi fatte e mai confermate. Mannarino e il suo pallone di plastica prende vento e va contro tutti. Almeno tutti quelli che fanno il proprio comodo. Di Santi per strada se ne trovano tanti e a suon di ballate, rumbe e serenate e fumo e fattoria di animali si sviluppa un concerto ricco di suoni e velleità. Si canta a squarciagola, lì, tra il pubblico romano che porta Mannarino come un re senza corona. E chi vo’ parla’ è amplificato quando vuole; oggi è il momento di dare voce alla gente e Alessandro parla, strilla, lamenta e canta a gran voce. Alterna brani del primo lavoro (Bar della Rabbia) a canzoni legate al nuovo disco, Supersantos.
La sposa entra in scena per aprire le danze, quella figura femminile che passa per la Maddalena e quando l’amore se ne va. Manda giù chitarra languida e trema tra la canzone popolare e gli sforzi comuni di un rock compassato. Mannarino a Roma è beniamino e merlo rosso che canta per tutti quelli che ne hanno bisogno. Da sfondo tutti i santi e come sottofondo i vicoli della Capitale. Così, che la resurrezione abbia inizio…

Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini
(via Musicenology)

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