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La Catena del Danno

La catena del danno 7907

[TEATRO] 

La catena del danno 7907ROMA- “Le colpe dei padri ricadranno sui figli” dice la Bibbia ed è così che si costituisce e alimenta quella catena del danno che, suo malgrado, imprigiona la protagonista: una madre, data in adozione appena nata, che rinuncia lei stessa a sua figlia e che reclama il suo ruolo di donna nel mondo.

Di un’ironia sarcastica, a tratti rabbiosa, la donna rifugge ogni costrizione impostale dalla società (gli amici) e dalla famiglia (la madre). Ed è così che spiega l’abbandono come atto di amore estremo: rinunciare alla vicinanza, al possesso di un figlio per un amore alimentato dall’assenza. Un sentimento che si alimenta per sottrazione, in nome della libertà e della autodeterminazione. A poco servono le rimostranze dell’amica e della madre adottiva. In particolare quest’ultima è accusata di un amore privo di empatia, possessivo e castrante. La giovane madre accusa la madre anziana di aver sempre vissuto nell’ombra – tentando di perdere ogni singolarità – per esserne all’altezza. Ed è così che per rompere la catena, per trovare un ruolo “tutto suo”, si lascia andare ad un amore fallimentare, osteggiato da tutti, ma in cui riconoscersi. Come donna!

Lo spettacolo illustra tre differenti spaccati di infelicità incarnati da tre punti di vista femminili. Una performance dove La catena del danno 7857l’uomo è evocato –più per citazione che per reale consistenza–, ma mai sentito centrale, o parte davvero agente delle vite delle protagoniste. È una rabbia, a volte espressa e in altre celata, tutta in rosa. Rabbia contro le convenzioni borghesi, il tailleur e il castrante sorriso “a 34 denti” con cui confermare che va tutto bene, che non si può desiderare altro. Astio contro una perfezione imposta, che spezza ogni ambizione ad essere altro da un clichè appannato.
Le attrici in scena, Giulia Bornacin, Salima Balzerani, Sara De Marchi, colpiscono per l’interpretazione sopra le righe e di grande intensità, come l’allestimento scenico – semplice ed efficace – costituto da alcune impalcature, che rappresenta l’incomunicabilità e il distacco, il tutto sotto la sapiente regia di Flaminia Graziadei.
Lo spettacolo è in scena dal 14 al 26 febbraio al Teatro dei Contrari.

Angelo Passero

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