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Sguardi s-Velati III

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Giada Fradeani: brava Da Mangiare

due_mangiarePenultimo spettacolo per la rassegna Sguardi S- velati: dal 22 al 24 febbraio Da Mangiare, con Giada Fradeani per la regia di Michela Fiornavanti. Un monologo di poco più di un’ora che inchioda alle poltrone il pubblico nella sala del Teatro Due Roma.
Che interesse può suscitare una donna squallida, annoiata, antipatica e deprimente? Per di più grassa, un corpo fatto esclusivamente per mangiare. La risposta è nella lucidità del suo sguardo sul mondo, in particolare sulle vite degli altri, su di noi, in definitiva, che la guardiamo – e giudichiamo-  dall’alto in basso.
La protagonista fin da bambina trova nel cibo tutto ciò di cui un essere umano ha bisogno: affetto, gioia, comprensione, soddisfazione. Se la vita si nega, il cibo è lì ad assisterla, un surrogato pronto e servito dalla mamma ad ogni evenienza.
Sei triste? Mangia! Sei felice? Allora mangia. Cos’hai che non va? … Mangi qualcosa? Il vuoto esistenziale si riempie di tutto ciò che può essere fagocitato. Il cibo viene persino trasformato in un nuovo social network: la protagonista è una cassiera del supermercato e nella spesa dei clienti riesce a leggere la loro vita.

Ci dà prova dell’estrema raffinatezza del suo metro di giudizio: cibi pronti e sughi in barattolo? Un single 40enne che con la prospettiva di una notte di sesso preparerà una cena appena sufficiente.
Riso integrale, frutta e verdura? Una donna giovane, ancora sola, ma che ha appena iniziato una storia. Ma non c’è amore nella sua vita: niente farina, niente uova, non usa preparare dolci.
E così via, passano in rassegna carrelli, stomaci e vite. Nulla interessa la protagonista, non  è arrabbiata né triste, semplicemente indifferente ad una realtà che non le ha concesso un granché sin da bambina.
Ma all’improvviso una stonatura incrina le sue lucide certezze: un centauro con una misteriosa bustaGiada20Fradeani2062020400x400 di mandarini. L’intero paradigma interpretativo cede: cosa nasconde questo sconosciuto imperscrutabile? Così avverrà il primo e verosimilmente anche ultimo cedimento rivelatore di una fragilità latente.
Ma l’apertura al mondo in un accenno di tenerezza ha vita breve: lo svenimento causato dall’eccesso di emozioni fino ad allora sconosciute e compresse non si risolve in un risveglio a nuova vita. Tutto continuerà a fluire come sempre e le vite degli altri a passare sul nastro della cassa del supermercato.

La forza del testo dell’autrice-regista è nel linguaggio asciutto e diretto, che esprime uno sguardo lucido sulle cose. È implacabile e freddo come una lama e, unito ad un racconto dalla parabola ben dosata, sa creare una forte tensione emotiva. Il testo risulta inoltre magistralmente interpretato dalla protagonista, Giada Fradeani, che il pubblico del MArteLive ha già potuto apprezzare come vincitrice della Sezione Teatro nel 2007 con Tutto precario, dell’altrettanto brava Noemi Sarracini. Giada è un’attrice tecnicamente molto preparata, che ha il pregio di una recitazione naturale  e al tempo stesso estremamente scenica: gestualità e voce sono del tutto calibrate al personaggio che rischiava di tramutarsi in caricatura e che, al contrario, risulta tragicamente umano.

Francesca Paolini

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