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[TEATRO]

Logo_I_lIve_You_bassa_risoluzione_per_WebROMA- Suggestioni sonore, proiezioni digitali, trasposizioni del corpo. È sempre il corpo il protagonista in scena, esaltato e amplificato, anche nell’arte più tradizionalista che esista, dalla tecnologia e dai progressi dell’innovazione.

Non uno spettacolo convenzionale: la celebrazione delle nuove arti visive, mette in mostra il potenziale di ciò che questa forma d’espressione potrebbe diventare. Forse non troppo d’avanguardia, per chi mastica visual art, ma d’impatto sul pubblico che ne diviene parte.
La sequenza scenica è tematica: si parte dall’immagine, si esplora il corpo e la musica raccorda il tutto.

Aprono lo spettacolo i Feeding the Fish, con la loro performance luminosa. Grazie a Kaleidoscope, bolas brevettate da loro, disegnano nell’aria giochi di luce circolari, tagliano il teatro con raggi laser fluorescenti, fanno volare coloratissime farfalle e infine, sfruttando i principio del caleidoscopio, appunto, salutano il pubblico con roteanti scritte a led.
L’interazione tra suono e arti visive dà vita alla danza dei Modulo Project che sembrano inscenare_MG_2959 live le coreografie dei videoclip musicali delle star pop e coinvolgono il pubblico in una performance interattiva, durante la quale due giganti sfere sono state lasciate libere di rimbalzare in platea, cambiando continuamente colore a ogni tocco degli spettatori incuriositi.
Le opere di Magritte prendono vita nell’esibizione dei Coloro, la vera sintesi dello spettacolo. I tre artisti svizzeri fondono l’antica arte della giocoleria con proiezioni digitali, acrobazie, giochi di colori e un pizzico d’ironia. Così, fluttuanti baguette all’interno di una prospettiva proiettata, si materializzano in scena per poi scomparire di nuovo all’interno del quadro, oppure figure in bombetta attraversare in cielo colmo di bianche nuvole in rapida successione.
Il giovane regista, Romano Marini Dettina, tradisce la sua passione per la musica elettronica in chiusura di spettacolo, salutando il pubblico con “Around the World” dei Daft Punk insieme a tutto il cast sul palco, mentre la sala è letteralmente inondata di bacchette luminose, donate agli spettatori, per regalare una pirotecnica conclusione.
Uno spettacolo leggero, molti gli spunti da cogliere e sviluppare nell’immediato futuro. Il vero rischio della frontiera digitale è la breve scadenza, poiché i nuovi spettacoli che seguiranno questo filone avranno tutti tempi di consumo rapidissimi, costretti dall’inarrestabile progresso per non divenire obsoleti.

Giorgia Burzachechi

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