Sguardi S-Velati
Lipstick
Dicevano i latini Semel in anno licet insanire (una volta l’anno è lecito impazzire) e quella volta può essere determinante se, come nel caso di Bianca, l’incontro fortuito con una truccatrice di nome Elena la metterà in discussione per la prima volta nella vita. Nel giorno più importante per una donna (ma sarà vero, ancora?) la protagonista lì lì per dar inizio ad una cerimonia di cui non ha potuto scegliere nemmeno il colore dei tovaglioli comprende, dopo poche passate di rossetto e un dialogo a cuore aperto, quanto si sia lasciata trascinare nelle proprie scelte da una madre padrona e dall’etichetta delle convenzioni sociali. Troppo tardi per impazzire? Forse no, se un bacio saffico con la truccatrice confidente la porterà a cambiare strada, o meglio imboccarne due alternative.
In uno schema che ricorda molto da vicino l’effetto Sliding doors (ricordate il celebre film con Gwyneth Paltrow?) la protagonista sperimenterà oniricamente prima una vita da mogliettina frustrata, a cui vorrebbero infliggere anche la colf non necessaria e i vestiti più “adatti” per le cene, poi una relazione osteggiata da amici e famiglia con Elena. Al risveglio la giovane donna capirà, non con poca sofferenza, cosa le riserverà il futuro. Questa la trama di Lipstick – Commedia in tre strati più epilogo, scritta e diretta da Carlotta Corradi, terzo spettacolo andato in scena al Teatro Due di Roma nell’ambito della rassegna Sguardi s-Velati, con la recitazione brillante di Elisa Alessandro, Clauda Mei Pastorelli e la vulcanica Paola Sambo.
Una storia tutta al femminile che mostra una metamorfosi difficile quanto ineluttabile: il taglio, seppur ritardato di qualche decennio, della protagonista dal cordone ombelicale dell’ingombrante madre, che poi rappresenta l’emanciparsi più generale della donna da tutto ciò che non le consentiva di esprimere liberamente se stessa. Divertente la sovrapposizione dei ruoli e dei personaggi che, unita al buon ritmo e ad alcuni momenti dance, ricordano atmosfere almodovariane anche se alla lontana.
Angelo Passero
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