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Buried – Sepolto, regia di R. Cortés

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buried2CINEMA- Tre metri sotto terra, nel bel mezzo del deserto dell’Iraq, ed in una “confortevole” quanto claustrofobica bara. Paul, al risveglio, si trova in questo piccolo inferno con tante domande e tre accessori indispensabili per uscire da questo incubo molto reale: un accendino, una matita e un telefonino.

Questi gli ingredienti del thriller horror girato davvero sapientemente da Rodrigo Cortés in quel di Barcellona. La pellicola  low budget, realizzata con poco meno di due milioni di euro, mostra per circa 90 minuti il protagonista, un bravissimo quanto ispirato Ryan Reynolds, tentare di sfuggire dalla trappola in cui è imprigionato cercando, allo stesso tempo, di risolvere i tanti interrogativi che si celano dietro la vicenda.
Riuscirà l’uomo ad indicare ai suoi soccorritori la strada per raggiungerlo? Ogni  minuto che passa buried1l’ossigeno diminuisce e la tensione aumenta: gli spettatori più sensibili possono testimoniarlo!
L’unica e angusta location del movie, la bara, costringe lo spettatore a vivere in maniera adrenalinica e ansiogena la sorte dell’uomo che riesce a catalizzare tutta l’attenzione su di sé, non lasciando alcuno spazio alla noia. Complici anche le inquadrature e la fotografia che risultano essere sempre all’altezza della situazione, Buried ha sicuramente il pregio di essere un film ben confezionato e dal concept semplice ed efficace che potrebbe, di sicuro, far invidia a tante produzioni hollywoodiane ricche di mezzi, ma povere di idee.

Angelo Passero

Angelo Passero, Buried – Sepolto, cinema, martelive, martemagazine, Ramon Cortès, Recensione

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