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Lettera al Padre dal teatro Vittoria

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[TEATRO]

let_pad02ROMA- Come i suoi predecessori, anche il terzo concorrente del Premio Attilio Corsini ha offerto al pubblico del Teatro Vittoria l’opportunità di riappacificarsi con l’arte drammatica portando in scena – dal 30 maggio al 4 giugno – un’opera pregevole e raffinata.
Protagonista incontrastato del monologo è Gabriele Linari che, oltre al ruolo di regista e di interprete, riveste per l’occasione anche quello di coautore proponendo una versione personalmente tradotta e riadattata della celebre Lettera al Padre di Franz Kafka.
Scritta nel 1919 all’indirizzo dell’autoritario genitore Hermann, l’epistola contiene nodi emblematici e freudiani di un rapporto profondamente conflittuale che segnò in maniera evidente la natura delle sue opere. La rappresentazione, di conseguenza, integra al testo originale brani tratti da La Metamorfosi e da altri racconti dell’autore, costruendo attraverso l’intreccio delle sue stesse espressioni un profilo complesso e tormentato capace di superare l’identità individuale e diventare un paradigma psicanalitico universale.
L’impianto scenografico si presta a raccogliere con efficacia la potenza evocativa delle parole, incanalando i gesti dell’attore verso pochi, semplici elementi di arredo e costruendo, così, partiture coreografiche altamente metaforiche. Attraverso il riverbero delle luci e delle ombre, il protagonista si sdoppia e gioca con le proporzioni corporee riproducendo in maniera emblematica la presenza gigantesca e schiacciante della figura paterna.
La faticosa interazione fisica con la scena costituisce una dimensione predominante per l’interprete che preserva attentamente la propria concentrazione nonostante l’intenso sforzo ginnico a cui è sottoposto. La sua estrema sicurezza – che non risente nemmeno dell’imbarazzo let_pad03della nudità – si traduce in una totale padronanza tanto del palcoscenico quanto della platea, con cui crea frequenti occasioni di confronto diretto.

Lo spettacolo,  rappresentato con successo ormai da quasi cinque anni dalla Compagnia LABit, si avvale delle composizioni originali del musicista Jontom che accompagna la maggior parte dei lavori della formazione con il suo stile dissonante e suggestivo.
La rassegna Salviamo i Talenti si avvicina dunque, con questa penultima proposta, alla sua conclusione confermando ancora una volta l’altissimo livello qualitativo della selezione operata da Viviana Toniolo, direttrice artistica dell’iniziativa.

Foto di Ilaria Mattei

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