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Rock’n’Music Planet

[MUSICA]

Passeggiando distrattamente nella piazza più famosa di Milano (oltre ad essere stupiti per la visione della facciata del Duomo finalmente restaurata), potreste scontrarvi con quattro figure colorare, che stranamente camminano in fila indiana. Vi accorgereste presto della loro immobilità e, guardandovi intorno, capireste che le quattro sagome rappresentano i Beatles del famoso album “Abbey Road” e che il capannone rosso che si intravede subito dietro, contiene il Rock’n’music Planet, una mostra organizzata da Red Ronnie con la collaborazione della Virgin Radio, che ripercorre la storia del Rock, dalle sue origini fino ai nostri giorni, attraversando tutte le tappe fondamentali della corrente culturale più emozionante e sconvolgente del secolo passato.

Un sipario rigorosamente nero, separa i rumori della metropoli frenetica e turistica, dai suoni arrabbiati, ma magistralmente armonizzati e plasmati dagli artigiani della musica.
Si passa in un ambiente caldo e accogliente, dove ci si può sedere ed ordinare qualcosa o semplicemente ascoltare musica dal vivo. Si ha subito l’idea di essere in un punto di passaggio, inizio e fine, una preparazione verso un luogo quasi di culto, in cui bisognerebbe entrare in punta di piedi, in silenzio e con il corpo e la mente pronti ad essere travolti. Dopo essersi muniti di biglietto e piantina si attraversa l’ultimo ostacolo e con ansia ci si rivolge verso il capannone.
Accolti dai colori e dalle note, bramosi di assorbire ogni singola vibrazione, inizia il viaggio che ci porterà in un’apnea dalle quale non si vorrebbe mai uscire. Un vortice di semplici oggetti ci farà tornare indietro nel tempo ed assaporare il mito.

Si passerà dagli anni ’50 di Elvis, agli anni ’60 dei Beatles, dagli anni ’70 dei The Who agli anni ’80 dei Sex Pistols, fino agli anni ’90 dei Queen, degli U2 e di Madonna. Si rimarrà rapiti dagli strumenti impugnati o semplicemente autografati, dai fogli in cui testi famosissimi prendevano vita.
Si fisserà a lungo il testo integrale di “L.A.Woman”, scritto a mano da Jim Morrison, la chitarra con cui Jimi Hendrix ha composto molte delle sue canzoni, i disegni psichedelici dello stesso Jimi e gli schizzi erotici di John Lennon che daranno una nuova visione di coloro che hanno cambiato non solo un epoca, ma il modo di esprimersi e comunicare.

Si rimarrà “sbigottiti “leggendo il documento in cui John Lennon ha segnato la fine dei Beatles e si avrà il tempo di fermarsi a riflettere, nell’angolo dedicato alla proiezione delle più importanti interviste che lo stesso Red Ronnie ha realizzato ai più grandi artisti del Rock e in cui si parlerà a lungo del suicidio di Jimi Hendrix e di uno degli eventi, a scopo benefico, più importanti degli ultimi decenni: il Live Aid.
Ad accompagnare il percorso le meravigliose icone “giganti” di Lodola, gli irresistibili Juke Box e i Flipper infuocati dalle icone del passato!
Quando si giunge alla fine del percorso viene quasi la voglia di ricominciare per fissare nella memoria tutto quanto, solo così si può essere pronti ad uscire. Si supera il primo sipario e ci si ritrova in una piccola stanza piena di foto. È l’anticamera della fine e del ritorno ai rumori metropolitani, al tintinnio della pioggia e al grigio della città.

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