E se la verità fosse un limone?
[TEATRO]
Al teatro Lo Spazio.it, Roma, fino al 22 marzo 2009, Selene Gandini racconta la sua verita’, aspra e acerba, tanto da bruciarci la bocca screpolata, ma pur sempre salutare perche’ purificante, come la fantasia di un bambino, come un limone. La verita’ e’ un limone questa la conclusione di Tuye-ye’-ye’ (piu’ che il nome del protagonista unico sul palcoscenico sembra una cantilena), un ritornello che torna in mente come un mantra che si ripesca nella mente e porta allo sfinimento prima di potersene liberare.
In quei pensieri una voce calda accompagna i ricordi di questo piccolo Charlot. Tanto è scoordinato e scattoso Tuye-ye’-ye’, tanto è calda la voce di Albertazzi che spiega immagini morbide e femminili. Questa voce maschile e profonda e’ la fantasia maggiore: la trasfigurazione massima di una realta’ che si scoprira’ amara.
In quella fantasia sono tanti i protagonisti veri e falsati che Tuye-ye’-ye’ presenta uno alla volta, sono i suoi amici, i suoi compagni, sono il modo che ha per sentirsi completo, per sconfiggere la solitudine. Sono la risposta che ha per evitare di crescere troppo velocemente.
In quella soffitta Tuye-ye’-ye’ e’ unico protagonista, puo’ guidare il suo cavallo di pezza e coccolare il suo orso di peluche, soprattutto puo’ arrabbiarsi con paletta e scopetta, dispettose e incuranti rispetto ai loro doveri. Avere due padri e immaginare che la propria madre sia diversa, che la vita stessa sia diversa.
Le voci e le immagini sono fuori e dentro questo buffo personaggio che non sa parlare, ma lancia messaggi diretti, sa trovare nei suoi pensieri qualcosa di bello, per poter sopravvivere e per non sentire quel succo acre, quella cantina e’ lo zucchero necessario alla spremuta di verita’. Un’altra voce lo farà rivelare, ed è la voce di un bambino che gli permettera’ di fermarsi e di riconoscersi, scoprendo se stesso. Anche perche’ solo dentro se stesso potra’ trovare quell’unica verita’, un’unicita’ trovata in una duplice interpretazione, Tuye-ye’-ye’ non vuole accettare la sua stessa verita’, in quella soffitta con il padre francese e l’altro poliziotto, si sente sicuro e importante quasi come quel Signore che sta appeso sulla Croce, Lui e’ famoso ma Tuye-ye’-ye’ sa fare le magie e non e’ solo, ha il suo cavallo di pezza, il suo orsacchiotto e quelle tremende scopetta e paletta, puo’ fare tutto, anche scherzare e giocare con Lui che e’ solo su quella Croce.
Selene Gandini ha piena padronanza scenica, e’ burattinaia del suo corpo, giocosa e introspettiva con il suo personaggio, senza una violenza eccessiva o invadente. Riesce a non spiegare i contenuti lasciando l’interpretazione allo spettatore in quasi tutto il continuum dello spettacolo. Un’ora in scena che presuppone un importante studio e lavoro, con degli ottimi risultati scenici, una costante per i lavori teatrali della Compagnia Sycamore T Company.
Per informazioni su date e orari: www.teatrolospazio.it