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Street Art: colori e forme a cielo aperto

[ARTI VISIVE]

In principio era il writing con i suoi spazi, le sue lettere sparse sui muri delle metropoli, con i suoi divieti e le strane riflessioni di Basquiat, poi venne il gruppo Space Invaders che a metà anni ’90 crea logotipi, delle vere e proprie figure estrapolate da contesti interattivi come l’omonimo videogioco inventato da Toshihiro Nishikado per essere ricostruiti su piastrelle e cemento urbano.
Ancora più tardi i mostriciattoli interattivi lasciano il posto a graffiti, adesivi, stencil,delle vere e proprie riflessioni metropolitane improntate su un effetto visivo immediato e gratuito, sempre a disposizione di chi vive la città e che con lo sguardo attraversa le frontiere tangibili imposte da un’architettura sospesa tra l’utilità e il potere che vive nei suoi spazi interni.

Questa è la Street Art, ovvero gesti d’arte volte a raccontare storie urbane e intessute di realtà sociali contrastanti e fondate sul rapporto tra disagio e adattamento.
Città invase da adesivi e segnaletiche caotiche mentre soldatini e foglie di marijuana si accendono al verde dei semafori; il sorriso inquietante dei politici sui distributori di snack nelle stazioni metropolitane e adesivi come trustever a ricordare uno dei quartieri più belli della capitale.
Dunque la Street Art si afferma in qualsiasi posto nel mondo e in particolare nelle metropoli fortemente caratterizzate da un grigio architettonico che aspetta solo di essere stravolto da artisti che si affronatno con la loro creatività e qualche volta scontrandosi con la burocrazia locale gretta e poco incline all’arte.
Uno degli elementi fondamentali della Street Art è sicuramente il gesto, l’attività dell’artista che non si lascia condizionare dal tempo o dallo spazio ma trasforma un pensiero in un atto visibile, libero da restrizioni ma esaltato da dinamismo e versatilità con colori e forme che traboccano e fluiscono come versi su fogli.

Mentre in Svezia Peter Baranowski applica dei vestiti di stoffa a omini su segnali stradali, a Tokyo Zys compone dei calligrammi ovvero delle poesie fatte come immagini che rappresentano i soggetti della stessa poesia.
La Street Art non è soltanto un modo per incorniciare le proprie emozioni ma in molti casi si trasforma in atto di denuncia contro il sistema politico o le convenzioni che ostacolano la libertà di pensiero e di espressione come gli adesivi che imperversano gli edifici universitari raffiguranti una casta o chi la rappresenta quasi a mettere in guardia contro la lro ideologia e potere.

In Italia la Street Art si diffonde poco più tardi rispetto al resto dell’Europa ma certamente non mancano gli spazi e le idee soprattutto nei grandi centri urbani anche se sta raggiungendo realtà provinciali più piccole anche con forme ormai consolidate come lo stickering, di sicuro la forma di Street Art più diffusa a livello mondiale grazie alla sua capacità di essere adattata e dunque di esibirsi su qualsiasi oggetto avente una superficie.

Lo stickering è stato celebrato al Circolo degli Artisti di Roma con l’evento Stick my Car, una sorta di elaborazione del Stick My Vespa ovvero un progetto creato da Omino 71 il quale ha lanciato la “your art + my scotoer = our artwork on the road“, sfruttando le idee creative di artisti provenienti da tutto il mondo e ricoprendo un vecchio modello di Vespa con vari modelli di sticker-art. Ma questa volta al posto della mitica Vespa è stata utilizzata uno dei primi modelli di Fiat Panda, stradecorata di adesivi di ogni genere e di ogni forma. Musica e divertimento hanno poi accompagnato la serata che rientra nel progetto itinerante Styck My World e ufficializzata da GRA ovvero Genuine Roman Art, un contenitore di idee urbane e progetti che inglobano le diverse esperienze artistiche della capitale come lo Styck My World. E poi ancora tanti modelli di macchine di cartone con vari colori e varie forme quasi a comporre la sfilata inaugurale di artisti provenienti da tutto il mondo i quali hanno davvero lasciato una traccia di se su ogni centimetro di superficie che si poteva coprire.
Attendiamo nuovi guizzi creativi e di questi tempi ne abbiamo proprio bisogno.

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