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E’ successo un ’68!

[ATTUALITA’]

“Fantasia al potere!” erano queste le parole che univano studenti, operai e etnie “minori” di tutto il mondo che sotto un’unica bandiera rivendicavano il diritto allo studio, al lavoro sicuro e ai diritti civili. Mai nella storia dell’umanità si è assistito ad un cambiamento sociale così radicale partito dal basso.
Nessun altro evento ha condizionato il mondo più del famigerato ‘68, tema scelto per la nuova edizione del Festival della Filosofia che si sta svolgendo all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

 

C’è chi vede nel ‘68 un periodo drammatico e sconvolgente dal punto di vista sociale proprio perché ha minato la struttura sociale e politica mondiale mentre dall’altra parte c’è che interpreta il ‘68 come l’anno decisivo per la conquista dei diritti universali.
Tutto ha avuto inizio in Francia con il Maggio francese e l’occupazione della Sorbona, in Italia con le contestazioni a Valle Giulia, e poi la Primavere di Praga, la rivoluzione culturale cinese, la contestazione americana contro le guerre in Vietnam, i figli dei fiori, LSD ed i sogni di Martin Luther King.

Contestazioni ed agitazioni nascevano dal forte sentimento di rivincita su quella società del perbenismo e del consumo che si era venuta a creare intorno agli anni ‘50, durante la ricostruzione economica che ha seguito la Seconda Guerra Mondiale.
L’industria era il motore della società e tutto era conforme alla produzione industriale. Anche l’arte.
L’arte diventata allora omologata al sistema, doveva semplicemente essere asettica e gradevole.
Tale prerogativa aprì le porte a nuove sperimentazioni artistiche tese a superare il problema della mercificazione dell’arte e l’artista dal canto suo non ha avuto altra scelta che adattarsi alle nuove esigenze del mondo culturale adiacente: così sono nate Pop art ed Espressionismo.
Lo scopo di questa nuova concezione dell’arte era quello di estraniare il prodotto venuto fuori dall’industria per poterlo presentare con caratteristiche più quotidiane: un oggetto comune con un significato inedito, quindi.
Roy Lichtenstaein e Andy Warhol sono i nomi che hanno caratterizzato questa nuova arte che ha fatto uso di oggetti quotidiani come generi alimentari, materiale elettrico, articoli sportivi. Letteratura ed arte grafica hanno accompagnato la trasformazione musicale attraverso il Rock ‘n’ Roll, un nuovo tipo di musica che incarna proprio il senso di inquietudine e ribellione propri del ‘68.
L’arte è una chiave di lettura di quel periodo storico, ma è soprattutto il mezzo con cui l’uomo ha cercato di dare una risposta a quelle tendenze divisioniste e razziste che ancora oggi trovano spazio nelle società moderne.
1968: dietro questa cifra si nasconde un pensiero lontano nel tempo ma che ancora oggi continua a svolgere un ruolo fondamentale poiché grazie agli avvenimenti accaduti in quell’anno anche l’impiegato di De Andrè in “Storia di un impiegato” è consapevole di poter cambiare le circostanze con la propria volontà. Può a quaranta anni di distanza accadere cotanto miracolo sociale?

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